LA MALEDIZIONE DI OSIRIDE

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Tra le sale del maestoso palazzo, lo scriba percorreva a gran velocità i corridoi con fare nervoso.
"Dannazione" disse tra se e se ad alta voce "come faccio a dire al Faraone quanto accaduto"
"Dirmi cosa, Hapset?"
L'uomo, dopo un gelamento di sangue che lo paralizzò per qualche istante, si voltò lentamente.
Alle sue spalle vi era nientepocodimeno che Bayek at Kamir, il Faraone.
"Sembri preoccupato Hapset, cosa vuoi dirmi?"
Lo scriba deglutì a fatica.
Il Faraone era un cammello bellissimo, dagli occhi azzurri e il pelo color sabbia bagnata, il fisico mostrava generosamente i risultati di rigidi allenamenti e ben si sposava all'oro dei gioielli che indossava. Il rosso dei rubini incastonati negli occhi dei serpenti sulla punta dello scettro e della corona faraonica annichilivano con sguardo superbo chiunque si volgesse a lui.
Le quattro guardie del corpo alle spalle di Bayek non accennavano a staccare lo sguardo dallo scriba, che tremava come un topo in trappola.
"Faraone" si fece coraggio lo scriba "tutti i carri di lupini provenienti da sud sono stati assaliti e depredati, le navi sono state saccheggiate, e il capospia, non potendo venire qui a Palazzo, ha mandato me, e..."
Il Faraone Bayek fissò l'uomo con uno sguardo impenetrabile, alzando il capo, quasi come se volesse ergersi ancora di più.
Il terrore dello scriba era giustificato. Si diceva, in città, che chiunque tangesse l'umore del Faraone poteva ritenersi fortunato se se la cavava con la testa infilzata su una picca. Bayek era temuto, ma altrettanto amato. Era infatti un gran conquistatore e abile condottiero, nonché colui che risollevò l'economia, precedente in affondo sotto il precedente faraone.
Veniva chiamato in molti modi, come "Il Liberatore", o " Il Pugno di Tolomeo" (non per meriti di servizio sotto di esso, ma perché gli diede letteralmente un pugno in faccia senza motivo, così forte che Tolomeo andò via chiedendo scusa).
Bayek si avvicinò quindi allo scriba che ormai era diventato più bianco del marmo dei pilastri, gli accarezzò il volto con grazia divina e gli diede un bacio che, posso giurare, non aveva assolutamente nulla di omosessuale.
"Grazie delle informazioni, Hapset. Ora dimmi, dove posso trovare il capospia?"
"Ma, Faraone, il Ragno proibisce che-"
"Shhh" lo interruppe Bayek, muovendogli il dito lungo il petto come una sorta di carezza.
"Adara è meravigliosa, l'ho vista al fiume. Sai, le mie guardie, qui, è da molto che non si concedono ai piaceri della carne"
"No la prego" iniziò a piangere "vi prego, non fate del male a mia figlia vi prego!"
"Questo sta a te. Devi solo dirmi dove si trova il Ragno, tutto qui"
"Al porto! Nella baracca con la porta blu vicino la bancarella del pesce di Kapsitsaptertsuraptenmir! C'è un sotterraneo, lui è lì! Vi prego lasciate stare mia figlia!"
"Grazie della collaborazione Hapset, puoi andare"
"Grazie Faraone!" si lasciò andare ad un sorriso ebete "gli dèi vi proteggano!"
"Gli dèi dici?" Bayek rise di gusto "IO sono il Dio. Ad ogni modo, sei libero, puoi andare. Ma non prima di darmi la tua gamba."
"Cosa?" urlò in preda ad una disperazione pelata "ma vi ho detto la verità!"
"Mai, e dico MAI esitare dinanzi al Faraone. Dovevi dirmi tutto subito, senza neanche darmi la possibilità di chiedere, figurarsi insistere. Questa mancanza di disciplina ti perseguiterà per tutta la vita, perché ho deciso che prenderò anche un braccio, e perché no, un occhio. Ragazzi!" batté le mani, e le guardie iniziarono a trascinare via il disgraziato, che continuava a piangere ed implorare pietà.

Le urla strazianti provenienti dal Palazzo fecero venire la pelle d'oca a chiunque fosse nei paraggi.

BLACK CAMEL - stagione 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora