Capitolo 2

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La sveglia suonò alle sette in punto, non feci tante storie per alzarmi perché andare a scuola non era tanto male,se non sarei andata sarei rimasta da sola a casa e mi sarei sicuramente scocciata,senza far nulla. Dopo aver preso un jeans e una maglia bianca a strisce nere, mi avviai verso la porta del bagno,dove feci una doccia veloce. Legai i capelli in una treccia laterale e mi truccai con un pò di matita sulle palpebre degli occhi e del mascara. Poi presi la mia borsa il telefono e scesi in cucina,dove trovai mia madre a bere la sua solita tazza di caffè in compagnia di mia sorella che invece mangiava un cornetto.

"Buongiorno tesoro." Disse mia madre dandomi un bacio tra i capelli. "Oggi rivedi Mark vero?"Mi chiese. Capii subito a cosa era dovuta la sua dolcezza,presi tempo prima di risponderla per non sentire le sue lamentere, quindi bevvi prima il mio succo d'arancia senza zucchero per poi dirigermi verso la porta per uscire e le urlai un "Non credo."

L'unica cosa di cui avevo bisogno era sentirla parlare alle otto del mattino di Mark e di quanto volesse che nascesse ancora qualcosa tra di noi, ma eravamo stati chiari la sera prima, lui non mi corse dietro,come suo solito,non si preoccupò neanche di chiamarmi una volta rientrato. Forse non ci saremmo più rivolti la parola, ma se non parlarmi lo faceva stare bene allora a me andava bene così,  aveva già sofferto tanto a causa mia e non lo meritava.

Arrivai a scuola dopo qualche minuto. Ovviamente non conoscevo nessuno in quella scuola, pur essendoci per il secondo anno. Il secondo anno scolastico per me era iniziato da circa una settimana e speravo davvero di far amicizia con qualcuno.

La campanella suonò e mi diressi in classe, c'erano tante facce nuove, ma sfortunatamente qualche vecchia faccia conosciuta c'era sempre. Io mi andai a sedere all'ultimo banco  era l'unico posto vuoto.

Quando il professore di matematica entrò tutti stettero zitti, sapevano quanto fosse severo, era conosciuto in tutto l'istituto proprio per il suo carattere duro.

"Allora ragazzi..."stava per fare l'appello quando  la porta della classe di scatto si aprì interrompendo il professore,  una chioma mora e ricciola spuntò dalla porta.

"E lei sarebbe?" Chiese il professore togliendosi gli occhiali.

"Alexandra" si guardò intorno imbarazzata. "Alexandra Mongomeri" concluse poi.

"Si accomodi pure signorina Mongomeri." disse il prof. La vidi avanzare verso di me  così spostai la mia borsa per farle posto,  lei mi sorrise gentilmente forse ringraziandomi in silenzio ed io ricambiai il suo sorriso. Le prime due ore di lezione sembrarono infinite e quando la campanella suonò sia io che Alexandra scattammo in piedi per uscire dall'aula.

In mensa notai che lei era seduta da sola,  ma non avevo intenzione di sedermi accanto a lei, forse aspettava qualcuno, così dopo aver dato uno sguardo ai tavoli ne trovai uno libero infondo all'enorme stanza, presi posto e diedi un morso al mio hamburger e prendendo  un sorso dalla mia bottiglina d'acqua. Mentre chiudevo la bottiglina qualcuno prese posto di fronte a me.

"Ciao" restai sorpresa del fatto che qualcuno mi rivolgesse la parola. "Siamo state insieme all'ora di matematica." Disse quando vide che non le rispondevo.

"Si lo so." Risposi sorridendole.

"Alexandra." Disse tendendo la mano verso di me la quale strinsi presentandomi.

"Ti piace davvero questo cibo?" Mi stava davvero chiedendo del cibo? Forse cercava solo di fare conversazione e l'apprezzai per questo. Mi stava già simpatica.

"Beh in realtà no, ma credimi avevo davvero fame." Risposi toccandomi la pancia.

"Ti capisco,  ma io preferisco pranzare all'uscita della scuola, c'è un McDonald's." Quindi io non avevo mai notato il McDonald's all'uscita della scuola? Era impossibile.  "È dietro l'angolo,  qualche giorno dovremmo andarci insieme."

"Volentieri,  così smetto di mangiare questa schifezza." Mollai il mio panino nel piatto e presi un altro sorso d'acqua mentre Alexandra rideva. "Allora Alexandra..."

"Alex, chiamami Alex." M'interruppe.

"Alex" mi corressi "se nuova di qui?"

"Si mi sono trasferita da poco con la mia famiglia,  loro hanno trovato lavoro da queste parti e penso che li vedrò solo a cena così domani arriverà compagnia per me."

"Tuo fratello?"

"Oh nono, sono figlia unica." Decisi di non chiederle altro, forse non voleva che io lo sapessi e  dovevo farmi gli affaracci miei.

"Karen che ne dici di fare un giro insieme oggi? Mi fai vedere la città,  un pò di shopping, un frullato e via." L'idea non era tanto male ma dovevo finire di leggere 'I passi dell'amore'.

"Non credo..." Le risposi.

"Oh per favore conosco solo te." Fece il labruccio e non potetti declinare l'invito. La campanella suonò e ritornammo ogniuna alle nostre lezioni.

All'uscita della scuola qualcuno mi prese sottobraccio senza preavviso facendomi sobbalzare, quando mi girai incontrai due occhioni di un verde scuro mescolato al nocciola.

"Alex, mi hai fatto prendere un colpo." Dissi portandomi la mano al cuore e chiudendo per un attimo gli occhi, poi sospirai.

"Scusa ma io ti chiamavo e tu non ti giravi." La vidi sorridere.

"Ah scusa non avrò sentito." Forse ero soltanto presa dai miei pensieri, avrei voluto aggiungere ma già sapevo che poi avrei dovuto dirgli  i miei pensieri e non ne avevo proprio voglia.

"Allora oggi sarai la mia guida turistica?" Scherzò facendomi ridere.

"Mh, si una cosa del genere." Mi accorsi che stavamo percorrendo la strada di casa.  "Mi stai riaccompagnando o cosa?" Chiesi curiosa.

"Oh no questa è la strada di casa mia." Poi si fermò togliendo il suo braccio che aveva accompagnato per tutto il tragitto il mio. "Eccoci qua, questa è casa mia. Ti va di restare per pranzo?" Era davvero molto gentile da parte sua, ma mi  sarei sentita un pò a disagio così rifiutai l'invito e proseguii per la mia strada.

Quandi entrai a casa mia, trovai mia sorella e il suo fidanzato a pomiciare sul divano, mi sentirono arrivare e si bloccarono. Vidi lo sguardo insistente e disgustato di John rivolto a me. Quel ragazzo sapeva farmi sentire una merda.

"Ma cosa hai indossato Karen?" E scoppiò a ridere mentre io morivo di vergogna.  Lo ignorai e mi rintanai in camera mia, chiudendomi a chiave. Se non l'avrei fatto probabilmente sarebbero venuti in camera mia a 'scherzare', come dice mia madre, ma io di sentire i loro scherzetti non ne avevo proprio voglia.

Mi spogliai e indossai una comoda tuta e dei calzettoni,poi mi misi sotto le coperte e chiusi gli occhi addormentandomi.

Dopo circa un'oretta mi svegliai. Avevo del tutto scordato di dover incontrare Alex così mi alzai in fretta e tolsi la tuta e i calzettoni per poi indossare gli abiti che avevo la mattina per la scuola.  Mi diressi a casa di Alex e la vidi sul portico di casa sua, probabilmente mi aspettava.  Appena mo vide mi sorrise.

"Ehi pensavo non venissi più" la risposi accennando solo un piccolo sorriso.

Ero da quasi mezz'ora in compagnia di Alex e ad essere sincera era davvero simpatica, le avevo fatto visitare la città. Si stava abbastanza bene nel Bronx nonostante tutto,  era il mio piccolo paesino.

La giornata era abbastanza calda così ne approfittammo per  prendere un gelato il quale mi fu offerto da Alex.

"Sai mi trovo davvero bene con te. Dovresti conoscere Cameron domani." Disse lei mentre passeggiavamo al parco.

"Chi è Cameron? " chiesi continuando a gustarmi il mio amato gelato al cioccolato.

"Ricordi la compagnia di cui ti parlavo questa mattina a scuola?" Annuii ma lei guardava la strada avanti a sé quindi non mi vide. "Cameron è mia cugina." Poi si voltò verso di me e fece quello che doveva essere un sorriso, ricambiai e le risposi.

" Mi farebbe piacere"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 19, 2014 ⏰

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