Avreste mai pensato che la persona che più odiate possa diventare l'unica che vorreste al vostro fianco?
Beh, sembra strano ma nel mio caso successe proprio questo.
Tutto iniziò un giorno. Il giorno più bello di sempre, il giorno in cui arrivai finalmente in una nuova città, Miami. Prima abitavo a Londra, ma non mi è mai piaciuta, ho sempre preferito le grandi metropoli.
Quando ricevetti la notizia del nostro trasferimento non potevo crederci, ero al settimo cielo.E finalmente eccomi qui, davanti alla mia nuova casa, con i miei genitori e i miei nonni, e sfortunatamente anche con mio fratello.
«Stephanie, tesoro, riesci a portate questa borsetta dentro?» mi chiede mia nonna allungandomi la sua borsa enorme, altroché borsetta. Ma accetto e l'afferro portandola in casa.
La casa è magnifica, è enorme, con due piani, quattro camere da letto e tre bagni.
Poso la borsa sul tavolo e salgo le scale per decidere la mia camera.
Ispeziono tutte le stanze, ma una mi colpisce più di tutte, la camera con vista mare.
Il mio sogno da sempre, vedere l'oceano blu da casa mia, senza per forza fare chilometri per ammirare la sua bellezza.«Ho scelto la camera!» urlo per farmi sentire da tutti.
«Brutta stronza, volevo prenderla io questa!» esclama mio fratello giungendo ormai in camera mia. «Dovevi arrivare prima!» gli faccio la linguaccia e scendo al piano di sotto per prendere tutte le mie cose. «Mi vendicherò, sappilo!»
«Dai ragazzi, siamo appena arrivati, non litigate!» ci riprende nostra nonna.Avete presente il classico ragazzo bello, intelligente, atletico e che piace alle ragazze? Ecco, mio fratello Cameron è esattamente così, più o meno.
Io e lui siamo sempre stati così, cane e gatto. E ovviamente io sono il gatto.
La gente crede che avere un fratello che abbia due anni in più di te sia magnifico, ma decisamente non hanno la più pallida idea di cosa stanno dicendo.
L'unica cosa positiva di avere un fratello più grande è che puoi rubargli i vestiti.«Ragazzi dopo prendiamo le pizze.» ci informa nostro padre spuntando dalla cucina.
Esulto portando le mani al cielo, insomma, chi è che non ama la pizza?!«Vi piace la casa?» ci chiede sedendosi sul divano insieme al nonno. «Sì, papà è bellissima!» annuisco e mi guardo intorno. «Sì è carina...» risponde Cameron alzando le spalle. «Sapete le feste che si possono organizzare in case come queste!» esordisce nonno guardandosi attorno. «Papà!» lo riprende la mamma entrando insieme alla nonna in soggiorno. «Che c'è? È vero!» alza le spalle e continua a leggere il suo giornale.
Nonno è uno spirito libero, un ventenne nel corpo di un sessantenne.
«Vado a fare un giro, Cam vieni con me?» chiedo a mio fratello, anche se so esattamente cosa risponderà. «No, la Play mi sta aspettando.» risponde e sale al piano di sopra. Come previsto.
Scuoto la testa e prendo il mio telefono ma prima di uscire di casa saluto tutti, «Torno tra poco!»
Chiudo la porta alle mie spalle e comincio a camminare verso il mare sulle note di "Do I Wanna Know?" degli Arctic Monkeys.
Osservo le grandi strade di Miami e mi fermo ad osservare ogni singolo edificio che si presenta davanti ai miei occhi.
È incredibile che io sia qui.
Arrivo alla spiaggia e comincio ad osservare l'oceano davanti a me, quando sento arrivare sulle mi gambe una palla da pallavolo.
La prendo e mi guardo intorno per scoprire l'artefice di questa pallonata sulle mie gambe.«Oh Dio scusami!» sento dire da una voce alla mia destra. Una ragazza bionda viene verso di me.
«Ti ho fatto male?» mi chiede guardandomi preoccupata. «No, tranquilla», sorrido, «È tua?» indico la palla. La ragazza annuisce. «Tieni.»
«Grazie mille, scusami di nuovo!» esclama correndo verso i suoi amici.Osservo per un'ultima volta il mare e percorro il tragitto per arrivare a casa.
Arrivo davanti alla porta e suono il campanello.
«Sei arrivata giusto in tempo per le pizze.» dice mi madre aprendo la porta.
Poso il telefono sul tavolino in soggiorno, corro in bagno a lavarmi le mani e scendo in cucina.
«Dove sta la mia pizza?» dico con l'acquolina in bocca. Caspita, queste pizze hanno un profumo favoloso!
«Là.» mia nonna indica il posto davanti al suo.
Mi strofino le mani e mi fiondo sulla sedia.
Prendo la prima fetta di pizza e la divoro, letteralmente. «Buon appetito!» esclamo.