1.Salvezza🤭

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levi, tornerò da te, te lo giuro, non mi arrenderò.

flashback:

avevo... 5 anni... mi trovavo in una piccola casa, quella in cui abitai per svariati anni, un solo piano veramente piccolo, non bastava per 3 persone, mio padre, mia madre ed io... sembra una famigliola tradizionale vero? vi sbagliate.

non avevo una cameretta, dormivo per terra con soltano una piccola coperta rovinata a proteggermi, era la mia migliore amica, mi consolavo arrotolandomi su di essa, aveva un nome, fluffy.

vivevo nella famosa città sotterranea, l'unico lato positivo è che li dentro l'entrata era bloccata per i giganti.

stavo giocando con fluffy, saltellando per casa facendola girare su me stessa, è sempre stato il mio sogno, danzare fino a morire, ogni notte sognavo una mia esebizione.

mi scontrai con mia madre, alzai la testa impaurita per guardarla negli occhi, sbarrò gli occhi, strinse i denti, mi diede uno schiaffo sul viso, sento ancora il bruciore, appoggiai una mano sulla mia guancia, stringendola e guardando mia madre delusa.

spalancò gli occhi, mi girò, iniziò a darmi delle sculacciate, gridando e tirandomi i capelli.

-PERCHÈ TI HO FATTO NASCERE-mi urlò contro continuando a farmi del male.

ero scoppiata a piangere, anche se, il dolore non lo sentivo più, al contrario, sentivo che il mio sogno si stava frantumando.

ogni volta mia madre mi picchiava e mio padre era lì presente, lui faceva di peggio, ricordo perfettamente quella scena.

-katia, lasciala a me adesso-ordinò mio padre porgendomi la mano.

mia madre mi lascio e annuì a mio padre intimorita.

mi portò in cantina, luogo apposito per me.

perchè?

quella cantina era immobiliata solo da un divano e un comodino affianco.

ogni volta che mio padre mi portava la sotto, mi arrendevo del tutto, sapevo che il corpo sarebbe stato invaso da più lividi.

mi diede una pacca sul sedere spingendomi verso il divano, mi fece sdraiare violentemente, accennò un sorriso malizioso passando una mano sul mio petto.

mi tolse i vestiti come sempre e... iniziò.

(scusate questa scena violenta ma si collega con tutto il resto della storia.
Per chi non l'avesse capito, la bambina è stata vittima di uno stupro da parte del padre)

mi presento, sono yuki, yuki meja.

era quella la mia routine quotidiana, botte, lividi, pianti... e tutto si ripeteva a ruota, pensavo che avrei vissuto tutta la mia vita così*yuki, è questo il tuo ciclo vitale, che ci puoi fare? *

Ma no, io avevo un sogno, e dovevo raggiungerlo a tutti i costi, perciò a natale decisi di scappare di casa, a soli 5 anni, non presi niente, solo la mia speranza e voglia di vivere.

uscii di casa in fretta, chiudendo la porta lentamente cercando di non far rumore, i miei non si erano accorti di niente, mi sentivo una piccola ladra, sorrisi a quel pensiero e mi allontanai senza meta da casa mia.

stavo camminando spensierata, compiendo dei piccoli giri su me stessa intrpretando una piccola ballerina, mi sentivo libera, come se avessi aperto delle catene che mi tenevano in trappola.

camminai per almeno 10 minuti, fin quando un signore si fermò davanti a me controllandosi intorno.

-ehi piccola-accennò un sorriso.

il mio ritorno(levi ackerman)ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora