III.

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"Alexander farai tardi a scuola ti sbrighi a scendere?" Urlò sua madre dal piano di sotto per farsi sentire dal figlio. Purtroppo però quella mattina il suo ciuffo biondo non ne voleva proprio sapere di prendere la piega che voleva il ragazzo, quindi il risultato finale fu Alexander in ritardissimo per la prima ora. Considerato che il tragitto per andare a scuola era breve (all'incirca dieci minuti a piedi) decise di fare una cosa che faceva raramente: correre. Lo sport non era proprio il suo forte e per sua fortuna era nato con un corpo 'già modellato' così da non fargli passare le pene dell'inferno chiuso in una palestra tre volte la settimana. Raggiunti i cancelli della scuola cinque minuti dopo il suono della campana, Alexander si precipitò alla sua prima ora di lezione: fisica.

"Allora Ax, come credi sia andato il compito? Io spero in un 5." Ripley si accasciò sul banco in maniera molto teatrale e questo fece scaturire l'ilarità del biondo, seguito da Tristin. Quest'ultimo era l'altro migliore amico di Alexander. Quei tre si conoscevano da quando avevano iniziato le superiori e anche se all'inizio non si sopportavano tanto, con il tempo iniziarono a volersi bene proprio come se si conoscessero da una vita. Tristin, inoltre, era anche un bellissimo ragazzo: aveva gli occhi verdi che al sole diventavano chiarissimi e dei capelli castani tenuti quasi sempre legati da un codino.

"Sempre la solita ottimista vedo. Eppure ieri sera abbiamo studiato per due ore! A proposito, scusa se non ti abbiamo detto niente Tris" il biondo rivolse un sorriso dolce a quest'ultimo e Tristin per tutta risposta gli disse "Sei un ruffiano del cazzo. Ma tranquillo, per vostra fortuna ero già impegnato altrimenti me la sarei legata al dito!" Tutti e tre risero e insieme si allontanarono in corridoio per raggiungere l'aula per la lezione di inglese. Purtroppo, quell'aula di solito dovevano condividerla almeno due classi dato che la scuola non era molto grande. Giunti davanti alla porta, lessero con quale classe avrebbero condiviso la lezione. E per rimarcare la solita sfortuna di Alexander fu proprio la classe di Maximus, la 2C.

"Ciao Tristin! Non ti dimenticare gli allenamenti di stasera alle 6. Il capitano vuole tutti." Disse proprio Maximus, avvicinandosi ai tre. Ogni tanto lanciava occhiate furtive ad un certo biondino che ovviamente cercava di ignorare la presenza del moro, senza però riuscirci molto.
"Ma certo che non me ne dimentico Max. A proposito, tra un po' sarà il mio compleanno che ne dici di venire alla mia festa? Si fa a casa mia, ci saranno anche gli altri della squadra." A quelle parole, Alexander sbarrò gli occhi: il compleanno di Tristin sarebbe stato quattro giorni dopo e lui se l'era totalmente dimenticato.
"Certo, mi farebbe molto piacere. Allora ci vediamo..?"
"Venerdì"
"A venerdì allora. Ci si becca in aula." Maximus rivolse un ultimo sguardo carico di promesse al biondo prima di entrare e sedersi al proprio posto. Anche i tre amici lo imitarono e per la prima volta in tutta la sua carriera scolastica, Alexander non prese appunti per la sua materia preferita, troppo concentrato a pensare agli avvenimenti di quei pochi giorni.
Il vibrare del suo telefono lo riscosse dai suoi pensieri.

'Un penny per i tuoi pensieri'
Alexander alzò gli occhi al cielo leggendo quel messaggio, poi sorrise sornione e decise che a quel gioco potevano giocare anche in due.
'Stavo solo pensando a come mai tu avessi deciso di punto in bianco di volermi scopare. Non ci siamo mai parlati o sbaglio, Max?'
Quest'ultimo, trovandosi qualche banco più avanti rispetto al biondo girò la testa di tre quarti per fissarlo. Dopodichè sorrise e prese a scrivere qualcosa sul telefono.
'Tu forse non mi hai mai notato, essendo che non ti piacciono molto i tipi come me da quanto ho capito, ma io a differenza tua ti osservo dalla prima assemblea studentesca.'
Quelle parole destabilizzarono Alexander. Non aveva mai pensato all'eventualità che qualcuno così popolare come Maximus potesse accorgersi di lui. Ovviamente il biondo sapeva di essere carino, ma non aveva idea di poter catturare l'attenzione in quel modo. Dopo la confessione del moro, Alexander non rispose più ai messaggi e lo ignorò bellamente anche dopo la fine della lezione. Doveva metabolizzare quelle nuove informazioni e aveva bisogno di tempo. Tempo che ovviamente non gli fu concesso. Mentre si dirigeva verso la classe di matematica si sentì afferrare per un braccio e in pochi secondi si ritrovò in uno stanzino per le scope.

"Ciao di nuovo, Aly" Maximus si trovava esattamente a pochi centimetri dal suo viso e in Alexander si scatenò l'inferno. Non aveva mai avuto esperienze prima di allora nonostante la sua età e per lui era tutto fuorchè semplice riuscire a stare al passo con la carica erotica del moro.

"Maximus fermati, basta. Mi giri intorno da qualche giorno e già non ci capisco più niente! Non sono una delle puttane che di solito ti fai per poi sbattergli la porta in faccia il giorno dopo. Io sono-" si fermò, incapace di proseguire il discorso.
"Tu sei cosa? Vuoi forse dirmi che sei diverso? Cos'è? Ti reputi forse superiore solo perchè sei il rappresentante degli studenti mentre gli altri sono feccia? È questo che intendi?"
"No, hai frainteso, io non-"
"E allora cosa volevi dire? COSA? DILLO! SMETTILA DI NASCONDERTI DIETRO UNA MASCHERA"
"IO SONO VERGINE CAZZO! E NON MI FARÒ SCOPARE DA TE PERCHÈ SARÒ ANCHE UNO STUPIDO MA IO VOGLIO INNAMORARMI E POI FARE L'AMORE. VOGLIO UN AMORE TRAVOLGENTE E PASSIONALE MA ANCHE FATTO DI CAREZZE. Io voglio tutto questo e so che tu non potrai mai darmelo quindi finiamola prima che la storia si complichi." Aveva il fiatone per le urla e temeva che dall'altra parte della porta qualcuno fosse in ascolto, ma in quel momento entrambi erano concentrati uno sull'altro. Maximus si sorprese di quell'affermazione. Sapeva che Alexander non era dichiarato ma non credeva che non avesse mai avuto rapporti di alcun tipo. La cosa stranamente lo rese felice, ma scacciò subito quella sensazione. Lui non era uno da smancerie e non lo sarebbe mai stato.
Si scostò dal biondo e lo guardò intensamente negli occhi.

"Mi dispiace averti importunato. Credevo davvero volessi quello che volevo io, ma ora so qual è il problema. Ti lascerò stare, fai finta che non sia accaduto niente. Scusa."
Il moro uscì dallo sgabuzzino chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo, mentre Alexander ripensava alle sue parole. Ce l'aveva fatta, si era tolto finalmente quello scocciatore di torno. Ma allora perchè sentiva un leggero fastidio sul petto? Decise di non pensarci per una volta. Lo aveva capito in un istante: Maximus non era un ragazzo da fiori e gesti romantici. Se ne sarebbe fatto una ragione, anche se qualcosa di molto pesante si era appena depositata sul suo petto come un macigno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 15, 2019 ⏰

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