HERE I AM

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POV. PROTAGONISTA (?)

Capelli rossi. Poche lentiggini sparse irregolarmente su entrambe le guance, occhi chiari, ma non troppo, quasi ambrati. Magra, eccessivamente magra. E alta, molto alta. Eccomi qui, io sono fatta così: o troppi eccessi, o troppa mancanza di particolari.

Per me non esiste via di mezzo. Per le persone sono o troppo bella, o troppo brutta.

Il mio nome? Oh beh, quello non importa. Gli altri della mia scuola preferivano chiamarmi "ginger" o "anna dai capelli rossi" o "carotina ammuffita".

Eccomi lì che camminavo impettita e rigida per i corridoi della mia nuova scuola. Con piccoli e dosati movimenti del capo e degli occhi mi guardavo intorno, sperando con tutta me stessa di non suscitare curiosità alla vista degli altri studenti.

Abbassai per un attimo lo sguardo, dopo aver incrociato accidentalmente quello di un ragazzo e, sempre casualmente, andai a sbattere contro un tipo: alto, bel fisico, capelli ingelatinati (troppo gel per i miei gusti) e neri, occhi azzurri come il colore dell'oceano.

"oh, scusami" disse lui, quasi sussurrando.

"figurati, anzi è colpa mia" fu la mia risposta. Il ragazzo se ne andò un attimo dopo, senza neanche rivolgermi un sorriso.

Continuai a camminare senza dare molto peso alla cosa, fino a che raggiunsi il mio armadietto, ultimo della fila sulla sinistra, nel corridoio principale. Lo aprii e ci misi dentro i pochi libri che avevo in mano, lasciando sottobraccio solo il volume di chimica. Richiusi l'armadietto compiendo poi un lungo e profondo sospiro.

Continuai a camminare compiendo piccoli ma veloci passi, come se stessi cercando di scappare da qualcuno senza dare troppo nell'occhio.

Nel bel mezzo della mia stramba corsetta, la mia attenzione ricadde su un foglietto di carta appeso alla parete. Mi fermai di scatto davanti ad esso e lessi la scritta "ISCRIZIONI AL GLEE CLUB"

Glee club. "Esistono ancora i glee club? Non erano passati di moda?" mi chiesi.

Proprio in quel momento si avvicinò a me una ragazza, bassa, mora, dal sorrisetto eccessivamente irritante.

"Scusami, ma.." fece lei indicando il fogliettino alla parete.

"Oh certo" dissi io spostandomi sulla destra. La ragazza scrisse il suo nome sulla lista attaccandoci a fianco una piccola e ridicola stella dorata.

"Rachel Berry" lessi.

Lei subito dopo si accorse della mia espressione confusa così mi disse "Oh stai guardando quella? Beh le stelline mi incoraggiano ad andare avanti per realizzare il mio sogno" "Ah, e quale sarebbe il tuo sogno?" risposi incrociando le braccia "Diventare una cantante e attrice famosa a Broadway" "Oh capisco"

Indietreggiai di un passo ammiccando un accennato sorrisetto nervoso per poi girarmi dal lato opposto del corridoio lanciando un'ultima occhiata a quella ragazza.

~

13.00

Suonò la campanella di fine lezione ed io uscì dall'aula di inglese con una tale velocità da far cadere a terra il cestino dei rifiuti accanto alla porta.

Mi diressi al mio armadietto per lasciare i libri e poi mi guardai intorno cercando con gli occhi la via più breve per raggiungere la mensa.

Imboccai un corridoio e, dopo aver superato alcune aule tra cui quella di astronomia, mi fermai di fronte ad una porta di vetro, attraverso cui potevo vedere il contenuto della stanza a cui conduceva: una scrivania ben ordinata con alcune piante disposte in modo preciso, una libreria stracolma di volumi che non riuscivo bene ad identificare ed infine due poltrone di pelle nera poste davanti al bancone.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 15, 2014 ⏰

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