~ Amore oltre le regole ~

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Prossima storia:
AMORE OLTRE LE REGOLE

Trama

Jako ha tutto ciò che un ventitreenne può desiderare dalla vita: soldi, macchine, amici. Tranne una cosa: l'amore. Anche se due anni fa ha assaporato per poco tempo quel sentimento accanto a Miruna - la ragazza che, stando alle regole gitane, dovrà presto sposare in quanto le ha preso la cosa più preziosa che aveva - ora si sente di nuovo terribilmente solo. Manca davvero poco al suo matrimonio, innamorarsi di un'altra donna è la cosa peggiore che potrebbe capitargli, però si sa: al cuor non si comanda. L'incontro con Regina Janko manderà in fumo tutti i suoi piani futuri. Lei è bella, è sensuale, a tratti timida, a tratti coraggiosa, e la sua lingua biforcuta non gli lascerà alcun scampo. Ma una relazione tra i due è fuori discussione, sottrarsi ai suoi doveri non è possibile per Jako, sarebbe troppo pericoloso. In più, il destino dei due ragazzi è già macchiato dai tragici fatti del passato che unisce le loro famiglie.

Cosa succederà? Siete pronti a scoprirlo?

Capitolo 1
Regina

«Non se ne parla!», taglia corto mio padre.

«Scusa, non ho capito bene. Puoi ripetere, per favore?»

«Ho detto che non se ne parla!», dice senza nemmeno alzare lo sguardo dalle scartoffie sparse davanti a lui.

Lo fisso come se stesse per privarmi di qualcosa di molto prezioso. Infatti, è proprio così.

«Mammaaaaaaaaaa!», urlo e, nervosa, incrocio le braccia al petto.

Papà posa i suoi occhi neri, identici ai miei, su di me. Finalmente ho catturato la sua attenzione. Inarco un sopracciglio con aria vittoriosa, e la sua mascella si contrae di scatto. Sa che la mamma è sempre dalla mia parte.

«Regina, hai solo diciassette anni! Non starai via di casa per due mesi a quest'età!»

Lo guardo ancora più torva.

«È una cosa importantissima per me! Quel concorso è importantissimo per me, più di tutti quelli a cui ho partecipato fino ad ora!», inizio a strillare. «Non puoi impedirmi di realizzare il mio sogno solo perché non vuoi che vada a vivere a un'ora di distanza da casa. Non è la fine del mondo, sai? Sono una ragazza matura e responsabile. Non ho mai fatto nulla di sbagliato e sai bene che fin da piccola vivo per la danza. Sono stata scelta tra i ballerini più bravi della Romania, dannazione! Dovresti essere fiero di me e non tagliarmi le ali!»

Ho le lacrime agli occhi, ma non piangerò perché non ne ho motivo. Andrò a Constanta, costi quel che costi, e parteciperò al concorso con o senza il suo consenso.

Papà si alza dalla sedia, fa il giro della scrivania e mi viene accanto. Infila le mani nelle tasche anteriori dei suoi pantaloni neri, troneggiando sul mio metro e settanta.

«Sei ancora piccola. Avrai un'altra possibilità come questa».

Mi sbraccio, ormai esasperata. «Non sono piccola! E no, non avrò più una simile opportunità!»

«Se vinci, l'anno prossimo dovrai trasferirti in Inghilterra. In Inghilterra, cazzo! Non voglio che mia figlia vada a vivere dall'altro capo del mondo!», si sbraccia anche lui.

«Vedo che te la stai cavando alla grande in geografia», replico sarcastica. «Mammaaaaaaaa!», urlo di nuovo.

Pochi secondi e vedo entrare dalla porta la donna più importante della mia vita. Ci sta fissando contrariata.

Tra noi due c'è un legame che va oltre il classico rapporto madre-figlia. È la mia migliore amica, è la persona con la quale condivido le mie paure, le incertezze, le gioie, tutto. Ed è bello sapere di poter sempre contare su di lei. Questa cosa mi dà forza e coraggio come nient'altro.

«Avete finito di urlare? Roberta e Rhea stanno dormendo», fulmina mio padre con lo sguardo, asciugandosi le mani sul grembiule che ha legato sui fianchi.

«Tuo marito non vuole farmi andare a Constanta!», esclamo con le braccia conserte.

«Tua figlia è ancora minorenne quindi non andrà da nessuna parte», ribatte prontamente papà.

«Tuo marito si dimentica sempre che ho diciassette anni e quattro mesi e che posso perfettamente stare lontana da casa per due mesi se è per una buona causa. Come in questo caso».

Il nostro gioco di sguardi fulminanti non si interrompe nemmeno quando la mamma si mette tra di noi.

«Tua figlia si scorda che vive sotto il mio tetto e che deve fare quello che le dico!», s'inalbera ancora di più mio padre.

Dio, se è cocciuto!

«Regina, ci puoi lasciare da soli?», chiede la mamma, mostrandomi un sorriso rassicurante.

Abbiamo già parlato e lei, al contrario di mio padre, non vede l'ora che tutti i miei sogni diventino realtà.

«Certo», le do un rapido bacio sulla guancia prima di mostrare a papà un altro sguardo vittorioso. Dopodiché mi dirigo verso la porta, trattenendo a stento la voglia di saltellare di gioia.

«Susie, ti avviso che ho già deciso e la mia risposta resterà la stessa», replica papà alle mie spalle. «È inutile che mi guardi in quel modo!», aggiunge e io alzo gli occhi al cielo. Lo sappiamo tutti che non sa dire di no alla mamma. Infatti, quando esco fuori dall'ufficio e mi chiudo l'uscio alle spalle, sono certa che mia madre riuscirà nel suo intento. Posso iniziare a fare le valigie.

OSSESSIONE GITANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora