per te

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Andrea si stava preparando per quella dannata festa, mannaggia a lui e quel torneo di scacchi di merda.

Chi cazzo gioca più a scacchi? Lui ovviamente!

Si guardò l'ultima volta allo specchio e si sedette sulla sedia vicino alla sua scrivania.

"che palle..."sospirò, attendendo una chiamata da Leonardo.

All'improvviso sentì dei rumori molesti verso la sua finestra, quindi andò a controllare.

"ma sei deficiente Leo? cazzo butti le pietre!?"urlò Andrea.

"senti, il mio telefono è scarico, quindi ho trovato l'unico modo primitivo che conoscevo." disse Leonardo.

"bussare alla porta no, deficiente!?" urlò Andrea.

" Sai che poi tua madre inizia a farmi quelle domande ambigue, dai scendi!"sorrise Leonardo.

"arrivo, mongoloide."alzò gli occhi al cielo Andrea e uscì fuori di casa.

"la prossima volta che lo fai, te la tiro sulla fronte la pietra" disse Andrea, salendo in auto.

"senti, ora non fare il brontolone che sei e andiamo a divertirci!" esclamò Leo, accendendo poi la radio e alzando la musica.

Andrea si mise la sua cara cintura, muovendo la gamba al ritmo della canzone.

"questa sera è la tua sera Andrea!" esclamò il biondo

"non dire stronzate" disse Andrea, con un mezzo sorriso.

La spontaneità e l'ottimismo del suo amico lo faceva stare meglio.

"eccoci arrivati, scendi forza" disse Leo, cercando di parcheggiare come meglio poteva.

Andrea si levò la cintura e scese dall'auto del biondo.

"ma minchia, tuo cugino è fottutamente ricco" si stupì Andrea, guardando la grande casa difronte a lui.

"ecco perché lo invito sempre al mio compleanno" ridacchiò Leo, entrando poi in casa insieme ad Andrea.

"Sembra una di quelle feste americane,  dio mio" disse Andrea, guardandosi intorno.

La casa era piena di persone, Andrea non credeva che tutte quelle persone fossero venute per un compleanno.

Lui neanche lo festeggiava.

Sfigato.

"vieni con me, ti porto da mio cugino che ti presenterà i suoi amici!" urlò Leo, per sovrastare la musica.

Andrea si lasciò trascinare e arrivarono difronte ad un ragazzo, che era completamente diverso da Leo.

Era più figo.

Aveva una grossa barba, ma gli stava bene.

Anche se sembrava un membro dell'isis.

"Ecco, ti presento Matteo! Mio cugino." disse Leo, indicando il ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli -quei pochi che aveva- neri.

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