29.

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La porta dell'ufficio di Roxanne si aprì di colpo proprio quando stava finendo l'articolo per la settimana successiva sull'aumento del surriscaldamento globale.
Flaminia squadrò da cima a fondo Cosimo, per poi spostare un attimo lo sguardo sulla mora e sulla sua espressione incredula.
"Vi lascio soli?" Domandò la bionda, sapendo benissimo la risposta.
"Fate pure con comodo." Aggiunse nuovamente, con un tono di totale apprensività che fece aumentare l'ansia di Cosimo.

Una volta soli l'uomo prese parola, avvicinandosi di poco a lei.
"Perché non mi rispondi ai messaggi? Non vuoi dirmi qualcosa?" Domandò con tono pacato, non voleva che Roxanne si sentisse in qualche modo minacciata.
"Ma no, Cosimo." Rispose lei vagamente, la realtà era che a lui non voleva proprio pensarci.
Aveva preso in considerazione l'idea di evitare proprio il pensiero della gravidanza indesiderata, non voleva neanche porsi il problema.
Che tutto ciò fosse tremendamente infantile lo aveva capito anche lei, ma qualcosa la fermava dal rivedere la sua strategia.
"Di quanto sono in ritardo?"
"Cinque giorni, ma capisci che se mi stressi in questo modo non mi arriveranno mai più? A volte é tutta una cosa psicologica."
"Non so come comportarmi, cazzo. In caso ci fosse..."
"No, Cosimo. Non voglio sentirne parlare. Non ora." Lo ammonì lei, appoggiandosi alla sua scrivania.
"Io mi sto preoccupando. Ma non della situazione, per te. Sei sicura di sentirti bene?" Rispose lui in totale franchezza.
"Sto bene, Cosimo. Davvero."
"Hai lo sguardo totalmente spento." Gli fece notare, continuando a infierire sulla situazione.
"Non ce la faccio più." Rispose lei, poco prima di andare a cercare il petto di Cosimo e cingergli i fianchi. In tutta risposta ricambiò l'abbraccio circondandole le spalle con un braccio ricoperto da una felpa di Moschino.
"Rox per me non é un problema se fosse positivo, davvero." Cosimo non sapeva se quella frase l'avesse pronunciata per consolarla o perché lo pensasse per davvero, in fondo anche lui voleva ignorare il problema a priori.
"Come cazzo facciamo a crescere un figlio se non stiamo manco insieme? É infattibile."
"Beh possiamo prendere in considerazione anche altre opzioni. Potremmo tenerlo a giorni alternati."
"Ti ci vorrei proprio vedere con un bambino che strilla la notte, davvero." Sputò acida, odiava quando Cosimo iniziava a sparare certe cazzate.
"Hai un'idea migliore?" Alzò un sopracciglio, attendendo una risposta.
"No, però la tua idea mi sembra stupida. E comunque mi sembrava di aver detto di non volerne parlare."
"Hai ragione. Questa cosa però potrebbe tenerci uniti."
"Finché non andrai a farti fare pompini da mie ex amiche, sì."
"Smettila di rinfacciarmelo." Rispose lui, visibilmente infastidito dal comportamento di Roxanne.
"Stasera vieni da me?" Continuò Cosimo, sentendo un bisogno inaspettato di tenerla vicino a sé.
Forse si stava facendo coinvolgere troppo dalla situazione.
Forse tutto quello non avrebbe portato a nulla di buono.
"Va bene, però basta parlare di questa situazione."
"Va bene, basta."
"Ora baciami."
Nessuno avrebbe mai capito la loro situazione fuori che loro stessi.
La loro relazione, se tale poteva definirsi, non aveva mai una via di mezzo : o era bianca, o era nera. Prima litigavano e poi si baciavano non appena ne avevano occasione.
Non esisteva una sfumatura che potesse regalare loro un po' di tranquillità.

"In un momento più tranquillo, quando non si parlerà di gravidanze inaspettate, avrei bisogno di chiarire una cosa." Continuò lei, fissandolo negli occhi.
"É grave?"
"Non più grave di una gravidanza, mettila così."
"Mi fai preoccupare però."
"Ho solo bisogno di avere chiara la nostra situazione."
"Oh, okay." Rispose lui, sbarrando gli occhi. "Non so che dirti." Continuò, cercando di assumere un'espressione più tranquilla.
"Cosimo, non voglio avere una relazione aperta. Ho almeno bisogno di capire come muovermi."
"Va bene, quando vuoi ne riparleremo. Ora forse é meglio che vada, così ti lascio al tuo lavoro."
"Va bene." Sospirò lei, "Ma non sparire."
"Non sono mai scomparso." Rispose lui, tirando la porta dietro di sé e lasciando nella stanza un silenzio assordante.

Incinta o non incinta?

Fuori || Guè PequenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora