Freddie
Ero steso sul mio letto dalle coperte blu mentre leggevo il mio libro preferito, ovvero "Romeo e Giulietta" ero quasi arrivato al punto della morte di Romeo che un cigolio mi distoglie pienamente da Romeo, la porta della mia camera si apre dolcemente facendo intravedere il ciuffo di capelli marroni di mio padre e poi il suo sorriso, io a sua volta ricambiai quel sorriso stupendo me scompreso, mesta faccenda mi stava facendo scoprire le mie difese e facendomi aprire a mio padre"Ciao, disturbo?" Chiese oltrepassando l'ingresso della mia camera, chiusi il libro, ovviamente non prima di aver messo il segnalibro e gli fece un sorriso dolce
"No, tanto non era la prima volta che lo leggevo" affermai facendo spallucce, si avvicinò a me sedendosi sul letto e io appoggiai la mia testa sulle sie gambe, di solito questa cosa la facevo solo con zio Ninni o con zio Zazza, be..si..avevo preso l'abitudine di chiamarlo zio e a lui non sembrava dispiacere, quindi io non lo ponevo un problema, papà incominciò a fare delle piccole carezze sui miei capelli e io chiusi gli occhi per il piacere, fino a quando non parlò
"Piccolo, senti-" non lo lasciai finire che lo anticipai parlando
"Fammi indovinare, devi andare a lavoro e starai da ora fino a sta sera alle undici" alzai lo sguardo verso di lui che storse il naso
"In realtà volevo dirti che ora esco a lavorare e torno alle sette con gli zii per fare una cena tutti insieme, ma se non ti-" lo fermai subito alzandomi da quella posizione per mettermi davanti a lui
"Non ci pensare neanche, lui...cioè loro vengono" lui rise per poi alzarsi e lasciarmi un bacio sulla testa per andare a lavoro, ero contento che sarebbe venuto zio Ninni, non avevo intenzione di parlargli di tutti i casini e delle informazioni raccolte sulla mamma, per il semplice motivo che se lui non me lo aveva confidato, non era il caso di scatenare la terza guerra mondiale. Appena fui sicuro che papà fosse troppo lontano per tornare indietro mi misi in cerca del piano della mamma, ormai avevo tappezzato tutta la casa, da cima a fondo e niente, avevo paura che papà avesse avuto il coraggio di buttarlo, fino a quando non mi venne un idea, la soffitta non l'avevo ancora del tutto perlustrata, forse si trovava lì, salii le scale in tutta fretta cercando un ogni singolo ancogolo di quel posto, ma niente, mi sedetti con il sedere sul pavimento sporco e appoggiai la schiena sulla parete, posai la testa sul muro e incominciai a batterla, 1..2..3..4..5, alla sesta testata presi una cosa di ferro che mi fece urlare dal dolore, mi alzai di scatto e toccai quel muro, non era un muro, ma una porta, mi ricordai subito della chiave che avevo al collo, inserii la chiave e la porta si aprì in un cigolio che mi fece rabbrividire, oltrepassai la porta e vidi un interruttore, provai ad accendere la luce, ma si fulminò, decisi di usare un vecchio modo, la torcia del cellulare, l'accesi e mi ritrovai in una stanza colma di ragnatele e di polvere, camminai ancora per un po' fino a quando non andai a sbattere contro qualcosa che mi fece imprecare in tutte le lingue esistenti, perfino quelle inventate tipo il signore degli anelli, puntai la torcia su di esso e lo vidi, era proprio lì, il piano della mamma era lì, mi scesero delle lacrime di gioia. Mi avvicinai ad esso ancora di più, lo illuminai e avevo un aspetto stupendi: era d'argento bianco, aveva scrito il nome della mia mamma e aveva inciso delle rose disegnate alla perfezione, era stupendo, posai il cellulare su di esso per far luce, mi sedetti sullo sgabello e suonai vari tasti, ma il suono era strano, aprii la parte davanti del piano e trovai una scatola di legno un po' rovinata tra le corde di esso, la tolsi cercando di non rovinare pe corde e trovai una composizione con il piano e il testo, mi risedetti su quello sgabello e incominciai a suonare, avevo visto un paio di tutorial su Internet per imparare a suonare e piano piano riuscii a suonare la composizione, la suonai per ore e ore, fino a quando non mi squillò il telefono per un messaggio
Messaggio
-Amore ti devo parlare-
13:07-Fredie rispondi, ho capito di che cosa è la chiave-
14:56-Cazzo, rispondi mi stai facendo preoccupare-
15:11Quando lessi erano tutti i messaggi erano passati pochi minuti dall'ultimo messaggio, stavo per scrivere, la mia amata suoneria mi precede da zio Zazza, ero morto
Chiamata
-Hey-non mi fece continuare che iniziò ad urlare peggio di papà quando tornavo alle sei del mattino
-è da più di due ore che ti cerco e quando finalmente riesco a contattarti tu mi dici "Hey"!-
-scusa zio, io er-
-non mi frega niente di quello che stavi facendo! Lo capisci che mi hai fatto prendere un colpo!-
-mi dispiace, non era mia intenzione-
-e ci credo che non era tua intenzione, conunque ti ho cercato per dirti che prima che me ne andassi ho sentito parlare della chiave che mi hai fatto vedere tu con tuo padre e tuo zio Niall-
-zio Ninni sapeva del nascondiglio di papà e della canzone?!-
-che nascondiglio? Che canzone?- ovviamente lui non poteva saperlo, quindi gli raccontai il tutto
-zio, io non ne posso più, voglio la verità, non ne posso più di tutte queste bugie-scoppiai a piangere
-amore, nono, non piangere, non sei da solo, ci sono io con te, non avere paura-mi asciugai le lacrime e ci salutammo, io con un ciao e lui con un bacio.
Suonai ancora e ancora, avevo perfino salta il pranzo e la merenda per suonare e cantare quella fantastica canzone, ma mi dovetti fermare, quando mi arrivò un messaggio da papà che diceva che stavano arrivando, chiusi il tutto e scesi giusto in tempo per aprire la porta a mio padre che aveva suonato precedentemente, tutti mi salutarlo e io ricambiai, un po' freddamente cpn zio Niall e credo proprio che se ne accorse, ma quando arrivai a papà mi tuffai tra le sue braccia stupendo tutti anche me stesso, era da tutta la giornata che volevo che fosse con me e finalmente era lì. La cena passò lenta con me che ignoravo zio Ninni e papà che mi guardava male
"Che palle, non riesco a capire dove sbaglio" ad attirare l'attenzione fu proprio lui
"Che cosa non riesci a capire?" Chiese mio padre
"La nuova canzone del mio album, è come se qualcosa suonasse" ci fece sentire la canzone e non era lui che stonava, ma il testo del piano a non funzionare correttamente, nessuno sapeva che dire, allora parlai io
"È facile, il testo del piano la Do, Re, La, Si, ma dovrebbe finire in Sol, così sarebbe più dolce e la canzone avrebbe il suo senso" tutti si girarono verso di me straniti, cazzo, che avevo combinato!
"Almeno credo" risi nervoso mentre mangiavo la mia pasta al sugo ormai fredda
"Lo prenderò in considerazione" rispose zii Ninni, ad un tratto suonò il telefono ed era zio Zazza che mi diceva che mi fece ridere attirando l'attenzione su di me, ma come mio solito tolsi il mio piatto e andai di sopra a parlare con l'unica persona che non mi mentisse
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piano d'argento Freddie Tomlison
RandomCiao a tutti, si, sono io il figlio di Louis Tomlison, il famoso cantante Britannico. Questa storia è ambientata quando avevo 15 anni, mia madre è morta quando sono nato e mio padre non voleva che sapessi di lei