Capitolo 7.

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Un raggio di sole mi sveglia. Mi alzo di colpo dal materasso e mi rivesto. Solo dopo qualche secondo mi rendo conto che Dylan non c'è.

Esco dal capanno degli attrezzi ed entro in casa. Appena varco la soglia vedo mamma e Colette sedute al tavolo. Dio.

- Ciao Jonathan - mi saluta Colette con la sua vocina stridula.
- Ciao -
- Ma dov'eri? - interviene mia madre.
- Ehm, con Shawn -
- Ah, potevi avvisare -
- Lo so, mi sono dimenticato -
- Vi lascio soli ragazzi. Vado a fare delle commissioni, tornerò alle 16 -

Colette si alza dalla sedia dov'era seduta e si siede su quella accanto alla mia:
- Sai, mi sei mancato un questi anni -
- Anche tu - mi sforzo di dire.
- Beh, sarò tua moglie tra meno di cinque mesi e non mi hai mai baciata, Jonathan -

Dio, dimmi di no ti prego.

Mi mette le mani al collo e mi bacia.
Baciare Colette non è così male, diciamo che è molto meglio quando sta zitta piuttosto che quando parla:
- Andiamo -
- Dove? - chiedo.
- In camera tua -
- Cos.. -

Mi trascina in camera mia, quasi a forza. Mi butta sul letto e mi passa un preservativo:
- Pronto? -
- Veramente... - esito.
- Veramente che cosa? -
- Non vuoi arrivare vergine al matrimonio, Colette? -
- No sciocchino -

Si leva la gonna e sbottona la sua camicetta color cielo, scioglie le sue lunghe trecce dorate e mi stende a letto. Si avvicina con le labbra al mio orecchio sinistro:
- Ora tocca a te - sussurra.

Non me lo faccio ripetere due volte. Per la prima volta dopo tempo, sento che sto per fare la cosa giusta.
Mi spoglio ed infilo il preservativo.
Mi stendo su di lei:
- Vado? -
- Vai - respira profondamente.

Cerco di fare il più piano possibile, voglio che abbia un bel ricordo della sua prima volta. È tutto molto dolce e stranamente sincero, e soprattutto dannatamente normale.

[...]

Abbiamo concluso. Colette è appoggiata al mio petto ed io sto fumando una sigaretta. I suoi capelli biondi le incorniciano il viso delicato, e i suoi occhi blu luccicano baciati da un raggio di sole.
- È stato bello. Grazie Jona -
- Di nulla, anzi, grazie a te -

Ci rivestiamo e scendiamo in salotto.
Ad aspettarci, come immaginavo, purtroppo ci sono le nostre madri che stanno sorseggiando té.

Colette si ferma a parlare delle nozze; io esco di casa per andare a Lezy Beach. Ho voglia di passare del tempo da solo.

Appena arrivato mi siedo sulla sabbia, fermo a contemplare il mare.
Questo è il posto più bello della terra, non c'è mai nessuno, solo il rumore del mare ed il vento che scompiglio i capelli.

Mi chiedo spesso ultimamente cosa penso di fare. Cioè, devo sposare Colette, ed è la cosa migliore da fare per il mio futuro. Il mio problema è un altro ed ha nome e cognome: Dylan August Smith.
Ho lasciato che quel ragazzo stravolgesse la mia vita, ed ora non so più cosa fare.
Dylan mi piace, credo.
Se l'ho baciato qualche volta e ci sono andato a letto è accettabile, ma se la cosa dovesse farsi seria, beh, non saprei come uscirne.

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