if not now, when?

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Chuuya si sistema per l'ennesima volta il colletto della camicia color borgogna che ha scelto. Una volta soddisfatto indossa la giacca oltremare, del medesimo colore dei pantaloni. Il Fedora, questa volta in tinta con l'outfit e non il fidato compagno nero di sempre, riposa sulla scrivania.

Cammina avanti ed indietro un paio di volte, i mocassini nuovi fanno rumore ad ogni passo.

All'improvviso la vibrazione del cellulare lo richiama all'attenzione e, visto colui che gli scrive, prende lesto il Fedora nuovo ed esce dalla porta.

Forse è un po' troppo agitato ma come potrebbe non esserlo?

È una cosa delicata, non possono sbagliare.

***

Dazai e Chuuya hanno iniziato ad uscire insieme da poco tempo; il tradimento del castano ed i quattro anni di assenza erano delle ferite aperte per il rosso ma dopo gli avvenimenti della Gilda era pressocchè impossibile starsi lontani.

Ci avevano provato, davvero. Si ignoravano, si insultavano, combattevano, nulla funzionava. Alla fine della giornata Chuuya sarebbe morto per Dazai e Dazai avrebbe vissuto per Chuuya.

Entrambi troppo orgogliosi e confusi non avevano avanzato una mossa. Era una situazione di stallo, l'imbarazzo si poteva tagliare a fette con gli artigli di Atsushi.

Poi, una notte, Dazai agì.

Tre colpi alla porta dell'abitazione di lusso e Chuuya si era trovato davanti un Dazai Osamu fradicio fin dentro le ossa con un sorriso tutto denti ed una bottiglia di Petrus dell'89.

Dazai si era fumato diversi risparmi dei tempi della mafia per quella bottiglia, ma non era come se importasse.

Chuuya l'aveva fatto entrare ed aveva posato la bottiglia sul tavolo prima di intimargli di farsi una doccia.

Dazai aveva sbuffato ma non aveva protestato. Rabbrividendo di tanto in tanto si era infilato nella doccia e, una volta fuori, aveva trovato ad aspettarlo dei suoi vecchi pantaloni della tuta ed una maglietta, uno dei cambi che il castano lasciava a casa del compagno nel caso avesse dormito lì dopo una missione.

Dazai sorrise nel vedere che il rosso li aveva conservati, ma non potè evitare quella sensazione di caldo nello stomaco quando trovò diversi rotoli di bende ripiegati per lui.

Finita la doccia si era diretto nel salotto dove Chuuya l'aspettava davanti a due calici di vino. Avevano parlato parecchio, quella notte, con l'ebbrezza che scioglieva a mano a mano tutti i muri.
Si erano baciati, più volte, quella notte.

Il mattino li aveva trovati sul divano, con Chuuya sdraiato sul compagno e le braccia bendate avvolte intorno alla schiena.

Avevano avuto il primo appuntamento quello stesso pomeriggio.

***

Quello di stasera era un appuntamento importante per i due, Dazai voleva chiedergli di sposarlo, doveva fare tutto alla perfezione.

Il fatto che Chuuya fosse stato costretto a dormire nelle sue vecchie stanze alla Port Mafia aveva dato a Dazai il tempo di prepararsi, in tutti i sensi per l'evento.

È stato un segno del destino... un segno chiamato Akutagawa Ryuunosuke ma questo Chuuya non ha bisogno di saperlo.

Atsushi perdonami, pensava il moro ripensando alle informazioni sul giovane che aveva liberamente fornito al corvino.

***

Arrivati al ristorante, Chuuya non sapeva nemmeno come avessero fatto ad arrivarci vivi, presero posto in un angolino appartato della sala, sotto espressa richiesta del castano.

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