Happy Birthday

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I rumori di una sparatoria dall'altra parte del quartiere risuonavano per le strade deserte battute dal sole di luglio. Una volante passò sfrecciando davanti casa Stewart, civico 21 di una strada alla periferia di un quartiere malfamato. Seduta sul davanzale della finestra di camera sua, Alyssa non fece molto caso a questi eventi. Come aveva imparato fin da piccola, questo genere di cose erano all'ordine del giorno nel suo quartiere, insieme a svariata altre occupazioni poco legali degli abitanti, come lo spaccio, la prostituzione, il traffico illegale di armi, per citarne alcune.

  - Aly, è arrivato un pacco per te, è alla posta-. Ginevra, la sorella minore di Alyssa, era apparsa sulla porta e guardava l'altra con occhi di scuse. Alyssa posò il libro, segnando la pagina dove era arrivata a leggere con un segnalibro azzurro con sopra scritto "all'unica stronza che legge". Il segnalibro era un regalo di compleanno da parte della sua migliore amica. Scese dal davanzale e, insieme a Ginevra, si avviò verso la cucina.

  - Adesso vado, ma prima mangiamo, che ne dici?- Disse Alyssa. L'orologio appeso al muro della cucina segnava mezzogiorno. La posta avrebbe chiuso fra quaranta minuti.

  - Dico che mi piace come idea- ridacchiò Ginevra. -Mi faccio un panino, ne vuoi uno? -

-Si, ovvio- rispose Alyssa. Anche lei rideva.

  Mentre Ginevra preparava i due panini, accompagnato da una tazzina di caffè, quello di Alyssa, la maggiore delle due sorelle prese un po' di soldi dalla scatola in soggiorno che usavano come "deposito monetario", come lo aveva definito Ginevra, e se li infilò nella tasca della giacca che indossava sopra una maglietta bianca a maniche corte. Poi tornò in cucina, mangiò e bevve di gusto.

  - Come sai del pacco? - Domandò Alyssa.

-Passavo davanti la posta e Dorothy mi ha vista. Mi ha detto lei che era arrivato e mi ha raccomandato di dirtelo-.

  - Capito. Immaginavo...-

  - Sei arrabbiata? - La voce di Ginevra si era fatta più bassa e titubante. La sorella le rivolse un sorriso affettuoso e scosse la testa in segno di diniego.

Le lancette dell'orologio segnavano le dodici e sette. Alyssa posò nel lavandino la tazzina del caffè e uscì di casa. Due isolati e quindici minuti dopo, era davanti alla posta. Entrò rivolgendo un grande sorriso a Dorothy, l'impiegata della posta, una signora di mezza età con i capelli biondi e gli occhi di un azzurri acquoso.

  -Ciao Alyssa- la salutò, rivolgendole a sua volta un gran sorriso. - Ti stavo aspettando. Ma sbrigati o i miei figli ti malediranno perché ho fatto tardi a preparare loro il pranzo -.

  Dorothy, nome da nubile Reed, era da più di vent'anni la moglie di Robert Shell il meccanico del quartiere. I due coniugi avevano due bambini. La maggiore, Rose, aveva undici anni, mentre il minore, Tom, ne aveva sette.

- Ciao Dorothy- salutò Alyssa. -Gin mi ha detto che c'è un pacco per me-.

- Si, cara. Che brava, te l'ha detto, non credevo- rispose vivace Dorothy. - È arrivato questa mattina. L'ho detto a Gin perché sapevo che non saresti passata. Ma non lo posso lasciare qua e rispedirlo indietro...che cosa triste sarebbe-.

  Il pacco in questione era poggiato per terra accanto alla porta. Sopra vi era attaccato con dell'adesivo un foglietto di carta girato sul retro in modo da non rendere visibile ciò che c'era scritto. Di lato al pacco c'era scritto il nome di Alyssa a caratteri cubitali e il suo indirizzo.

  Alyssa lesse il suo nome come se non l'avesse mai visto prima. Una sensazione di disgusto le attraversò il corpo, che le si dipinse per alcuni secondi sul volto arrotondato e dal naso storto.

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