"Vi do una mano io"
Propose Minho attraversando il salotto "Dov'è l'oggetto?"
Ignorai l'occhiata furente di Hyunjin e seguii Minho in camera mia. La porta era aperta, ma prima di entrare lui mi rivolse un'occhiata interrogativa. Feci cenno di sì.
"Wow! È cambiato parecchio qua dentro da quando Changbin se n'è andato."
Minho diede un'occhiata alle candele profumate e alle lucine decorative, poi si girò a osservare dietro la porta la cassettiera e le librerie, dove avevo già collocato qualche soprammobile. Le boccette di profumo erano allineate con ordine, insieme ad alcune scatole in cui avrei messo i documenti. Le mie scarpe erano in fila sopra la cassettiera, le lucine, di traverso sopra la scrivania, erano appese provvisoriamente ai chiodi che avevo già trovato piantati nel muro.
"Qui c'è un odore come se qualcuno avesse mangiato un sacco di gelato alla vaniglia e lo avesse vomitato sul pavimento", commentò la voce di Hyunjin alle mie spalle.
Mi voltai.
Hyunjin esaminò il caos sul pavimento, poi mi oltrepassò e si accucciò davanti ai pezzi del divano letto.
"Mancano dei fori", spiegai, "Abbiamo già cercato di ribaltare i pezzi, ma non funziona lo stesso. Allora pensavo di farne qualcuno qui." Posso la valigetta degli attrezzi per terra, raggiunsi Hyunjin e indicai da sola la sua spalla il punto difettoso. "Credo che così possa andare. Però c'è anche un pezzo troppo lungo."
"Forse lo possiamo segare", propose Yuki.
"Non credo che vada bene", dissi. "Rischiamo di indebolire la struttura. Ci devo dormire sopra. Alla fine avrei paura di muovermi troppo."
Hyunjin mi lanciò un'occhiata dal basso verso l'alto. Vidi i suoi occhi lampeggiare. "Il che sarebbe un vero peccato."
Sbuffai. Minho rise piano e io incenerii con lo sguardo anche lui. Ma certo. Avrei dovuto abituarmi a simili battute, se fossi stata continuamente circondata da maschi.
"Non vorrei essere responsabile se Sharon non se la sentisse di muoversi troppo sul suo letto", disse Minho malinconico, portandosi una mano al cuore. "Dobbiamo assolutamente fare qualcosa, amico."
Hwang Hyunjin sorrise per la prima volta da quando lo conoscevo. Era un bel sorriso, sincero. Non si limitava alla bocca, ma raggiungeva anche lo sguardo. Una miriade di piccole rughe si formò intornò agli occhi che sembravano quasi chiusi, e un lampo malizioso li illuminò. "Hai ragione. Sarebbe una responsabilità troppo grande."
Con quelle parole avvicinò a sè la valigetta degli attrezzi, fece scattare le chiusure e afferrò il trapano.