Freddie
Mi svegliai con il sole che batteva sul mio viso, controllai la sveglia che segnava le dieci e feci un sospiro di sollievo, avevo tutto il tempo di cercare il piano della mamma, non era una cosa facile visto che la casa era grande e i segreti infiniti, avrei potuto trovare di tutto e di più, decisi quindi di iniziare dalla cantina, ma non prima di aver dato un morso alla mia adorata carota che avevo preso precedentemente in cucina, scesi le scale del primo piano e aprii la porta che mi avrebbe condotto in cantina, diciamo che avevo parecchio lavoro da svolgere, tra gli scatoloni, i mobili e tutti i cazzi di mio padre, non sarebbe stato facile trovare un piano, non ostante sia abbastanza grande, stavo per incominciare quando il telefono cominciò a suonare.Era papà. Risposi subito alla sua chiamata uscendo dalla cantina per prendere segnale e per non far sentire l'ecoChiamata
-Hey amore ti ho svegliato?-
-no Papo- mi bloccai subito, era da quando avevo 10 anni che non lo chiamavo in quel modo, ero sicuro che aveva un sorriso stampato in volto in quel momento
-comunque ti ho chiamato per vedere se era tutto okay--si,tutto benone, tu che fai?- veramente mi stavo interessando a lui? Cosa mi stava succedendo? Era come se avessi avuto bisogno di lui e di un suo abbraccio
-ehm...ho appena finito una delle ultime interviste, se mi dice bene tornerò per le 21 o 22, un intervista è stata annullata- dice un po' titubante per la mia domanda, ma contento del mio interessamento
-scusa, ora devo scappare, a dopo amore mio- disse chiudendo la chiamata e così feci anch'io, rimasi più tosto confuso che per la prima volta in cinque anni mi fossi interessato a lui, ma lasciai i miei pensieri al ricordo del piano della mamma. Controllai da cima a fondo quella cantina abnorme, dove qualunque persona che non vivesse in quella casa si sarebbe persa in un men che si dica, ad un tratto, mentre sistemavo alcuni pacchi polverosi e cadenti mi cadde dalle mani e così anche il suo contenuto, rimisi tutto dentro, ma mi bloccai nel vedere una foto di un ragazzo e un bambino di pochi mesi in braccio con una chiave d'argento attaccata dietro alla foto con una catenina di ferro, subito tolsi la chiave da lì e la misi attorno al mio collo e poi guardai la foto attentamente, certamente il piccolo ero io, visto che avevo riconosciuto papà, ma non capivo dove ci trovassimo: eravamo sotto un albero con due colline affiancate e sulla corteccia c'era scritto qualcosa, ma la foto era troppo vecchia per riuscire a capire il significato, troppo incuriosito dalla foto lasciai perdere gli scatoloni e presi il mio cellulare per scrivere a Zayn
Messaggi
-Zayn posso venire da te, ti devo chiedere una cosa importante-scrissi molto speranzoso che mi rispondesse in un segno positivo, le due spunte diventarono blu
-Certo piccolo biondino, tanto non ho niente da fare, ti mando un auto, dove abiti?-
-Notting Hill 28- dico semplicemente senza pensare che a piedi e con i mezzi per arrivare da lui ci vogliono 10 ore buone
-Scusa se te lo chiedo, ma come cazzo sei arrivato l'ultima volta! CAZZO CI VOGLIO PIÙ DI 2 ORE IN MACCHINA- mi urlò di colpo nel telefono, io sia per abitudine con papà e sua per non sentirlo allontanai il cellulare dall'orecchio per wualche minuto per poi sentire un "mando una macchin, tu preparati" e chiuse la chiamata
E lo feci, chiusi la porta della cantina rimettendo il cellulare in tasca e sistemando il pacco non scordandomi della foto, pensai subito che avrei potuto ricattare papà con quella foto, ma io dico, togliere quel taglio orrendo no? Comunque appoggiai il tutto sulla mia scrivania nera e mi avvicinai all'armadio, dopo più di un'ora a decidere il tutto optai per dei jens neri con uno dei maglioni di papà, che mi stava il doppio, nero di lana e le mia Adidas bianche ai piedi, presi il mio zaino con la bandire dell'Inghilterra che, allungando le fasce mi arrivava al sedere, caricai il telefono al massimo invilandolo dentro esso, presi un sacchetto contenente delle carote baby, un po' di soldi, non di sapeva mai e la batteria di riserva per sicurezza, prima che potessi chiudere lo zaino mi ricordai delle cose importanti, la foto, il mio pacchetto di sigarette con accendino incluso e il mio nuovo ombrello comprato precedentemente, chiusi il tutto e aspettai che l'auto arrivasse, cosa che non tardò ad arrivare, era una limousine nera, non tanto grande, ma spaziosa, entrai e sorrisi all'uomo che conduceva la macchina, anche un suo sorriso non tardò ad arrivare, inserì la chiave appena tolta e mise in moto, stava per partire quando gli porsi una carota per dagli una pausa, in fondo aveva guidato per 3 ore e ora avrebbe rifatto lo stesso solo per me, il minimo era farlo sentire a suo agio e essere gentile con lui, accettò molto volentieri la mia carota e poi riprese a guidare per portarmi a casa di Zay. Quando arrivammo a casa di Zayn avevo gia finito tutte le carote insieme a Kirby, avevo scoperto che aveva 19 anni e che Zayn lo aveva assunto per dargli una mano con sua figlia Star, aveva una figli di appena un mese, nata per errore e lui e la madre avevano deciso di tenerla, l'avevano chiamate Star perché era come una stella che illuminava la loro vita, io rimasi a bocca aperta per la storia. Salutai Kirby con un batti pugno e mi diresti da Zayn, appena mi vide mi salutò per bene e mi offrì del cibo, ma io rifiutai, io e Kirby ci eravamo andati pesanti con tutte quelle carote, ad infrangere i miei pensieri fu Zayn
"Allora che cos'era questa cosa così urgente" chiese prendendo una mammella, io gli porsi la foto e la chiave, appena vide la foto tra poco si strozzava
"Mi sai dire dove ci trovavamo?" Chi chiesi speranzoso in una risposta positiva, lui fece un sorriso e mi prese per il braccio chiamando Kirby, subito prese la macchina e io senza fiatare o muovermi feci quello che mi ordinò Zayn, dopo un oretta arrivammo in in posto sperduto dove c'era solo verde, ma non capivo che cosa ci facevamo qui
"Seguimi" disse iniziano a camminare nel prato di margherite che ci circondava, io amavo le margherite, sono così semplici e pure sanno essere le più belle, ne raccolsi un po' e con una cosetta riuscii a seguirlo, si fermò sotto un albero e si piegò a togliere delle erbacce che circondavano una lastra di pietra, io sbiancai di colpo e delle lacrime rigarono il mio viso e Zayn non fu da meno
Qui giace una donna unica, gentile, premurosa e amata da tutti, ha deciso di dare la sua vita al signore per salvarne un' altra bisognosa fi vita. Qui giace Laura Boldrini una donna unica
-16 febbraio 1993. -20 luglio 2004.
Zayn mi porse la foto e mi indicò la quercia vicino a me dove c'era scritto
L+L+F
"Tuo padre ha voluto sepperlirla qui, era qui che durante un picnic hanno deciso il tuo nome e per farlo sapere a tutti lo hanno inciso con un coltello" altre lacrime scesero sulle mie guance mentre tenevo ancora la chiave tra le mani
"E questa? Che cosa apre, era attacca alla foto" lui la prese dalle mie mani vedendola attentamente, anche se era difficile avendo gli occhi rossi e gonfi
"Non lo so piccolo, non ne ho idea" dice "adesso è meglio se torni a casa, se no tuo padre si spaventa" dice per concludere, io annuisco per poi entrare in macchina con Zay dove Kirby ci avrebbe portato a casa mia, arrivati salutai Kirby con un pugno e Zayn con un bacio sulla guancia per poi sussurargli un "grazie zio" e lo lasciai così, entrato a casa avevo avuto tempo solo per levarmi le scarpe e per mettere il tutto a posto mentre, pensando a prima delle lacrime scendevano sul mio viso, vole papà, volevo un suo abbraccio e i suoi baci caldi e accoglienti, neanche due secondi che il mio desiderio si avverò sentendo un "sono a casa" urlato a squarciagola, uscii dalla camera correndo e altrettanto sulle scale per poi correre nelle sue braccia scoppiando a piangere, per la prima volta lui c'era al momento giusto e nel posto giusto
"Hey amore, che hai? Chiese accarezzandomi i capelli e lasciandomi dei baci
"Mi sei mancato tanto" ed era vero, mi era mancato come l'aria, non era vero che non avevo bisogno di lui, ne svevo bisogno eccome, lui ridacchiò mi abbracciò per poi ordinare delle pizze e chiudere questa giornata stressante
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piano d'argento Freddie Tomlison
RandomCiao a tutti, si, sono io il figlio di Louis Tomlison, il famoso cantante Britannico. Questa storia è ambientata quando avevo 15 anni, mia madre è morta quando sono nato e mio padre non voleva che sapessi di lei