Uomini

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C'è una grande folla oggi. È molto difficile mantenere la distanza tra me e i miei due compagni.
«Saitama ascolta..» Bisbigliai, attirando la sua attenzione.
«Che tipo è questo Sonic?»
Saitama rimase fermo due secondi a guardarmi.
Nella mia testa suonava meglio questa domanda.
«Non ne ho idea» Affermò mentre si grattava la testa.
«Eh?!»
Genos si unì alla conversazione.
«Ascolta, sicuramente non è un tipo da avere vicino, non sappiamo molto di lui, ma ovunque sia, porta pericolo»
(Quindi ho rischiato un grosso pericolo ieri sera?!)
A quel punto mi tornò alla mente quel timore che provavo mentre mi fissava negli occhi.
«(non era come gli altri)»
«eh?»
In quel momento mi ritrovai circondata da gente che non conoscevo, che passeggiava tranquillamente lungo la strada.
«S-Saitama?... Genos?»
Mi guardai intorno e urlai.
«DOVE SIETEEEEE!»

~Capitolo 3: Uomini~

Cercai di uscire da quella enorme folla, dirigendomi ai bordi della strada.
Dopo aver spinto alcune persone, riuscii a raggiungere il marciapiede.
«Uff che fatica, chissà dove saranno quei due...»
Mi misi in punta di piedi e guardai se erano ancora tra la folla, ma non li vidi.
Ero davanti ad un vicolo stretto, da sola, senza nessuno che avrebbe potuto aiutarmi.
In quel momento sentì qualcuno prendermi da dietro mentre mi teneva la bocca chiusa con la mano, in modo che non urlassi.  

«Mhhh!!! Mhhhh!» mugolai disperatamente.
Aveva un coltellino nell'altra mano e ciò mi spaventava.
«urlare è del tutto inutile, nessuno ti verrà a salvare» disse l'individuo mentre puntava il coltellino sulla scollatura della mia camicia.
Non era da solo, dietro di lui si avvicinarono altri tipi, alquanto loschi.
E

rano tutti di un'età compresa tra i venti e i trent'anni.
«(Ma cercatevene una in discoteca e fine!)» pensai, mentre si avvicinavano lentamente.
«ne abbiamo preso una bella possente» disse uno mentre mi squadrava da capo a piedi.
«forza, strappiamole tutti i vestiti!» aggiunse un altro.
Cominciarono a strapparmi la camicia e a toccare le parti più intime sotto di essa. Poi mi buttarono a terra e uno di loro si mise sopra di me, cominciò a baciarmi il collo e a slacciarsi contemporaneamente la cintura dei suoi pantaloni.
«fermati stronzo!» gli urlai «non andare oltre, te ne pentirai!» urlai nuovamente.
Non era la prima volta che mi capitava una situazione simile. A Z non erano rare le occasioni di stupro.
Ma, in quei momenti c'erano sempre i famigerati eroi sul posto, Saitama e Genos compresi.
Stavolta però, non c'era nessuno. Ma poco importava, me la potevo cavare anche da sola. Almeno così pensai inizialmente, poi mi resi conto che il numero di quei maniaci era troppo alto per me.

Passarono 5...

10...

15 secondi...

Gli vollero quindici secondi per far fuori tutti quegli individui.
«Genos? Sei tu?» lo chiamai, mentre mi alzavo con le ginocchia doloranti.
Mi strofinai gli occhi, in quel momento offuscati, e non crebbi ai miei occhi quando vidi che l'individuo di fronte a me non era Genos ma..
«SONIC?!» urlai stupita.
Il giovane, che al momento mi stava dando le spalle, si voltò stupito.
«come diavolo conosci il mio nome tu?»
«io? ecco...» guardai verso il basso imbarazzata, per poi notare Sonic fissarmi.
Il suo viso era leggermente arrossito e il suo sguardo era puntato sul mio seno che, a causa dell'incidente, era scoperto.

...

«WAAAHHHH PERVERTITO» gli cominciai a lanciare i tacchi che avevo lasciato a terra, mentre mi coprivo i seni con la mano restante «igghh ma che fai?!» mi urlò di conseguenza Sonic.
Era stato imbarazzante. Molto imbarazzante.

[...]

Sonic andò a comprare una coperta al mercatino in modo da coprire il mio corpo scoperto.
Lo aspettai pazientemente al vicolo, non potevo farmi vedere così da tutta quella folla.
Erano passati ormai dieci minuti e per me il freddo si faceva sentire. Sonic ci stava mettendo troppo tempo.
Vidi qualcuno passarmi davanti come un fulmine.
«ecco, prendi» mi lanciò la coperta.
«Sonic? oh grazie» sussurrai.
«scusa, potresti..?» gli feci cenno di girarsi.
Lui, con sguardo indifferente ma il viso di un colore lievemente scarlatto, si voltò.
Avvolsi la coperta intorno al mio corpo.
«ECCOLO! È QUELLO IL RAGAZZO CHE HA RUBATO LA MIA MERCE!» urlò un uomo grasso all'uscita del vicolo, mentre indicava Sonic con il dito.
«ciccione di merda» Sonic mi prese in braccio e mi portò ad una velocità assurda verso i tetti della città, dirigendosi nuovamente verso il bosco.
La mia coperta non reggeva. Stavolta non avevo soltanto una gonna, ma anche una coperta, SOLO una coperta.
«S-Sonic!!» lo chiamai.
«e ora che vuoi..» mi guardò.
«!!» i suoi occhi andarono nuovamente sul mio seno, il quale era quasi individuabile a causa della coperta che danzava su di esso al ritmo del vento. Lo vidi completamente rosso, con gli occhi spalancati.
«S-Sonic, il palo!!» gli urlai.
Lui tornò in sé e schivò disperatamente il palo della luce di fronte a noi, ma perse l'equilibrio subito dopo.
Cademmo entrambi sui piedi del bosco. Lui però, era riuscito a cadere in piedi e in perfette condizioni. Io ero a terra, avvolta da un dolore allucinante.
«a...ai...» piagnucolai, mentre mi alzavo in piedi.
Mi diressi verso di lui, furibonda.
«hai rubato la coperta a quel mercante eh?!» gli urlai.
«ora smettila, è grazie a me se hai qualcosa con cui coprirti» mi disse freddamente.
«si, ed è anche grazie a te se ora mi fa male tutto il corpo!» gli urlai.
«quello è stato perchè mi hai distratto mentre venivamo qui!» mi guardò.
«non è colpa mia se quegli uomini mi hanno strappato la camicia!» ribattei «e poi non ti credevo un tipo così sensibile al corpo femminile» gli dissi.
Sonic aprì la bocca per rispondere alla mia ultima accusa, ma poi si tirò indietro.
«tsk» mormorò.
«tsk» ricambiai.
Ci demmo le spalle reciprocamente.
Rimanemmo così per qualche minuto, finché non mi sedetti ai piedi di un albero.
«almeno mi riporterai a casa?» gli chiesi.
Lui si voltò, facendo un lungo sospiro.
«dovrai aspettare» mi disse, mentre prendeva un tronco e lo posizionava lateralmente di fronte a lui. Probabilmente voleva allenarsi.
Ma perchè proprio lì, e perchè proprio in quel momento?
Poco importava, era inutile discutere con lui dopo quello che era successo.
Lo guardai mentre si allenava per qualche minuto. Per poi staccare lo sguardo freddamente e appoggiare comodamente la testa sul tronco dell'albero su cui mi ero seduta prima.
I miei occhi cominciarono a socchiudersi, per poi chiudersi completamente.
Le mie orecchie continuavano ad udire le urla e i calci che Sonic dava a quel tronco, finché persino quelli cominciarono piano piano a sparire.
Mi addormentai profondamente, nell'attesa di poter tornare a casa.

~To be Continued~


My Lovely Ninja || Sonic X Reader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora