Stava così, camminando lungo il solito sentiero, era notte, era il tempo di compiere ciò a cui era dedito fare, ciò cui era eternamente destinato
Quasi facendola oscillare accompagnava la sua falce sulla spalla, sin dai suoi primi momenti di vita (in caso li si possano definire tali) non la aveva persa di vista per un istante a tal punto da considerarla oramai una sua amica; un manico osseo teneva stretta quella ricurva lama che ad ogni luna risplendeva pallidamente, e, quasi come un prolungamento del braccio stesso, il mietitore la brandiva non curante del suo peso... e del peso delle vite che aveva mietuto assieme ad essa.
L'obbiettivo era uno dei tanti, una fragile anima giunta al termine del proprio cammino e che suo malgrado sarebbe stata raccolta da Egli, in mente nient'altro che il suo dovere: raccoglierla e consegnarla dove solo i morti sanno; finché ad un tratto, giunto quasi al termine del sentiero, un piccolo volatile non curante di chi o cosa Egli fosse si poggiò sul manico della falce e stranamente il mietitore restò affascinato per poi delicatamente porgerli un dito ed accarezzare l'innocua cretura.
Un osseo spirito addolcito da un uccellino, colui che raccoglie vite quasi intenerito da quella piccola e isignificante anima... anche lui avrebbe sempre voluto non aver avuto paura di sé stesso.
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Cantici della Lama
HorrorUna serie di morti Una serie di avvenimenti Una serie di uomini, donne e bambini in preda al panico Una serie di grida Una serie di tetri significati Non può essere Egli mietuto se egli stesso è colui che miete Oh fragili anime, preparatevi all'i...