You are my hero

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Lois Lane si guardò allo specchio del bagno pubblico in cui si trovava, sistemandosi i capelli e prendendo un respiro profondo.

Lei e Clark avevano avuto una piccola discussione prima che partisse, perciò faticava ad essere concentrata in quel momento.

Lui era fatto così: voleva proteggerla a tutti i costi, dimenticandosi che il loro lavoro da reporter si occupava anche di situazioni delicate e lui non poteva pretendere che non accettasse degli incarichi solo perché voleva che fosse al sicuro.

Intanto, però, se era Lois a preoccuparsi, Clark le diceva che non aveva nulla da temere e spariva nel nulla per combattere il male e il cuore di lei batteva all'impazzata perché aveva paura che lui non tornasse più.

Tutti quei pensieri si erano accumulati nella sua mente, impedendole di pensare chiaramente perciò aveva sentito il bisogno di andare a rinfrescarsi prima di entrare in quella sala e cominciare a fare domande.

Con un respiro profondo, fece per uscire dal bagno.

Persa com'era nei suoi pensieri, andò a sbattere contro qualcuno.

Le sue mani si poggiarono su due forti bicipiti per non perdere l'equilibrio e, alzando lo sguardo, incontrò un paio di occhi azzurri mostruosamente familiari coperti da un paio di occhiali.

La sua bocca si spalancò, mentre la ragazza le mostrava un caloroso sorriso, segno che l'aveva riconosciuta.

-Lois Lane- disse la ragazza di fronte a se.

Lois si prese il suo tempo per guardarla.

Certo, in passato si erano viste in alcune occasioni, quando Supergirl per un motivo o per un altro andava a Metropolis, e spesso vedeva il suo volto in televisione perché aveva fermato l'ennesimo cattivo di turno.

Eppure non aveva mai avuto l'opportunità di conoscere Kara Danvers.

Non potette evitare di notare tutte le cose che la rendevano uguale a Clark: il colore degli occhi, ma sopratutto la stessa luce piena di speranza di chi crede che tutto il mondo sia buono (anche se entrambi combattevano con la giustizia da troppo tempo per poter avere ancora quella stessa innocenza dei bambini); quegli occhiali di piombo affinché la loro vista a raggi-x possa essere tenuta sotto controllo; stessi maglioni orrendi per coprire un corpo quasi perfetto e lo stesso sorriso dolce che manda al tappeto chiunque lo veda.

Definitivamente, c'era qualcosa nell'aria di Krypton che rendeva tutti i suoi abitanti così affascinanti.

-Kara Danvers... che sorpresa vederti qui- disse allontanandosi dalla ragazza che non aveva perso il sorriso.

-Dovrei dirlo io. Clark non mi ha detto che saresti arrivata altrimenti sarei potuta venire a prenderti... dove alloggi?- disse senza prendere fiato, assumendo un'espressione premurosa.

Lois non potette evitare di sorridere.

Ecco un'altra cosa in comune con suo cugino: erano entrambi molto premurosi.

-Sono venuta qui solo per occuparmi di un articolo, ho un aereo che mi aspetta stasera- le spiegò.

Iniziarono a camminare insieme lungo il corridoio, dirette verso la sala dove si sarebbe tenuta la conferenza.

Lois smise di camminare e guardò Kara con la fronte aggrottata.

-Che succede?- domandò, confusa.

-Lavori per Cat Grant- disse ricordando quel dettaglio.

-La signorina Grant se n'è andata un paio di mesi fa e adesso James è a capo di tutto. Non hai nulla da temere. Qui nessuno vuole farti del male oppure rubarti il fidanzato-rispose la ragazza, divertita.

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