I'm everything you can't control

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    Le fiamme, le fiamme dell'Inferno, le sentivo, cavolo, le vedevo! Bruciavano intorno a me, mi accerchiavano e io ero all'interno, le memorie tornarono per un secondo vivide e palpabili come se le stessi vivendo un secondo momento.
Non è vero, questa non è la realtà.
Ma ormai era dentro di me, dentro la mia testa e io non potevo farci niente. Come convincere me stesso che non era vero quando lui era proprio di fronte a me? Non potevo, per me era fin troppo reale, tanto reale che spesse volte mi sorprendevo a parlargli, a dirgli di tacere o perfino di essere d'accordo con lui. Era un intelligente bastardo figlio di puttana. Intelligente perché mi conosceva bene, meglio di chiunque altro, forse anche meglio di come mi conoscevo io e sapeva perfettamente quale punti toccare per farmi reagire. Era proprio per questo che adesso non riuscivo più a mandarlo via, la cicatrice sul palmo della mia mano, la premevo, era l'unica cosa che sembrava tenermi aggrappato alla realtà, ma non funzionava più, non più da quando avevo accettato la sua esistenza nella mia mente, gli avevo dato come un permesso per rovinare la mia vita, avevo detto di si ancora una volta. Ma come avrei potuto saperlo? Questa volta c'era stato il trucco e io c'ero cascato in pieno, ma come ignorarlo quando quello che diceva era giusto? C'avevo provato, davvero, ma quella probabilmente era un'ennesima prova della mia debolezza, della mia codardia.
Si era insinuato nella mia testa da quando avevo salvato il mondo sacrificando la mia vita, era da allora che mi perseguitava e anche se talvolta cercavo di nasconderlo per evitare preoccupazioni a Dean, lui era sempre stato con me in un angolo sperduto del cervello che aspettava pazientemente il momento giusto per emergere e adesso era arrivato. Non potevo controllarlo, era al di fuori del mio potere da essere umano, le allucinazioni era diventate sempre più frequenti, intense e durature negli ultimi tempi e non facevano altro che peggiorare, incarnava tutto quello che non riuscivo a controllare e questo mi mandava in bestia e al bastardo piaceva.
Cosa c'è di tanto divertente? Credi di attirare la mia attenzione con le tue battute squallide? Tu non sei me. Non sei me! Perché continui a parlare come se fossimo una persona sola? Perché me? Perché me?
Mi guardava, mi guardava con un sorriso maligno stampato sul viso del povero bastardo che lo ospitava. Sapeva quello che stavo pensando e ne era compiaciuto e annuiva mentre io cercavo ancora di premere la mia cicatrice per tornare alla realtà, per tornare a quel filo così sottile che era diventata la mia stabilità mentale, non volevo che si spezzasse, ma Lucifero ci stava riuscendo.
<< Sammy, Sammy, Sammy... Perché devi essere così melodrammatico? >>
Stai zitto, zitto!
Mi ripetevo fra me e me, non volevo urlarglielo, non volevo dargli ancora più spazio, chissà cosa avrebbe fatto allora, mi tappai le orecchie e evitai il suo sguardo.
Ero seduto sul letto e Dean era praticamente caduto in un sonno catatonico e di certo non mi prestava attenzione, per fortuna, chissà cosa avrebbe pensato, gli sarei sembrato ancora più un mostro ai suoi occhi. Se gli avrei detto che Lucifero era ancora vivo nella mia mente probabilmente avrebbe cercato ogni modo per farmi ritornare normale, non volevo vederlo fallire, Lucifero era li e non più aveva intenzione di lasciarmi. Non volevo fargli del male, non volevo metterlo ai margini del problema, ma era l'unica cosa che potevo fare per il bene di entrambe, bhè...forse solo per il suo. Non volevo soffrisse per me, gli avevo dato fin troppi complicazioni, questa volta avrei dovuto cavarmela da solo anche se probabilmente non sarei uscito vincitore.
Smettila di guardarmi, maledizione!
Ma era ancora li con quel sorriso compiaciuto sulle labbra e con quegli occhi così profondamente diabolici che sicuramente stava provando piacere a vedermi così miserabile, così debole. Gli piaceva quando mi sottomettevo e ammettevo la mia impotenza al suo potere, cavolo sentivo perfettamente nella mia mente.  Strizzai gli occhi così forte da sentire dolore, così intensamente che quando li riaprii era sparito, era svanito nel nulla e finalmente ero in grado a focalizzare quello che mi circondava. Era come essere di nuovo padroni di se stessi, riprendere il controllo della realtà, una pausa, dopotutto una pausa era tutto quello che mi dava. Presto non me l'avrebbe più concessa, meglio approfittarne.
Mi stesi sul letto e su quel cuscino che per renderlo comodo ero costretto a mettere un braccio sotto di esso, e chiusi chi occhi. Mi rilassai, rilassai i muscoli e cercai di buttarmi tutto alle spalle e quando feci per adagiarmi su un fianco, lui era tornato.
<< Oh Sammy, nessun riposo per te, ricordi? >> Era a due centimetri dal mio viso e potevo vederlo perfettamente per quello che era. Sobbalzai e mi rimisi in piedi a fronteggiarlo. Strinsi di nuovo la mia mano e quindi la cicatrice e Lucifero iniziò a ridere sonoramente e mi tappai le orecchie con entrambe le mani chiudendo gli occhi e sperando che quando li riaprissi lui se ne fosse andato, ma no, rimase ancora li a guardarmi compiaciuto e divertito.
Non di nuovo, non di nuovo! Vai via.Era finita, quella era la fine. Non avrei mai pensato di farla finita in quel modo, di andarmene con così poca dignità, ma probabilmente a qualcuno piaceva vedermi in quello stato pietoso e non avrei mai pensato di dirlo, ma stavo impazzendo. La realtà era così confusa e strana che ormai mi sembrava far parte di tutt'altro mondo. Mentre Lucifero era così vero che gli parlavo e non c'era niente o nessuno che potesse salvarmi da me stesso, perché infondo chi è che crede ad un pazzo?

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