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Osservo impotente il riflesso che si estende davanti a me. Pelle troppo chiara,gambe così grasse e una pancia troppo non so che. Piccole gocce innocenti fuoriescono da grandi occhi stanchi e lucidi. I polsi segnati da piccole linee rosa,anche se troppo piccole in fondo non lo sono. Debolmente infilo dei pantaloni di tuta e una maglietta larga.

‘Ginevra è pronta la cena!’ urla mamma da giù.

Appena entro in cucina un odore abbastanza delizioso penetra nelle mie narici e la mia lingua affonda in un liquido troppo scivoloso.

‘Sono stanca mamma,devo ancora finire di studiare. Posso andare in camera?’ Le sue sopracciglia si uniscono e il suo viso prende un colore che a me non piace.

‘ Mangia immediatamente qualcosa!’ La voce dura,pericolosa.

‘Non ho fame!’ La gola inizia a bruciare e gli occhi a riempirsi di lacrime.

Con un movimento troppo veloce mi alzo dalla sedia e tutto intorno inizia a girare. Le orecchie mi fischiano troppo forte. Sotto di me sento un qualcosa di troppo duro e mi fa male la spalla. Cerco di aprire gli occhi ma il buio mi acceca. Poi non sento più nulla.

Voglio aprire gli occhi,ma non ce la faccio. Sento qualcosa di rigido nel naso e il braccio mi brucia. Credo ci sia un ago. Sento delle voci. Cerco di concentrarmi su quello che dicono.

‘E’ colpa mia,è solo colpa mia.’ La voce di mamma sembra spezzata e dei gemiti gli escono dalla bocca.

‘Come ho fatto a non accorgermene?’

 Accorgertene? E di cosa? Oddio,ha visto sicuramente i tagli. Cerco di alzare una mano per controllare se ho tutti i bracciali al loro posto, ma non ci riesco. Il mio corpo è duro e pesante. Dopo di nuovo silenzio.

Sento delle urla. Cerco di aprire gli occhi ma non ci riesco,ci riprovo ma nulla. Abbandono questo scopo e mi concentro sul ritmo del mio respiro. Il braccio mi fa ancora più male e sulla faccia non ho più niente. Mi sento più libera. Ho tutte le gambe intorpidite,ma mi sento comunque stanca e son sicura che non riuscirei ad appoggiare piede a terra. Aspetta,ma che ci faccio qui? Perché non riesco ad aprire gli occhi? E mamma? Papà? Sento dei passi.

‘Si sta riprendendo di giorno in giorno. Ce la farà. Signora si calmi.’ Una voce troppo piatta pronuncia calma queste frasi. 

‘Si’ Non avevo mai sentito questo suo tono dolce.

Vengo svegliata da un bip troppo fastidioso. Provo ad aprire gli occhi e le mie pupille vengono ferite da una luce troppo chiara.

‘Ginevra!’ Sento la mano di mia madre sfiorarmi le gambe con delicatezza.

‘Dove sono?’ Mi fa male la gola e anche parlare mi risulta un’impresa troppo complicata.

‘Tranquilla amore,sei al sicuro.’ Sento delle mani accarezzarmi i capelli.

Dei passi troppo duri si fanno largo nella stanza.

‘Ben svegliata signorina. Son sicuro che ora non ricorda nulla,nemmeno il motivo per ritrovarsi un una stanza d’ospedale. L’unica cosa che le dico è di mangiare. Mangia se non vuoi morire.’

Se non mangio muoio. Io non voglio morire. Io voglio solo essere magra. Se sono magra posso essere chi voglio e fare qualunque cosa. Mi viene poggiato sulle gambe un piatto abbondante di riso bollito,in bianco. Senza pensarci due volte prendo il cucchiaio e con un movimento rapido introduco il cibo nella mia bocca. Sentire del cibo in bocca sembra una sensazione primitiva,come se avessi dimenticato il piacere delle cose belle. E mi sento felice. Felice perché per la prima volta qualcuno mi ha imposto di mangiare. Quando prima quello che sentivo era solo ‘Smetti di mangiare,palla di grasso!’. Mangio fin quando mi sento piena ,dopo aver consumato metà piatto di cibo.

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