L'ospedale

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Era Lunedì mattina, e Royce si era svegliato alle cinque in punto. Sapeva essere molto puntuale agli appuntamenti, ma questo era un caso particolare, perché si trattava di farsi ricevere da un medico per la prima volta. Sapeva anche che la sanità pubblica in Romania era la più efficiente che ci potesse essere paradossalmente a quella privata che invece era praticamente assente.

Royce si sentiva a suo agio negli ospedali ma allo stesso tempo non poteva fare a meno di schifarsene. Principalmente perché sapeva di andare in contro ad un'aria intrisa di batteri che potevano farlo ammalare, con tutta quella gente che starnutiva o tossiva. Era per questo che avrebbe preferito andare da un privato, ma sapendo il buon servizio della SST Romena, un tentativo era da fare. Il Serviciul de Sănătate din Huedin vantava tante strutture in tutta la città, anche più rispetto a quanto Royce si aspettava. Il sistema sanitario americano era tutto un altro paio di maniche, si pagava e non era più avanzato di quello romena. Data la scarsa economia che girava nello stato romeno, Royce si domandava come era possibile che la sanità pubblica fosse così tecnicamente avanzata ed efficiente. Aveva appena preso un numero per mettersi in fila con una coda di dieci persone davanti a sé per fare l'accettazione. Ed il tutto, senza pagare niente. Era una cosa che Royce aveva apprezzato sebbene avrebbe potuto sostenere la spesa con i soldi che aveva. La struttura dell'ospedale era fatta perlopiù da muri di vetro e alcune parti che la sostenevano in metallo e ferro, organizzate così bene da dare l'impressione di un edificio minimalista e futuristico.

L'accettazione era dentro un grande atrio che portava a diversi corridoi diversi, con al centro un bancone a cerchio verde acqua. Il pavimento che lo circondava era un anello di vetro con sotto delle luci al led. Dentro il bancone rotondo si trovavano cinque infermiere che si occupavano di gestire i documenti dei pazienti e registrarli all'interno dei server dell'ospedale. Ognuna possedeva una postazione numerata alla quale andare in base al proprio biglietto. Royce le stava contemplando tutte, partendo dall'estrema sinistra, seduto davanti a loro tra numerose sedie. La prima era molto giovane, ben truccata con un eyeliner nero che le passava contornando gli occhi, ed un fondo tinta rossiccio. Il viso era uno di quelli che ti bastava guardarlo per farti rilassare, o... indurire. Aveva il naso piccino, una bocca altrettanto piccola, degli occhioni grandi dall'iride verde ed un taglio di capelli a caschetto. Le altre erano dalla quarantina in poi, ma a Royce non gli interessavano, preferiva quelle giovani. Lui era altrettanto giovane ovviamente, ma... soltanto con l'aspetto.

"Roooice--- Rollllste?" Domandò l'infermiera che coincideva col suo numero. Al vampiro non piacque il modo con cui l'infermiera aveva pronunciato il suo nome, ma pensò che era normale. Peccato per l'infermiera, Royce avrebbe desiderato farsi ricevere da una di quelle più giovani. Si avviò deluso da chi lo aveva chiamato.

"Americcano?" Gli domandò gentilmente, con un inglese poco allenato.

"Sì, sono Americano." Le passò il proprio documento con il foglio dell'appuntamento col medico. L'infermiera fece la scansione del foglio con una pistola a barre, scrisse qualcosa al computer, dopodiché diede via libera a Royce.

"Aspetta, ma dove devo andare?" Le chiese lui disorientato. Essendo la sua prima volta, non aveva la più pallida idea di dove fosse il medico.

La donna gli indicò col dito un cartello alla sua destra, vicino alle scale che portavano al piano di sopra. Royce ci rimase di stucco, perché le scritte sulle insegne dell'ospedale erano tutte in Romeno.

Tirò un enorme sospiro che urlava a tutti quanti la pazienza che iniziò ad esaurirsi già. Procedette verso l'ascensore accanto alle scale. Il vampiro americano pensava che se avrebbe voluto cominciare a promuovere la propria agenzia di voli, sarebbe stato necessario imparare il Romeno o assumere una persona che sapeva già entrambe le lingue.

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