Solito baretto e solita colazione prima delle solite tre ore di procedura civile.«Quindi oggi ci fai conoscere Niccolò?» cerca conferma Marta, sorseggiando il suo caffè.
«A quanto pare ho deciso di fare questa pazzia.» Li prendo in giro, nonostante mi senta parecchio ansiosa al riguardo.
Ho persino evitato di assumere caffeina questa mattina, l'unica cosa in grado di tenermi in piedi durante l'intera giornata, per evitare di agitarmi ancora di più.
«Finalmente vi vedremo flirtare dal vivo, non ved- AHI!»
Non do a Laura neanche il tempo di completare la frase che le mollo uno schiaffetto sul braccio.
«Vi prego, vi prego, VI PREGO, niente insinuazioni, potrei imbarazzarmi talmente tanto da andare in autocombustione.» Tengo le mani giunte, come se stessi pregando sul serio.
«Cami, sul serio, sta' tranquilla, faremo i bravi.» Marco mi fa l'occhiolino per rassicurarmi e forse un po' ci riesce.
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Siamo davanti al locale, stiamo aspettando che Niccolò arrivi e credo di essere in preda ad un attacco cardiaco, l'ennesimo da quando lo conosco.
Quando arriva lo individuo subito, ha una camicia bianca e i jeans, niente felpa.
Sembra quasi elegante.
«Ciao, piacere Niccolò!» si presenta ai miei amici.
Nonostante Marco, Marta e Laura gli stiano sorridendo e si stiano presentando a loro volta, si nota subito che lo stanno studiando: sembra che abbiano degli scanner al posto degli occhi, quasi scoppio a ridere istericamente.
«Buongiorno signorina!» Si rivolge, poi, a me lasciandomi un bacio sulla guancia.
Arrossisco, come da manuale, e ricambio il saluto.
Raggiungiamo il tavolo e, nonostante all'inizio sembri che la conversazione faccia fatica a decollare, dopo dieci minuti i miei amici e Niccolò riescono finalmente ad entrare in sintonia.
«E poi c'è stata quella volta in cui stavamo nel corridoio dell'Università e Camilla, credendo che fossi io, ha sculacciato la madre di una nostra collega che stava lì ad assistere all'esame della figlia*!» L'intero tavolo scoppia a ridere e io invece vorrei soltanto sotterrarmi perché i miei amici stanno facendo a gara a chi racconta le cose più imbarazzanti che io sia riuscita a fare in tutti questi anni di conoscenza.
Niccolò ascolta e interviene a sua volta raccontando le gaffe fatte da me in sua presenza.
«Okay, abbiamo finito con la rubrica "le imbarazzanti avventure di Martinetti" o dobbiamo continua'?»
Nonostante io faccia finta di essere infastidita, quasi mi emoziona vedere Marta, Laura e Marco, che considero parte della mia famiglia, scherzare con così tanta naturalezza con quella che, in pochi mesi, è diventata per me una persona importante.
Perché, sì, ormai Niccolò per me è fondamentale non riuscirei più a farne a meno.
La nostra conversazione viene interrotta da un paio di fan che riconoscono il cantante e gli chiedono di fare qualche foto.
«Ma tu sei il rimpiazzo di Federica?» chiede una di loro indicandomi, avrà massimo quattordici anni.
«No, sono solo un'amica, e poi non sono il rimpiazzo di nessuno.»
Controbatto ma mi si spezza il cuore nel dirlo a voce alta.
Solo amici.
Laura mi stringe una mano da sotto il tavolo, cercando di darmi conforto.
«Io le foto le faccio però vorrei n'po' d'educazione da parte vostra, la mia vita privata è solo mia e non ve dovete impiccià.» Risponde Niccolò abbastanza seccato, non sopporta che si speculi sulla sua vita personale, vorrebbe essere seguito solo per la musica, ma si sa che le celebrità non hanno scampo e qualsiasi cosa facciano viene riportata ovunque.
Le ragazzine vanno via subito dopo aver scattato qualche foto e io faccio un sospiro di sollievo.
«Chi vuole un caffè?» Marco cerca di stemperare l'aria tesa che si è creata e, contandoci, ne ordina cinque. Questa volta lo prendo anch'io, ne ho decisamente bisogno.
«È stato davvero un piacere conoscervi, ragazzi, in 'sti giorni ve va se organizziamo qualcosa? Ce ne andiamo da qualche parte, e ve presento anche gli amici miei.»
«Mi piace come ragioni, Moriconi.» affermo sorridendo.
«Magari possiamo andare in qualche locale a Trastevere, non è male come idea.» Mi segue a ruota Marta.
«Perfetto, allora poi parlo con gli altri e Camilla ve fa' sapere! Ora scappo perché avrei dovuto esse in studio tipo venti minuti fa e se ritardo ancora so' cazzi.» Sorseggia in fretta quello che è rimasto del suo caffè e, prima di correre via, mi scompiglia i capelli.
Sorrido come una deficiente per l'ennesima volta.
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«Siete proprio belli insieme, belli da far paura.» Afferma Marco.
Siamo a casa mia, quella che divido con le altre due coinquiline, e i miei amici stanno praticamente commentando me e Niccolò mentre mangiano schifezze buttati sul divano posizionato in cucina, roba che neanche stessero guardando un film al cinema.
Sospiro. «Ma dai, mica sono bella come lui o come Federica, e poi non mi vede in quel modo.»
«Secondo me è qui che te sbagli, Cami.» Marta si passa una mano tra i capelli, quasi disperata. «Sai che sono la prima a non volerti fomentà, perché non voglio che ti faccia male, però adesso l'ho visto come ti guarda: sicuramente non come un amico guarda un'amica.»
Un piccolo sorriso mi spunta sulle labbra e sento già quelle maledette api assassine – perché sono api e non farfalle, non prendiamoci in giro – svolazzarmi nello stomaco.
«Ti guarda proprio come lo guardi te, siete persi l'uno per l'altra.» Assicura Laura, prendendo una manciata di patatine dalla busta.
«E quindi che devo fa'? Io questa situazione non la reggo più, mi sembra di avere questa cotta spropositata da una vita e sono passati solo tre mesi.»
Ho già gli occhi lucidi mentre parlo, sono davvero esausta e mi sento sopraffatta da tutte le emozioni contrastanti che provo.
«Secondo me devi farglielo capì, altrimenti non si va da nessuna parte.»
Suggerisce Marco, mentre le altre due annuiscono convinte.
«E se rovino tutto? E se non gli piaccio e danneggio la nostra amicizia? È una cosa che non potrei sopportare, non voglio perderlo.»
Questa volta scoppio in lacrime, scossa dai singhiozzi: ho una paura fottuta e mi sento così vulnerabile.
Vengo sovrastata dai miei amici che mi abbracciano forte.
«Non sei sola, qualunque decisione tu voglia prendere, noi siamo con te. Se adesso non te la senti, non lo devi fa' per forza.» Bisbiglia Marta. «Ma vuoi davvero starci così male senza sapere cosa potrebbe succede tra voi due?»
Tiro su con il naso. «Forse è arrivato il momento di provarci.»
*è una cosa che, purtroppo, mi è successa sul serio. VOLEVO SOTTERRARMI.
N.d.A. Buonaseeraaa, scusatemi davvero per non aver più aggiornato ma sono state davvero giornate piene, ho anche ripreso a studiare per gli esami di settembre e, beh, ho già detto tutto 💔
Comunque ho il prossimo capitolo quasi pronto, quindi a presto (per davvero) ☺️
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Please, don't stand so close to me. | Ultimo
RomanceQuando i genitori di Camilla decidono di regalarle un biglietto per andare all'Olimpico a vedere Roma-Juventus, non immagina minimamente a cosa stia andando incontro. Dal racconto: «Nun ce posso crede, 'na romana che tifa Juve.» scoppia a ridere...