Tutto in una notte

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"La giovane non avrebbe mai immaginato che durante la sua vita, noiosa e pacata di semplice cameriera, un giorno avrebbe servito cocktail durante una festa privata, terribilmente esclusiva e soprattutto blindata. Quando l'agenzia di catering le aveva proposto il lavoro le avevano fatto firmare carte su carte che lei aveva letto distrattamente ma, una delle tante clausole, le era stata letta e ripetuta più e più volte. Il breve rigo recitava:

"E' richiesta la massima riservatezza, nessun dettaglio di ciò che vedrà dovrà essere divulgato, anche il minimo accenno verrà perseguito per vie legali."

Emma, così si chiamava la giovane cameriera, aveva esitato ma poi era arrivata alla conclusione che per lei non sarebbe stato un problema, non era una da chiacchiere o pettegolezzi, così aveva firmato e, prima dell'evento, non ci aveva più pensato ma ora che era lì, strizzata in una divisa da cameriera che non lasciava niente all'immaginazione, capiva il perché di quelle raccomandazioni. La festa si svolgeva in un'antica villa sui colli veronesi, la location era da favola e l'ambientazione scelta per quella particolare festa avrebbe fatto arrossire il diavolo in persona. Gli invitati, uomini e donne di diverse età ma di una sola estrazione sociale, alta molto alta, se ne andavano in giro nelle loro livree adamitiche senza pudore e senza vergogna. A celare qualcosa di loro solo una maschera in stile veneziano che ne nascondeva l'identità. Emma, passato il primo stadio di sorpresa e meraviglia, si adattò velocemente, in fondo aveva un solo unico compito, servire da bere. L'unica nota stonata era stata notare che le altre cameriere, come lei, erano le uniche a non indossare maschere. Quel dettaglio l'aveva resa nervosa perché si era sentita più esposta di chiunque altro.

In quel momento stava percorrendo un corridoio elegante sulle sue scarpe di vernice rossa dal tacco vertiginosamente alto che non facevano alcun rumore, perché i suoi passi erano attutiti dal tappeto rosso sul quale stava camminando. Contava le porte per capire dove avrebbe dovuto fermarsi quando la voce di un uomo, sorprendentemente roca e profonda, la sorprese alle spalle.

"Signorina." Emma si fermò e si voltò pronta a guardare l'ennesimo sconosciuto completamente nudo ma, quando alzò lo sguardo sull'uomo che l'aveva chiamata, rimase sorpresa di notare l'unico uomo in smoking, l'unico vestito in una casa popolata da persone che se ne andavano in giro completamente nude e, inaspettatamente, quel dettaglio la eccitò come non mai. Emma si schiarì la voce e nascose lo sguardo fissando il ritratto di un uomo paffuto alla propria destra, per tentare di nascondere il rossore appena divampato sulle sue gote.

"Eccomi." Disse affrettando il passo, sicura che fosse stato lui a richiedere la bottiglia di champagne al secondo piano.

"Grazie." Continuò l'uomo che la attendeva a pochi passi. Emma si avvicinò e adocchiò l'interno della stanza dalla quale era appena comparso ma non vide nessuno, l'uomo era solo.

"Li', - disse l'elegante sconosciuto che profumava di tabacco e spezie, una miscela accattivante che Emma si sorprese ad assaporare - sul tavolino vicino al divano."

Emma annuì timidamente ed entrò nella stanza, appoggiò il cestello del ghiaccio mostrando, senza volerlo, il suo sedere perfetto, reso sodo ed invitante, da ore di strenuo allenamento in palestra. Emma sentì l'uomo chiudere la porta alle proprie spalle e si raddrizzò spaventata.

"Mi fa compagnia?" Le chiese lui allentando il farfallino fino a sfilarlo dal colletto della camicia. Emma fece un passo indietro, anche se in realtà avrebbe voluto farne due in avanti, verso l'uomo che in quel momento si era sfilato la maschera per mostrare il proprio volto. La sua bellezza mediterranea la lasciò senza fiato come i suoi occhi neri, profondi e dal taglio orientale.

"Sto lavorando, non mi è permessa una pausa, - disse appena si riappropriò della capacita di parlare - e nemmeno di bere con i partecipanti alla festa."

Lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora