Elly seguiva Felas, tenendola per mano. Non sapeva perché ma avere un contatto fisico con lei le dava la sensazione di essere al sicuro. Nonostante i quasi quindici chili di grasso in più, notò che riusciva a muoversi abbastanza bene. Ciò che era realmente cambiato era la percezione del proprio corpo. Ogni passo faceva ondeggiare poco le sue nuove, abbondanti curve e ciò le trasmetteva una sensazione di piacere incommensurabile. Con un brivido lungo la schiena, si rese conto che non aveva chiesto dove crescessero i frutti dell'abbondanza per curiosità: Elly ne voleva altri. Guardò in basso, osservando gli immensi glutei di Felas che ondeggiavano a ogni passo e ormai l'autocontrollo di Elly era agli sgoccioli. Lei bramava quella donna e vedere le sue curve così dannatamente vicine non faceva altro che accrescere il suo desiderio di prenderla e di stringerla a sé, affondando in tutto quel grasso. <Ma che mi prende? È forse quest'isola?> ma la verità è che questo è ciò che ha sempre voluto. Fin da bambina, non ha mai potuto esprimere appieno ciò che voleva fare, con genitori soffocanti che la obbligavano ad esercizi, fisici e mentali, diete per tenere sia il corpo che la mente al loro massimo potenziale e a frequentare solo la gente che conta e che avrebbe potuto accrescere il loro status sociale. Ma ora i suoi genitori non c'erano e lei poteva finalmente essere sè stessa: poteva evitare tutti gli allenamenti, tutte le diete e poteva finalmente esprimere tutto ciò che lei si sentiva dentro. Nonostante tutto ciò, c'era ancora una parte di lei che la frenava, forse per educazione. <Puoi anche toccarmi, se vuoi> quelle parole piombarono come un macigno sui pensieri di Elly. <C.. Come, scusa?> Felas la guardava sorridendo, mentre con una mano afferrava e scuoteva l'enorme sedere. <Puoi toccarmi> Alla confusione sul volto di Elly, Felas non poté fare a meno di ridere piano. <Non c'è bisogno di vergognarsi. Non so come funzioni da te, ma su questa isola siamo aperti tra di noi> si fermò e si girò, per poi sorprendere Elly avvicinandosi fino a che i loro seni non si toccarono, seppur con tutti gli strati di vestiti in mezzo <Ho visto come guardavi il mio corpo> disse con un sorriso non più dolce, ma seducente. Felas prese la mano di Elly e se la portò al seno, proprio sul capezzolo. Le sue guance si fecero color porpora mentre Felas continuava a muovere la mano dell'altra ragazza sul suo corpo. <E potrai averlo> aggiunse infine lasciandole la mano. Elly rimase turbata. Era come se Felas potesse leggerla come un libro aperto e questa consapevolezza la spaventava e intrigava al tempo stesso. Le due ripresero a camminare, seguendo un sentiero nel folto degli alberi. Presto, Elly iniziò a sentire un leggero senso di spossatezza. Il suo stomaco iniziò a brontolare. Mentre Elly immerse il suo volto tra le mani, Felas rise di gusto. <Tranquilla, siamo quasi arrivati> appena uscirono dalla piccola foresta, si ritrovarono un una pianura piena di alberi disposti in file ordinate. Ogni albero era colmo dei frutti dell'abbondanza. Gli occhi di Elly si allargarono dallo stupore e dalla fame. Felas la guidò tra gli alberi e Elly notò qualcosa che la lasciò senza fiato: ragazze e donne che si baciavano, giocando con i loro corpi enormi e nudi in una sinfonia di mugolii e gridolini eccitati. Una parte di Elly le impose di non guardare, ma l'altra parte, quella che aveva scoperto su quell'isola, le sussurrava seducentemente di guardare e lei guardò. Guardò enormi seni premersi tra loro, mani che strizzavano e sollevavano pance e sedersi enormi e morbidi mentre altre correvano in mezzo a cosce piene e umide. Elly avvertì un solo unico fremito. Qualcosa che le gridava a gran voce di unirsi a loro. Ma, quando si voltò, vide Felas che reggeva un cesto pieno di frutti dell'abbondanza. <Per te, Elly> disse con un sorrisetto furbo perché sapeva queli erano i pensieri di Elly e sapeva che non avrebbe potuto resistere. Infatti, la nuova arrivata Sull'isola prese il primo frutto e iniziò a divorarlo avidamente. Poté sentire gli effetti sul suo corpo, ma lei continuò a mangiare i frutti. Uno dopo l'altro, mangiò tutti i frutti, mentre le donne iniziarono ad avvicinarsi per vedere la nuova arrivata. Elly leccò il succo via dalle dita e dalle labbra. Si lasciò scappare un piccolo mugolio quando i frutti che aveva mangiato iniziarono a fare effetto. Il grasso sul suo corpo iniziò ad aumentare: le cosce ed il sedere premevano sempre più contro i jeans, mentre questi iniziavano a cedere, strappandosi ai lati e dietro; i rotoli di ciccia iniziarono ad accumularsi; la pancia, crescendo, fece saltare il bottone dei jeans, finendo di rivelare il suo intimo, mentre sprofondava nel grasso; la camicetta, incapace di contenerla, iniziò a strapparsi ed i suoi bottoni saltarono via uno dopo l'altro, mostrando sempre più il suo corpo che ingrassava; il busto, molto più abbondante, premeva contro il reggiseno, il quale cedette, lasciando il nuovo, grande seno libero di ondeggiare. Elly Continuò ad ingrassare finché l'unico indumento che le rimase addosso, non furono le sue mutandine, ormai sul punto di cedere. La ragazza guardò il suo nuovo corpo esterrefatta. Con tutta possibilità ora pesava oltre i 100 chili: era ufficialmente obesa. Ma a lei non importava. Elly amava il suo nuovo corpo: così grande, morbido, grasso e bello. Poteva avvertire la sensazione di essere una regina, grazie agli sguardi delle altre donne su di lei. Felas si avvicinò e, con naturalezza, le sollevò uno dei seni. <Benvenuta tra di noi> avvicinò la bocca al petto di Elly ed iniziò a baciarle i seni. La ragazza, in tutta risposta, allungò entrambe le braccia fino a raggiungere le cosce di Felas, per poi farle salire finché non ebbe tra le mani i suoi grossi e grassi glutei. Felas si fermò un momento e alzò lo sguardo su Elly <Ci divertiremo, insieme> a quelle parole, la ragazza rispose con un sorriso.
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Gaining Island (ita)
FantasíaATTENZIONE: questa storia contiene erotismo, fat fetish e feeding Dopo uno schianto su un'isola sperduta, Elly si ritrova in una comunità piuttosto singolare dove, per le donne, essere grasse aveva tutt'altro significato