Chapter Sixteen

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“Terra chiama Clara” Giacomo mi sventolò un panno davanti alla faccia per richiamare la mia attenzione. Gli sorrisi imbarazzata “Scusa, ho la testa altrove” sussurrai.

Era da ieri sera che non riuscivo a smettere di sorridere e questo era piuttosto strano dato che non era nella mia natura sorridere così tanto, ma d’altronde ero talmente felice che lei fosse diventata la mia ragazza, che avrei potuto persino offrire cappuccini a tutti quel giorno.

Era successo tutto così velocemente che forse, nemmeno me ne ero accorta. Era passato davvero tanto tempo dall’ultima volta che mi ero sentita così leggera e spensierata. Forse quella ragazza mi aveva un poco distratto dal mio grande sogno, infatti avevo un po’ abbandonato lo studio, ma non ci feci molto caso e, per una volta, diedi peso più ai miei sentimenti.

“Si, hai ragione, l’hai lasciata fra le sue gambe” mi prese in giro, schivando poi il bicchiere in plastica che gli lanciai pochi istanti dopo, sorridendogli sarcastica. “Ma falla finita” gli dissi mentre mi avviavo a  prendere l’ordinazione del gruppo di ragazzi che era appena entrato, per poi tornare dietro il bancone e iniziare a servirli.

Quando mi appoggiai al ripiano in marmo, presi il cellulare per vedere se mi aveva scritto qualcosa ma niente. Ci eravamo lasciate la sera prima davanti a casa mia, dopo almeno una decina di baci. Era così bella che non riuscivo a staccarmi da lei e il modo dolce in cui mi guardava aveva reso ancora più complicato il momento in cui avremmo dovuto dividerci, anche se solo per poche ore. Quel suo fare da bambina mi aveva completamente stregata così come i suoi occhi. Mi faceva sentire tremendamente speciale il modo in cui mi trattava, sentivo tutto l’amore da parte sua; la sua delicatezza nell’accarezzarmi e il sorriso che per tutta la sera non aveva abbandonato il suo viso, erano le  cose che mi erano rimaste più impresse.

“Ma quanto sei bella?” mi risvegliò la sua voce. Per un attimo pensai di essermela immaginata, forse avevo viaggiato troppo con la mente, ma quando mi risvegliai dal mio stato di trance la trovai appoggiata con i gomiti al bancone, mentre mi guardava con un sorriso mozzafiato. “Ciao” le sorrisi, andandole subito incontro.

Non persi un secondo; mi era mancata così tanto che la raggiunsi dall’altra parte del bancone e le presi la faccia fra le mani, guardandola un secondo negli occhi per poi unire dolcemente le nostre labbra. “Uhh” sentii sussurrare da dietro di me, ma non mi staccai, consapevole che l’artefice di quel verso fosse Giacomo.

Quando mi staccai, la sua espressione era piuttosto sorpresa; “Scusa, ho esagerato” le dissi scostandomi di poco, ma lei mi prese per i fianchi e mi riavvicinò al suo corpo “Ma scherzi? Ero sorpresa perché non pensavo fossi così audace, tutto qui, mi è piaciuto da morire e anzi, mi sto proprio chiedendo perché non me ne stai dando un altro”

Lei unì nuovamente le nostre labbra in un dolce bacio, per poi stringermi in un abbraccio. “Ti faccio un cappuccino con doppia schiuma” le sussurrai all’orecchio, per poi staccarmi e prepararle la bevanda.
Giacomo le si parò davanti e le tese la mano. “Piacere, Giacomo” gli sorrise e lei gli strinse la mano “Asia”.

Le diedi il cappuccino e la osservai mentre prendeva qualcosa nello zainetto rosso. “Tieni” disse, mettendo sul bancone un paio di chiavi grigie, prendendo poi il bicchiere di carta contenente la bevanda. “Cosa sono?” le chiesi e lei mi sorrise furba “Sono le chiavi del mio appartamento” esordì prima di sorseggiare il cappuccino.

“Voglio trovarti lì quando torno a casa” mi fece l’occhiolino e sentii le mie guance andare a fuoco. “Ordino la cena?” lei scosse ampiamente la testa “Ti porto in un posto che arriva quasi alla tua altezza, piccola” mi baciò dolcemente le labbra prima di avviarsi verso l’uscita.

Rimase sulla soglia della porta a fissarmi per qualche istante, poi “Mi hai completamente stravolto l’esistenza, ragazzina” sussurrò prima di chiudersi la porta alle spalle.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 30, 2020 ⏰

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