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Di nuovo. È finita di nuovo e la porta è chiusa.
Alzarmi è assolutamente fuori discussione, quindi suppongo che non mi resti che urlare a mia sorella.

Io: "Margheeee"

Marghe: "Che c'è"

Io: "Mi porti la carta igienicaaaa"

Marghe:"No"

Io: "DAII PORTAMELA, come cazzo faccioo"

Pochi secondi dopo, sento aprire la porta e mi volto.

Marghe: "Tieni, ma la prossima volta ti arrangi"

Io: "Grazie"

La porta si è richiusa immediatamente dietro le sue spalle e in un attimo il rotolo mi ha colpito il petto, per poi cadermi tra le mani. L'ho guardato per un po'. Valeva veramente la pena utilizzarlo?

Ne strappai un pezzo. Sembra una cosa banale, eppure è più complessa di quanto non possa sembrare. Generalmente i pezzi di carta igienica li strappo lunghi e poi li ripiego in due. A volte però capita che strappi per sbaglio un pezzo troppo piccolo.
E quindi cosa faccio? Lo butto o lo uso?
Vabbè, tiro lo sciacquone.

Mi alzo e mi stiracchio un po'. La mia immagine allo specchio è raccapricciante. Capelli arruffati, maglietta enorme, spalle larghe, borse sotto gli occhi.
Ma che cazzo di ore sono? Non lo so. Gli avvolgibili sono chiusi.
Mi guardò il polso, l'orologio non è li. Chissà dove l'ho ficcato.
Riprendo il rotolo tra le mani e mi siedo sulla tavoletta del water.

È così strano contemplare un rotolo in modo così intenso?
Sinceramente penso che sia necessario riflettere di più sulle cose che ci stanno attorno. Tendiamo sempre a dare tutto per scontato ed il mondo diventa banale, monotono. Magari lo è, non lo so, ma credo che ci sia sempre quel qualcosa di diverso, di vero, di eccezionale che si nasconde dietro a quello che vediamo.
Ma d'altra parte è solo la mia futile opinione.

In ogni caso, ora sono seduta qui, su questo cesso. Dio, quanto cazzo è freddo.

Ma ho bevuto ieri sera? Perché sto così sfatta?
Eppure mi pare proprio di no.

Vorrei tentare di riorganizzare i pensieri, di capire, ma riesco solo a guardare questo rotolo.
L'ho rigirato tra le mani per un po'. Ho guardato attraverso il tubo, ho cercato di contare gli strati di carta, anche se fallendo miseramente, e alla fine l'ho rimesso al suo posto.

Facile. Il rotolo di carta deve stare nel porta rotoli di carta igienica. In due mosse tutto è stato sistemato.

Benissimo, ma adesso qualcuno potrebbe gentilmente mettere me a posto?

Voglio dire, ognuno deve trovare il suo posto. Nella vita, nel lavoro, nell'auto, al parco, al cinema, nella fila in libreria, nella società, nello spirito.

È tipo il gioco delle sedie, presente?
Si mettono le sedie in cerchio e si accende la musica. Quando la musica si ferma ognuno deve occupare una sedia, ma qualcuno rimane sempre fuori, non trova posto.

Ecco, questa un po' è la cosa che vogliamo. Trovare il posto, trovare la forma, indossare la maschera, raggiungere stabilità e sicurezza.
E non essere la sfigata di turno che rimane in piedi.
Vogliamo metterci le catene, arrenderci e farci mettere a novanta dalla vita, così che possa utilizzarci ancora e ancora, come questo rotolo.

Eppure è maggio e io ho diciotto anni e adoro la follia della mia caotica esistenza senza vincoli. Anche se è un casino, un casino allucinante.

Marghe: "Ehiii devo entrare in bagno, ti muovi?"

La carta igienica è al suo posto, io non sono al mio. Cala il sipario e posso uscire di scena.

Non giro quasi mai la chiave mentre sono al bagno. Apro la porta e la fisso un po'.

Io: "Fatto"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 27, 2019 ⏰

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