Amore in prigione // HS

capitolo 2

Sono passati due giorni dalla prima e ultima conversazione con Harry, dato che non lo fanno uscire dalla cella ed ogni volta che vi passo davanti per portargli da mangiare sta dormendo.

Quell'uomo dorme veramente tantissimo.

"Tutti al mare! Siamo pronti per andare al mare!" Non appena sento urlare, mi dirigo subito verso quel rumore. Qualcuno ha fatto suonare l'allarme antincendio e scommetto che é la Signora James.

Si trova in questa prigione da ben 12 anni, per aver cercato di rapinare la banca di New York e per aver aiutato ad evadere 17 detenuti! Non é grave come uccidere qualcuno, ma abbastanza da tenerla a bada per un po'.

Quando sono arrivata qui, mi sono stati immediatamente riferiti i problemi mentali di questa donna, ed ogni volta che fa qualcosa so sempre cosa dire per calmarla.

"Signora James! Non possiamo andare al mare, siamo a New York, si ricorda?" In realtà non é per questo che non può, ma devo gestirmela bene.

"Signorina Alison, allora andiamo in Florida! O in California!" Sorride e batte le mani come una bambina, nonostante i suoi 37 anni.

"Mi dispiace, davvero, ma non-" Dico, prima di bloccarmi alla vista di Harry Styles che viene scortato da ben tre guardie all'interno della sala pranzo. Non sarà un po' esagerato? A me é parso più tranquillo lui che molti altri che stanno qui dentro.

Mi passa accanto e non mi degna di uno sguardo.

Non so perché, ma mi sento offesa. Da quando mi importa se i detenuti si accorgono di me?

Decido di andare nella sua stessa direzione e faccio segno a Cameron di lasciarlo a me.

"Sicura?" Mi chiede.

"Sì, tranquillo, basta che restiate qui vicino. Mi fido ma non troppo." Annuisce e si allontana.

Noto che, finalmente, Harry sta mangiando. Appena mi siedo di fronte a lui, alza la testa e, come se fosse deluso, la riabbassa.

"Salve, signor Styles. Come ha passato i primi giorni qui dentro?" Che domanda stupida. Come potrebbe trovarsi un detenuto dentro ad un carcere, limitato da tutto? Stupida!

"Potresti anche evitare di darmi del lei, dato che siamo praticamente coetanei." Dice, per poi continuare a mangiare.

"Risponderai mai seriamente a qualche mia domanda? Sto solo cercando di aiutarti!" Cerco di essere il più calma possibile, ma è davvero difficile!

"Come dovrei risponderti, mh? E perché mai dovresti voler parlare con me? Non hai paura che possa ucciderti?"

"Credevo avessi detto di non essere colpevole."

Mi guarda, senza rispondere.

"Lasciamo perdere, scusami per il disturbo e buon appetito." Mi arrendo, è veramente troppo per me, ed io non sono abituata ad un certo tipo di persone.

Mi alzo dalla sedia e mi blocco, quando il suo tocco raggiunge la mia mano. I nostri sguardi si incontrano, mi ha colta di sorpresa.

"Non andare." É l'unica cosa che riesce a dire.

Senza neanche pensarci due volte, decido di restare con lui.

"Ancora non ho ricevuto la tua scheda. Ti va di dirmi perché sei qui dentro?"

"Sono stato accusato ingiustamente della morte della mia fidanzata, Sam." Spalanco gli occhi. E se fosse stato davvero lui? Una parte di me, però, vuole convincermi del contrario.

"Cos'é successo, in realtà? Perché credono sia stato tu?" Sorride, senza capirne il motivo.

"Sei un po' ficcanaso, eh?" Arrossisco, ha un viso davvero angelico, non si addice per niente alla sua personalità.

"Comunque, semplice: ero con lei quando é morta. C'era anche un'altra persona ma non sono riuscito ad individuarla o a testimoniare la sua presenza. Così, nessuno mi ha creduto ed eccomi qui, accusato di aver fatto una cosa che non avrei mai neanche pensato lontanamente di fare. Amavo e amo ancora Sam, non avrei mai potuto ucciderla.." I suoi occhi sono lucidi mentre continua a guardarmi. Non so perché, ma mi fido di lui.

Restiamo a guardarci per qualche secondo, prima che Cameron e gli altri lo portino via.

Devo scoprire di più su di lui, e lo farò.