Capitolo 1

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Rivali di guerra

Capitolo 1

Chiunque avrebbe riso di lei in quell'istante.

Sarebbe stata lo zimbello di tutta Demacia.

Come aveva anche solo osato abbassare in modo tanto indegno la guardia? Eppure, era sempre stata una donna sveglia. I suoi dettami e gli insegnamenti ricevuti, le avevano fatto capire che mai e poi mai, doveva sottovalutare un nemico.

Anche il più insignificante.

E il nemico contro il quale il suo esercito si era scontrato, era niente meno che la fazione di Noxus.

La sua armata aveva preso parte per una spedizione nel freddo Frejlord e lei, con molta eccitazione, aveva accettato quella chiamata. Era stufa di starsene con le mani in mano.

Non era nel suo carattere restarsene in un angolo e attendere, aveva bisogno d'azione.

Con dolore, digrignò i denti e cercò di far leva sulle braccia per alzarsi quantomeno a sedere.

Bianco.

Immensa, fredda, devastante neve.

Ansante, cercò di guardarsi attorno, giusto per comprendere la sua situazione.

Rassegnata, gettò uno sguardo verso l'alto, cercando di scorgere in lontananza tra nubi, il profilo del pericolante ponte.

Ricordava la lotta nell'abisso ululante, poi l'imboscata ed infine l'attacco.

Erano in troppi. Tutti molto forti e meglio equipaggiati di loro.

Doveva essere una semplice spedizione per portare dei rifornimenti e invece...

Con sguardo carico di disprezzo, osservò l'uomo steso a terra pochi metri più in là.

Era svenuto e la neve iniziava a ricoprire la sua nera armatura.

Un sorriso sbieco le piegò le labbra: “almeno uno me lo sono portato all'inferno”.

Non un uomo qualsiasi, ma il guerriero più temibile di Noxus: Darius.

L'enorme ascia insanguinata giaceva accanto a lui e sarebbe stato un enorme problema se si fosse risvegliato. Velocemente, sfiorò la balestra ancora, per sua fortuna al suo fianco.

Nel caso si fosse risvegliato, gli avrebbe piantato seduta stante una freccia nel cranio.

Con uno sforzo considerevole, si alzò, constatando se avesse tutte le ossa al loro posto. Per suo enorme sollievo, solo la gamba sinistra sembrava malconcia.

Con un sospiro, si scrollò la neve di dosso e preoccupata, alzò gli occhi al cielo cercando le tra le nebbie le bluastra piume di Valor.

Niente, nemmeno un suono all'orizzonte.

Che gli fosse successo qualcosa? Che oltre alla brutta discesa verso il fondo, aveva sbattuto contro qualche roccia?

Poco ricordava e nemmeno lei sapeva come poteva essere ancora viva...

Nuovamente, puntò lo sguardo verso Darius e la bile le salì in gola. Con ferocia, l'aveva attaccata e un crudele ghigno, aveva attraversato le sue labbra.

Il ponte, a causa delle violente scosse, era poi ceduto e imperterrita, si era aggrappata al suo mantello trascinandolo con se.

Se non altro, aveva dimezzato la forza di quell'esercito, pensiero comunque stupido in verità dato che Draven, suo fratello, era ancora là sopra.

Zoppicante si avvicinò all'uomo, cercando di constatare se fosse morto o meno.

“Sciocca” pensò, “come può un uomo del genere essere morto?”.

Aveva sentito grandi storie su di lui, terribili in verità e in cuor suo sapeva benissimo che era ancora vivo. Maledettamente vivo.

Attenta, osservò il suo volto, al momento tranquillo e disteso. Una brutta cicatrice a solcare il suo occhio sinistro e vari schizzi di sangue gli imbrattavano le guance. La neve attorno a lui, però, era tinta di rosso.

Che fosse ferito? O quel sangue non era il suo?

Con decisione, scartò la prima ipotesi accreditando maggiormente la seconda.

Aveva fatto una strage...per quanto sperare non costasse niente, sapeva benissimo che non era possibile.

Nervosa, continuò a studiarlo, non notando nessun segno vitale.

Dannato uomo, la sua morte doveva essere ben più che atroce.

Con un sonoro schiocco di lingua, alzò la balestra verso la sua testa. Era inutile stare a rimuginare, un colpo e tutti i suoi problemi potevano considerarsi conclusi.

Con la mano sinistra, caricò il dardo pronta a sparare contro di lui. Prese la mira e nemmeno il tempo di posare il dito contro il grilletto che i verdi occhi di Darius di spalancarono, vispi e attenti nel sentire quel piccolo suono ormai troppo familiare.

Velocemente, puntò lo sguardo su di lei e, che entrambi lo desiderassero o meno, i loro destini si sarebbero intrecciati in quell'assurda quanto spaventosa storia.

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