Capitolo 2

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"Meglio essere protagonisti
della propria tragedia
che spettatori della propria vita"

"Dai prendimi! Tanto non ci riesci!"
Schiamazzai ridendo e saltellando per tutto il parco.

Sono due anni che sto con Cole.

L'ho conosciuto in una serata tra amici e da allora non ci siamo più staccati.

Ha il cancro e le sue chemio sono devastanti.

Successe tutto al nostro secondo anniversario. Cadde atterra e svenne senza un apparente motivo, solo dopo, in ospedale, ci dissero l'inevitabile.

Inutile dire il nostro dolore.
Ma da allora non gli feci più pesare nulla.

Non ne parliamo mai.
Nemmeno quando lo accompagno per la chemio. Silenzio e nient'altro.

Mi pregò di lasciarlo il giorno dopo la notizia, ma non ci pensai neanche per un secondo. Non volevo nemmeno pensarci ad un eventuale dopo.

Stava cercando di prendermi ma non ci riusciva.

Portava un cappellino di lana, anche con 40 gradi all'ombra. È buffo, ma si vergognava di non avere i capelli, nonostante sia bello in tutti i suoi tratti.

Alla fine mi sono fermata, perché stava iniziando ad avere il fiatone e non volevo si stancasse.

Ci sedemmo sotto un albero all'ombra.

"Cosa farai?" Mi chiese.
"Cosa farò quando?" Domandai stanita.
"Quando non ci sarò più cosa farai?"
Non volevo nemmeno pensarci.
"Cole, ti prego, no."
"E invece ci devi pensare. Lo sai che non durerò per sempre. Meriti di rifarti una vita dopo di me, non voglio che tu pianga la mia scomparsa."
Non dissi nulla.

Iniziò ad intrecciare le sue dita tra le mie e intanto mi guardava.
Era così bello.
La sua pelle era pallida e aveva la occhiaie, ma a me piaceva anche così.

"Mi piace tutto di te, ogni cosa." Dissi.
Mi guardò e sorrise e poi si avvicinò e mi lasciò un bacio tenero e casto.

"Voglio andare via, inizio a sentirmi stanco." Sentenziò alzandosi.

Andammo via e solo dopo qualche tempo, capì che quella era l'ultima volta che lo vidi calmo e sereno.

Birds//Cole SprouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora