Fire

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Capitolo 2

Il vino assomiglia all'uomo: non si saprà mai fino a qual punto lo si possa stimare o disprezzare, amare o odiare, né di quali azioni sublimi o di quali mostruosi misfatti sia capace.
    -Charles Pierre Baudelaire

Pov. Hope

La sera prima avevo fatto tardi a lavoro. Le e-mail accumulate dal signor Evans mi avevano trattenuto più del dovuto. I miei occhi avevano iniziato ad implorare pietà. Mi ero ritagliata del tempo anche per sistemare alcune foto che avrei dovuto spedire in seguito.
Avevo pulito una ventina di volte il vetro degli occhiali e,solo in seguito,capì che non vedevo veramente più nulla.

Quando ero uscita vi era già la donna delle pulizie,Stacy,con la quale scambiai qualche parola.
D'altronde ci incontravamo sempre allo stesso modo,io che facevo straordinari e lei che iniziava a pulire gli uffici.

Stacy era una donna stupenda e mi aiutava a tener in vita le piante che poco a poco avevo portato all'interno dell'edificio.
Il signor Evans aveva affogato persino un piccolo cactus. Bifolco due volte.
Mi aveva mostrato un braccialetto fatto a mano da lei stessa e ne ero rimasta affascinata.

«É davvero stupendo Stacy. Cavolo dobbiamo portarlo a Yasmine,potrebbe inserirlo nei suoi articoli!» Le avevo detto eccitata.

«Oh no no Hope. Sarebbe bello ma li faccio come passatempo.»

«Tentar non nuoce bellezza mia!» Aveva abbassato lo sguardo ed aveva spostato una ciocca,nera pece,dietro l'orecchio.

«Sei troppo buona,troppo buona Hope.» Sorrise e mi alleggerì nettamente la giornata.

«Hai talento Stacy,sei brava a far tutto.» L'avevo guardata spostando la borsa da una spalla all'altra.

«Ma é tardi! Dai fila a casa.» Mi disse perentoria e costantemente apprensiva.

Avevo fatto due passi verso le scale ed avevo urlato sorridente.
«Se non ci fossi te Stacy,sarei nella cacca. Grazie anche per aver dato da bere alla pianta nuova.» Aveva riso portando una mano davanti la bocca,la stessa che poi sventolò in aria.
«Buon lavoro Bellezza,la prossima volta ti porto quel dolce che ti piace tanto!» Avevo schioccato un occhiolino ed avevo sceso definitivamente le scale.

Da poco avevo portato una pianta di limone. Era piccolina ma il profumo che sprigionava era impagabile.
Lo si poteva sentire non appena si metteva piede al piano superiore.

La musica si interruppe,si interruppero i pensieri. Guardai lo schermo de cellulare e questo mi indicò la batteria rossa.

«É stato bello amico!» Dissi riponendolo nuovamente nella tasca dei jeans.

Scalciai un sasso che rotolò poco distante. Una leggera brezza mi fece incrociare le braccia davanti al petto.
Aumentai il passo,svoltai l'angolo e sospirai nel vedere l'androne illuminato.

Feci le scale a due a due finché non bussai alla porta di Greg.

«Entra pure Hope!» Urlò da un'altra stanza.

«Ei Greg come stai? Tutto bene?» Sbucò dal corridoio sostenendosi grazie al vecchio bastone.

«Si c'era proprio un bel sole oggi.»

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