gli occhi

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Andrea lentamente aprì gli occhi.

"che mal di testa..." disse con voce ovattata dal sonno.

Si guardò intorno e non riconosceva per niente quella stanza, non era la sua.

"Oh, almeno tu sei sveglio!" disse una voce e Andrea si girò.

Sgranò gli occhi, Giovanni si trovava difronte a lui con un bicchiere d'acqua in mano.

"Hey, prendi quest'aspirina! così ti riprendi" disse, sedendosi sul letto.

Andrea bevve, restando in silenzio.

Aveva troppo mal di testa anche solo per pensare.

"vi ho portati qui perché alla fine Leo ha veramente guidato l'auto, ma non è riuscito neanche a fare un metro ed è finito su un palo" rise Giovanni. "ma sta bene, non si è fatto niente. Ora sta dormendo"

"allora non è così prevedibile" disse a voce bassa Andrea.

"evidentemente" sorrise Giovanni.
"ora riposati un po', devi riprenderti." e dicendo questo se ne andò.

Andrea si portò le mani sul viso, ancora non credendo a tutta quella situazione.

Era a casa di Giovanni, il ragazzo che, per uno strano motivo, continua ancora a pensare dopo anni.

Lentamente si alzò dal letto e stranamente l'aspirina stava già dando effetto.

Si appoggiò alla parete bianca di quella piccola stanza, che era arredata con un letto matrimoniale dalle lenzuola blu, un armadio di legno semplice - che evidentemente era mezzo vuoto, visto che molti vestiti erano sparpagliati sulla sua scrivania bianca- e un comodino.

Andrea si girò verso la finestra e, ad occhi socchiusi,  intravedeva la luce del sole intrappolata dalle tende color blu notte.

Aprì la porta della camera e iniziò a camminare, doveva chiarire con Giovanni una volta per tutte.

Non potevano far finta di niente.

"Hey Andrea, cerchi il bagno?" chiese Giovanni, aprendo il frigo.

La cucina era poco più grande della sua camera da letto, ed infatti cucina e sala da pranzo erano insieme.

"no, cercavo te" disse Andrea

"oh, dimmi pure" Giovanni prese il cartone del latte "vuoi?" chiese poi al ragazzo.

Andrea fece no con la testa.

"è da anni che non ci vediamo" disse Andrea.

"è vero..." disse Giovanni, restando di spalle al ragazzo che si trovava sullo stipite della porta.

"ed ora stiamo parlando, dopo tutti questi anni" disse Andrea.

"senti Andrea-" cercò di dire Giovanni, sapendo dove il ragazzo stesse andando a parare.

"no Giovanni, tu sei andato via dalla mia vita senza un motivo. Non me ne frega un cazzo se sono passati anni, a me ha fatto male lo stesso. Sei stato una parte della mia vita, con te ho vissuto un momento difficile... E poi tu te ne vai, ed io rimango solo." disse Andrea, stringendo i pugni cercando di non crollare.

"io non faccio la vittima, ma mi ha fatto male. Pensavo che saremmo rimasti amici, anche se non eri più a scuola con me." continuò Andrea.

"non sono mai stato così attaccato emotivamente ad una persona se non a te, anche se non capisco ancora il perché" Giovanni a sentire quelle parole si sentì in colpa il triplo.

"ed ora sei qui, dopo anni della tua scomparsa nella mia vita, a parlarmi dei vecchi tempi come se non fosse successo niente, ma non funziona così." Andrea cercò di reprimere le lacrime, aveva pianto abbastanza per lui.

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