18. Polvere e vecchi calderoni

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Un paio di giorni dopo aver decifrato il messaggio, Dhemira sostenne un altro esame e, senza farsi vedere, si nascose tra gli studenti per assistere a quello di Barbara. Ancora non si erano parlate da quando si erano affrontate nel Salone Secondario. Obbiettivamente, riteneva che il tradimento dell'amica fosse ancora più grave di quello del suo ragazzo. Ma doveva ammettere a sé stessa che Barbara le mancava e che quella lontananza che lei stessa si era imposta stava cominciando a farsi sentire.

Nel pomeriggio, Dhemira incrociò la madre che trafficava con un mucchio di fogli.

«Odio le sessioni d'esame» la sentì bofonchiare, per poi vederla sparire nell'Aula Professori, dalla quale uscì Ovidio Bombonelli.

«Signorina Alistair» esclamò, «sono lieto di incontrarla. Il signor Scamander mi ha chiesto di avvisarla che la sta aspettando nella Serra».

Dhemira ringraziò il professore e raggiunse il Magizoologo. Per la prima volta da quando era arrivato a Valleombrosa lo vide lavorare fuori dalla valigia, che era richiusa al suo fianco.

«Ieri ho passato tutto il giorno a preparare un piano d'azione, oltre che ripassare Innovazione Poetica per l'esame di oggi» gli spiegò lei.

Newt la guardò entusiasta e Dhemira proseguì: «Il libro si trova sotto la bandiera, nella Torre, quindi deduco che dovremo salire fino all'ultimo piano per trovarlo».

«Dove sono gli uffici dei professori?» chiese lui ricordando il giro introduttivo che gli aveva fatto fare Dhemira il primo giorno.

«Non proprio. Sopra agli uffici c'è un altro un piano. Nessuno ci va mai perché viene usato come soffitta per mettere le scope e i calderoni inutilizzati. In pratica è un ricettacolo di polvere e basta».

«Come facciamo ad entrare senza essere visti? Sarebbe preferibile evitare troppe domande». Newt incastrò un tappo di sughero su una fialetta sottile piena di liquido cangiante dal blu al verde.

«Quello a cosa serve?» chiese la ragazza curiosa, distraendosi dalla domanda. «Dall'aspetto si direbbe che è appena stato estratto e che lo hai mescolato con... mmh, vediamo, foglie di Betulla Morbida?»

Dhemira prese la fialetta e cominciò ad ispezionarne attentamente il contenuto. Newt annuì sorpreso e sgranò gli occhi.

«Questo è nettare di Balenucciola. Da quanto ho appreso ha grandissime proprietà curative. Nello specifico permette di trasferire forza vitale da un essere vivente ad un altro, anche se ci vuole del tempo prima che faccia effetto. Vorrei testarlo su un paio di Doxy che non si sentono granché bene; e in effetti l'ho prelevato qualche minuto fa».

Dhemira sorrise compiaciuta, tirando un'occhiata ad un piccolo mortaio in marmo lì vicino, pieno di una densa poltiglia verde.

«Può tornare utile un composto del genere».

«Come sai tutte queste cose?» domandò il Magizoologo interessato.

«Vedi queste bollicine argentate, qui sulla superficie?» cominciò ad illustrare la ragazza. «Sono sintomo che è stato agitato e non mescolato, scelta che in genere si compie quando poi vanno aggiunti altri ingredienti. In questo caso hai usato la Betulla Morbida, accuratamente pestata in quel mortaio. Deduco volessi potenziare la tua pozione, giusto? La Betulla in genere viene utilizzata per amplificare le proprietà dei composti...»

«Potevano essere foglie di qualsiasi altra pianta, però. Come lo hai capito?»

Distrattamente, Dhemira indicò un bagliore sul fondo della provetta.

«La luminescenza verde, tipica delle foglie di Betulla, così come l'aroma acre che c'è nell'aria».

Newt era ammirato. «Ho studiato Pozioni per fini pratici nel mio lavoro, ma tu... tu sei davvero incredibile!»

Alistair's (#1) - Patto di sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora