Verso febbraio della terza media si trasferì una ragazza in classe mia, Lara.
Era chiusa come me ma allo stesso tempo si sapeva far rispettare.
Cominciammo ad uscire insieme e a confidarci i nostri segreti a vicenda.
Mi raccontò che ci fu un periodo in cui diventò bulimica e che successivamente anche lei cominciò a tagliarsi.
Ero felice di aver finalmente trovato una persona che mi comprendesse a pieno e con cui potermi confidare.
Rimaneva il fatto che io gli avevo detto di essere stata anoressica in passato per evitare che lei cercasse di farmi cambiare idea.
Ma di raccontargli anche quella piccola parte della mia vita non mi importava più di tanto.
A me bastava avere la consapevolezza di poter contare su qualcuno.
Uscivamo quasi ogni giorno, andavamo al mare insieme e con lei ridevo e scherzavo come non avevo mai fatto prima.
Era la vita che chiunque avrebbe sognato di avere.
Ma di sognare non mi andava affatto...
Ho sempre avuto un problema con i sogni.
Non avete mai avuto paura di addormentarvi con la paura di fare un incubo o di ricordare qualcosa di troppo brutto?
Beh io ogni sera.
Era una cosa più grande di me.
Svegliarmi senza ricordare il sogno per me era una vittoria.
Non ho mai raccontato a nessuno di questa mia fobia...
I miei genitori erano consapevoli di questa cosa solo quando ero piccola ma poi ho smesso di parlarne.
Sono onirofobica e lo so solo io.
Ricordo che avevo il terrore che gli altri lo venissero a scoprire.
Me ne vergognavo insomma.
Che poi secondo me sono una cosa troppo strana i sogni..
E se in realtà questa vita sia soltanto un brutto sogno?
Nonostante ciò, tra il brutto si era accesa una lucina, ed era Lara.
Ma il mio problema iniziale non si era risolto.
Mia madre cominciò a farmi pesare anche la mia amicizia con Lara, dicendo che lei era il mio opposto, la parte bella però.
In effetti non aveva torto.
Era bassina e magra e aveva un sorriso e un modo di fare capace di catturare chiunque.
Ed ecco ancora questi maledetti paragoni.
Sono sempre stati la causa della mia mancanza emotiva.
E questa mia mancanza la riuscivo a colmare solo con una cosa..
...altro dolore.
Ed ecco allora che tornavo a prendere quella maledetta lametta e ricominciava tutto da capo.
Era come se stessi giocando ad un videogioco di resistenza e che ogni volta che prendevo la lametta perdevo e dovevo ricominciare da capo.
Game over.
E allora altri mesi a nascondere queste cicatrici maledette.
Era tutto, tranne che vita.
Eppure mi dovevo mostrare forte agli occhi degli altri.Settembre arrivò in fretta e io e Lara avevamo deciso di andare entrambe al liceo linguistico.
Col passare dei giorni però notai che legava con tantissime persone, mentre io invece, me ne stavo nelle mie.
Avevo legato con due ragazze, Marta e Vanessa.
Loro mi sapevano ascoltare e in quel periodo erano molto più presenti di Lara..
Lei infatti era diventata la "popolare" della classe, quella carina e spontanea che tutti amano.
Io ero semplicemente la strana che si faceva i fatti suoi.
Verso dicembre ricominciai a tagliarmi...
Mi sentivo tanto vuota quanto incompresa..
Ricordo che una sera tornai a casa nell'intento di farla finita...
Chiusi la porta della mia camera e presi la lametta.
Mi misi sul letto e cominciai a piangere.
Ero decisa a non tornare indietro.
Avrei tanto voluto scrivere a Marta e Vanessa in quel momento, ma non so perché il mio dito scivolò sulla chat di Lara.
Cominciai a scriverle che non ce la facevo più e che era arrivato il momento di dire basta.
Lara cominciò a dirmi di stare ferma e a supplicarmi di non fare niente.
Riuscì a farmi cambiare idea.
Ma in lei c'era qualcosa di strano...
Sembrava acida e fredda.
Erano le 23.47 quando mi addormentai con la lametta in mano.
Venni svegliata dalla voce di mia madre che parlava al telefono.
In un momento capì tutto.
Nascosi la lama tra le mani e mi misi sotto le coperte a fingere di dormire.
Stava parlando con la mamma di Lara.
Mia madre salutò la signora e mise giù il telefono..
Dopo venne in camera e mi raccontò tutto quello che le aveva detto.
Lara aveva raccontato tutto a sua madre che di conseguenza raccontò tutto alla mia.
Le aveva detto che ero malata, che mi autolesionavo e che non ero normale...
In quel momento mi cadde il mondo addosso..
Mia madre era triste e delusa, ma non disse niente.
Mi chiusi in bagno e cominciai a massacrarmi i polsi..
La mattina seguente andai a scuola e Lara venne verso di me..
Cominciò a scusarsi ma a me non importava più niente.
Ero stata tradita dalla mia unica amica.
E il senso di colpa più forte che provai fu quello di non aver dato la giusta importanza a Marta e Vanessa..
Non erano popolari.. Eppure mi volevano bene veramente.
Non so per quale ragione, ma perdonai Lara.
Continuammo ad uscire ma non era più come prima, tanto che un giorno le spiegai che avrei preferito non avere più contatti con lei.
Ricordo che lei si mise triste in un angolo e anche io, con la sola differenza che andarono tutti da lei, ad abbracciarla e consolarla.
Fu in quel momento che capì davvero la definizione di amicizia..
Lei era la perfetta con tanti amici...
Io ero soltanto la strana che odia andare alle feste per divertirsi.
Chiesi a Marta di accompagnarmi in bagno, e lì la abbracciai e mi misi a piangere.
Avevo capito di essere stata solo un egoista con le mie uniche vere amiche...
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Felice a metà
Mystery / ThrillerAlice ha 15 anni e una vita apparentemente normale. É una ragazzina molto timida e insicura che da un anno é costretta a lottare contro l'anoressia. Non ha molti amici,eppure a quei pochi che ha é disposta a donare il proprio cuore. Ad accompagnare...