CAPITOLO 40-Rivelazione

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"Adrien... È l'ora di alzarsi"

Si rigira su se stesso mentre evita i miei inutili tentativi di svegliarlo.
Mio padre torna alle undici e sono già le dieci e mezza, non ho affatto voglia di spiegarli cosa ci fa qui il mio pseudo-fidanzato e il perché abbia addosso i pantaloncini che portava vent'anni fa.
Però è così bello mentre dorme... Se potessi lo lascerei qui, steso sul mio letto totalmente indifeso.
Ma sapere che ho già abbastanza problemi mi da la motivazione di non crearmene degli altri, perciò...

"Adrien!"

Apre gli occhi quasi di scatto, per poi guardarmi confuso.

"Che c'è? Che ore sono?"
"Sono le 10:35, mio padre arriva alle undici, dobbiamo andarcene"
"Ah, okay... Buongiorno comunque"

Mi sorride, ed io gli stampo un bacio sulle labbra.

"Buongiorno"

Ci alziamo, mentre io mi cambio in fretta, e Adrien, ancora assonnato, non sembra avere la stessa intenzione.

"Davvero?"

Chiedo, a braccia conserte.

"Cosa?"

Mi guarda, sbadigliando per la terza volta.

"Ti stai togliendo e rimettendo la stessa maglietta da due minuti... Vuoi davvero che ti presenti a mio padre oggi?"

Lo osservo dall'alto al basso, e subito inizia a svegliarsi.

"Pardon"

Dopo un paio di minuti siamo entrambi vestiti, e in cinque tento di mettermi a posto i capelli.

"Posso sapere dove andiamo?"
"Casa tua è vuota giusto?"

Gli sorrido, come per pregarlo di poter rimanere lì.

"Si"

Risponde, affranto. Gli sorrido sussurrandogli un grazie per poi lasciarli un bacio a stampo.

"Posso farmi una doccia da te?"
"Certo"
"D'accordo, aspetta cinque minuti che mi porto un cambio"

Dico, per poi tornare in camera. Afferro il mio zaino da scuola per metterci dentro l'intimo, un cambio d'abito e, non si sa mai, un pigiama. Aggiungo un altro paio di accessori e chiudo in fretta la borsa.
Usciamo di casa appena finita la colazione, e mi accorgo che sono già le 11 passate, e per un pelo non abbiamo incrociato mio padre.

"Prendiamo un Taxi?"
"No, ne ho già presi troppi ieri, tieni"

Gli porgo un paio di occhiali da sole, e lui gli indossa, nonostante non capisca il perché.

"È per non dare troppo nell'occhio"

Sorrido mentre lui tenta di sembrare figo, invano, perché la sua elegante faccia da modello non glielo permette.
Mentre camminiamo Adrien si avvicina a me e, un po' sorprendentemente, finiamo per raggiungere casa mano nella mano.

"Hai le chiavi?"
"Mi basta il riconoscimento facciale"

Dice, per poi far aprire il cancello un attimo dopo.

"Eccoci qui"

Posa la mia borsa per terra appena siamo entrati in casa, ed io annuso l'odore della villa, l'odore di Adrien mischiato al suo profumo.

"Era un po' che non venivo invitata dentro questa casa"
"Già, sono più di due anni che non ci metti piede"
"In realtà, ci sono stata ieri"

Adrien mi guarda sorpreso, e insieme saliamo le scale, dirigendoci verso la sua camera.

"Quindi, fammi capire: Ieri sei andata da tua madre, da Nathalie, da mio padre, hai preso un taxi, ti sei trasformata in Ladybug per raggiungermi e sei venuta a casa mia?"
"Diciamo di sì"
"E cosa ci facevi qui?"
"Ti stavo cercando"

{Ormai ti odio, o forse no} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora