flashback

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Non ricordo di preciso quand'é cominciato tutto.
A dire il vero non ricordo proprio niente da quel dannato 13 settembre.
Avete presente quando spegnete la luce e non vedete niente che non sia il buio?...ecco, i miei ricordi sono così.
Sono sempre stata una ragazza in carne, ma la mia altezza aiutava a mascherare il tutto.
Non é mai stato un problema per me... ma ben presto, la frase che mia nonna mi ripeteva in continuazione, prese vita.
Mi diceva: "saranno le persone a cui tieni di più che tenteranno di cambiarti"..beh non so come sia potuto succedere, ma in un arco di tempo indeterminato mi ritrovai da sola a dover combattere contro tutti.
Come quando nei film vieni catapultata in vicende reali per il mondo ma surreali per te.
Eppure fidatevi se vi dico che provai ad essere cambiata dall'unica persona al mondo da cui non me lo sarei mai aspettata.
Fu infatti mia madre ad insistere che il mio fisico non le andava più bene...
Che io ero l'esatto opposto di tutto quello che poteva essere considerato femminile...
All'inizio non le diedi peso...
Insomma, pensai, lo starà dicendo per il mio bene!
Capì che le sue parole stavano cominciando a lacerarmi dentro, quando cominciò a parlare del mio fisico davanti agli altri...
Non perdeva occasioni per farmelo pesare.
Arrivò perfino a dirlo davanti al ragazzo di cui ero innamorata.
Questo é l'ultimo ricordo che ho dal mio primo episodio di autolesionismo.
Mi facevo schifo...
Avevo fatto in modo che le parole degli altri diventassero la mia etichetta.
Andai a frugare nel cassetto della mia scrivania fino a raggiungere quel dannato taglierino.
Levai la lama dalla plastica e mi sedetti sul letto.
Mi misi a piangere e a pensare ai miei nonni...
Erano gli unici che non avevano mai tentato di cambiarmi perché per loro ero perfetta così.
Ogni taglio un ricordo che avrei voluto dimenticare.
Ma non é così semplice cancellare il passato.
L'autolesionismo, però, non era il mio unico pensiero.
Ero decisa a cambiare il mio corpo.
Cominciai con delle semplici diete fai da te.
Tutti i giorni erano più o meno uguali, le calorie variavano dalle 300 alle 500 ed erano permessi solo cibi sani.
Subito dopo erano allegate due ore di allenamento.
Niente scuse.
Col passare delle settimane però non venivano a mancare le abbuffate e quindi, successivamente, i pianti soffocati dal cuscino e i solchi sulla pelle.
Avevo bisogno di qualcuno con cui parlare.
Decisi di entrare a far parte di un gruppo pro ana.
Feci amicizia con una ragazza, Sofia.
Avevamo gli stessi pensieri e gli stessi obbiettivi.
Il peso era la nostra unica differenza.
Lei pesava 50 kg per 1.70 di altezza..
Mentre io ero 68 kg per 1.70.
Mi vergognavo così tanto di me che decisi di dirle che pesavo anche io 50 kg...
Ero ancora più sola di prima.
Mentendogli non potevo sfogarmi di tutti i pensieri che avevo in testa.
Non glielo potevo dire che anche secondo gli altri ero solo un ammasso di grasso.
Finì per isolarmi anche dalle uniche amicizie che avevo.
Misi le cuffie e cominciai ad ascoltare "Giusy".
Era come se Ultimo in qualche modo riuscisse a parlarmi tramite quella canzone.
Era la mia unica certezza.

Felice a metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora