CAMILA
Un raggio di luce mi costringe ad aprire gli occhi.
Cerco di girarmi nel letto, ma un braccio possente me lo impedisce.
- Buongiorno.-
Sussurra Alex con le labbra sul mio orecchio.
- Buongiorno anche a te.-
Mi giro e poso le mie labbra sulle sue.
Mi accorgo che indosso solo la camicia che aveva lui ieri sera.
Sul mio viso si disegna un sorriso, ripensando a ieri.
- Che ora è?-
Mugugno.
- Sono le sette.-
- Dobbiamo prepararci per andare a scuola.-
Gli ricordo.- Cami! Va tutto bene?-
Stella si precipita verso di me appena varco i cancelli scolastici.
- Ciao Stella! Tutto ok, tu?-
- Tutto a posto. Allora, racconta: com'è andata con Alexander?-
Arrossisco un po'.
- Uh, direi bene. Che avete fatto?-
Le mie guance, adesso stanno andando in fiamme.
- O mio Dio! Cami, sono felicissima per te! Ma lo avete fatto subito?-
La mia amica inizia a correre di qua e di là per il cortile della scuola.
- Stella, stai ferma! Prima siamo andati al cinema, poi siamo andati a casa mia e-
- Lo avete fatto!-
Conclude lei.
La campanella suona, e ci dirigiamo in classe.
La prima ora passa abbastanza velocemente.
La seconda no: abbiamo Letteratura.
Improvvisamente, bussano alla porta e il prof interrompe l'appello.
- Avanti!-
Entrano cinque ragazzi del quarto anno, tra cui Alexander.
- Buongiorno prof. Siamo qui perché la professoressa di matematica è a casa con l'influenza. Potete ospitarci per quest'ora?-
A spiegare è stato un ragazzo alto, biondo con gli occhi scuri. Mi sembra si chiami Matt.
- Va bene ragazzi. In fondo all'aula, dietro alle signorine laggiù.-
Dice il prof indicando me è Stella.
I cinque ragazzi, si siedono dietro di noi, e Alexander mi fa un cenno con la testa.
- Che carino!-
Sussurra Stella al mio orecchio, e io faccio un salto per lo spavento.
- Ma sei cretina?!-
Le tiro un lieve schiaffo sul braccio.
Dietro, Alexander è Matt sghignazzano.
- Uffa, ma che rompipalle!-
Ribatte la mia migliore amica.
Altre risate provengono da dietro.
- Cosa? Cioè, tu mi fai prendere un infarto e io sarei la rompipalle!-
- Signorine Cottege e Soline, e signori Leah e Dimon. Smettetela!-
Il prof ci riprende.
- Scusi prof.-
Dice Stella.
Lui fa un cenno del capo e lei sorride.
- Leccaculo!-
Le sussurro.
I due ragazzi, stavolta ridono con più gusto.
- Ragazzi basta! Non vi metto la nota ma un punizione ci vuole!-
Faccio cadere la testa sul banco, Stella cerca di scusarsi e i ragazzi sbuffano.
- Allora, visto che l'argomento era il dramma " Romeo e Giulietta", dovrete fare una sorta di rappresentazione per i vostri compagni.-
Spiega il prof.
- Soline e Dimon, insieme e Cottege e Leah. -
Sono con Alex.
- Che dovremmo fare?-
Chiede Matt.
- La tua compagna sarà Giulietta, e tu Romeo. Rappresenterete l'opera in un'ora. Modificate le battute, fate quello che volete, ma voglio che tra due settimane abbiate una rappresentazione pronta. Vi esibirete in palestra. Come ho detto avete due settimane. Adesso andate fuori cosicché non possiate disturbare la lezione. Buon lavoro ragazzi!-
Quando ha finito, usciamo dalla classe.
- Che palle!-
Esclama Matt una volta fuori.
- Già.-
Sento due braccia circondarmi la vita, vi volto e mi ritrovo tra le braccia di Alexander.
- Per fortuna sono insieme a te.-
Sussurra con le labbra sul mio orecchio.
Sorrido e lui mi posa un tenero bacio sulle labbra.
- Aspetta. Voi due?-
Chiede Matt con gli occhi sgranati.
- Ma certo! Non lo sapevi?-
Stella risponde al mio posto, molto euforica.
- No. C'è altro che devo sapere?-
- Che intendi Matt?-
Gli domanda Alex.
- Non so. Per esempio un piccolo Alex dentro la pancia di Camila!-
- Ma no!-
Esclamo io.
- Però, ieri dopo il cinema, loro-
- Stella!-
La interrompo tirandole uno schiaffo leggero sul braccio, dove l'avevo colpita prima.
- Ma piantala! Sei una rompipalle! -
La mia amica si lamenta.
- Oddio, lo avete fatto?-
Matt rovina il mio piano di copertura, e Alexander lo asseconda annuendo.
- Ok, basta! Saranno affari nostri? È poi sarei una rompipalle? Voi volete sapere ogni dettaglio su delle cose mie e sue che non dovreste nemmeno sapere!-
Faccio una pausa, sono abbastanza arrabbiata.
- Quindi, Stella, la prossima volta cuciti la bocca e non dire ai quattro venti che io e lui lo abbiamo fatto! La prossima volta, non ti dirò più nulla!-
Riprendo il discorso puntando il dito contro la mia amica.
- Fa come vuoi! Anzi, vuoi che stia zitta? Benissimo, ciao Camila!-
Stella mi fa un cenno con la mano e se va a sedersi su una panchina in fondo al cortile.
- Cami.-
- Che c'è?-
Urlo ad Alex con le lacrime agli occhi.
Lui fa un passo indietro.
Io mi vado a sedere sotto al grosso pino che c'è nel cortile scolastico.
Alexander si siede vicino a me e mi posa un bacio sulla tempia.
- Scusami.-
Sussurro con la voce rotta per via del pianto.
Mi posa un soave bacio sulla bocca.
- Non è a me che devi chiedere scusa.-
Mi alzo di scatto e corro da Stella.
Spingo via Matt e abbraccio la mia amica.
- Scusami. Non dovevo reagire così. Tu non hai fatto niente, hai solo risposto alla domanda di Matt.-
Lei si scosta per poter guardarmi negli occhi.
- Non fa niente scema. A Matt avresti dovuto rispondere tu, e scusa per questo.-
La abbraccio ancora.
- Resterai sempre la mia pazza preferita.-
Le dico.
- E tu la mia rompipalle del cuore.-
Rido e lei fa lo stesso.
Ci stacchiamo e raggiungiamo i ragazzi.
- Che ne dite di trovarci oggi per la punizione? I testi li potremmo fare insieme e poi il resto lo facciamo divisi, ovviamente.-
Propone Matt.
Tutti annuiamo.
- A casa mia, oggi alle tre. -
Propongo.
- Ok.-
Dicono tutti.
- No. Stella, vieni alle due e mezza.-
Alza il pollice e poi torniamo dentro, visto che la campanella è appena suonata.
Le tre ore successive procedono molto lentamente. Inizio a pensare ai testi, e faccio due scarabocchi su un foglio, nella lezione di diritto.
Quando finisce scuola, vado a casa e faccio pranzo.
Accenno ai miei che oggi verrano qui alcuni amici, e loro hanno semplicemente annuito.
Verso le due, ero sola in casa, fatta eccezione per Marie.
I miei erano a lavoro, sarebbero tornati tardi, e Clara era da una sua amica.
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L'amore che ci lega
ChickLitCamila: 17 anni, carattere forte, e proveniente da una famiglia benestante. Alexander : 18 anni, impulsivo, e proveniente da una normale famiglia di operai. Due famiglie opposte, ma nulla potrà fermarli.