Data l'assenza di Jack, che visitò Gabi in compagnia di un collega di lavoro, Fra si sentì più sollevata. Avendo anche una vera amica su cui contare, affrontò la mattinata con gioia; proprio come ai vecchi tempi.
"Da quanto tempo non scrivo?". Si sedette al tavolo del salotto. "Ricordo che mi aiutava molto...". Ma non appena prese carta e penna, avvertì un terribile mal di testa.
"Perché non lo uccidi?". Iniziò a scrivere con la bocca tremante. "Sei proprio una stupida! Hai sempre desiderato la sua morte...è il tuo desiderio più grande, un atto che potremo compiere insieme"...c-cosa ho scritto??". Disse rileggendo e spalancando gli occhi. "Zitta e continua!". La mano si mosse automaticamente impugnando forte la penna. "Lascia perdere Marta. A lei non importa nulla di te, vuole solo metterti nei guai: non appena lo denuncerai, lui verrà a cercarti anche in capo al mondo. Quindi conviene anticiparlo, prima che lui lo faccia con te..." No!". Gettò via la penna appallottolando il foglio e lanciandolo contro il televisore.
"Bastaaaaaa!!!!". Si alzò ribaltando la sedia e facendo cadere gli oggetti sul tavolo: il piatto in porcellana regalato da mamma finì al suolo in mille pezzi. Al suo pianto si aggiunse una voce lontana, una specie di risata femminile.
Sull'orlo della disperazione, entrò in camera da letto preparando una valigia con quattro stracci.
"Scappare non serve a nulla!". Le urlò contro la voce mentre afferrò la maniglia della porta di casa. "Io sono ovunque...".
"Noooooooo!!!". Piangendo, sbattè la porta violentemente; nemmeno per tutto l'oro del mondo sarebbe ritornata in quell'appartamento.
Jack tornò da Gabi verso le dieci di sera; il dolore alle ginocchia gli fece immaginare il resto della vita in sedia a rotelle. Impaziente di cercare il numero del suo fisiatra di fiducia, aprì la porta di casa.
"Fra!". Accese la luce in salotto. "Cos'è sto casino?". Vide ancora gli oggetti a terra e il piatto rotto. "Che cazzo hai combinato?? Dove sei?? Ti nascondi, eh? Sai che dovrai pulire con la lingua, vero?". Con un ghigno sadico gettò lo zaino sul divano. "Ti do tre secondi per uscire, poi vengo a prenderti...". Il pensiero di una nuova violenza lussuriosa gli fece massaggiare l'inguine. "Fraaaaaaa!!! Cazzo!". Strinse i pugni. "Okay, l'hai voluto tu!".
Aprendo la porta della camera da letto venne investito da una forte raffica di vento. "Ma che cazz...?". Corse a chiudere la finestra prendendo un sacco di polvere negli occhi. "Ha lasciato pure la finestra aperta sta cagna! Con tutti i ladri che ci sono in giro! Imbecille di una! Vuoi venire fuori o no??". Alle sue spalle la finestra si aprì bruscamente. L'impeto lo spinse fuori sbattendolo contro il muro del corridoio.
"Apriti! Maledetta!". Tentò di aprire la porta che parve bloccata. "Apritiiiii!!!". All'ultimo tentativo gli rimase la maniglia in mano. "Boia d'un mund lader!". La lasciò cadere sentendo il sinistro vento all'interno.
Impaurito si rifugiò in salotto dove inciampò nei cocci di porcellana. "Ah!". Cadde tagliandosi la guancia. "Giuro che stavolta l'ammazzo! Fraaaaaa!!!!". Rialzandosi, prese a calci ciò che rimase del piatto; quando un coccio finì contro il mobile, il televisore si accese su Canale 5.
"Porca di q...". Si allontanò spaventato vedendo l'apparecchio cambiare canale da solo. Dopo uno zapping selvaggio, la TV si stabilizzò sul canale 99. Sullo schermo apparve un sfondo bianco con un puntino in lontananza che si ingrandì sempre di più. Quando fu abbastanza grande, vide una donna avanzare verso il centro. Il primo piano presentò un volto angelico con alcune cicatrici e gli occhi iniettati di sangue. Con sguardo tetro e sofferente lo fissò senza battere ciglio.
"Cos'è sta pagliacciata?".Inizialmente pensò qualche film horror ambientato nell'ottocento, ma, quando si accorse che la donna seguì i suoi movimenti, sentì una tenaglia allo stomaco. La profondità di quegli occhi nascose qualcosa di malvagio, il loro bagliore divenne accecante fino a provocare un fastidioso mal di testa.
"Ahhhhh!". Strinse i capelli come colpito da aghi alle tempie. "Noooo! Bastaaaaa!!!". La risata compiaciuta uscì dagli speaker. "Puttana!!!". Jack cadde nuovamente contorcendosi sul tappeto, in quel momento fu convinto che la testa esplodesse.
"Ah! Ah! Ah!". La figura in TV rise ancora con gli occhi arrossati. "Pensa che il mio dolore era ancora più forte! Ah! Ah! Ah! Ah!".
"Schifosa!". Colpito da leggere convulsioni perse la saliva sul pavimento; la vista confusa mise a fuoco la spina del televisore.
"Cosa si prova, piccolo uomo?". Ringhiò la donna. "Dimmelo!".
"Aaaarrgh!!!". Strisciando, Jack si avvicinò alla presa.
"Vorresti morire vero? Ma non sarò così buona...".
"C-crepa!". L'istinto di sopravvivenza gli fece allungare la mano tremante. Tirando il cavo in qualche maniera riuscì a spegnere il televisore.
"Uff...". Esausto si accasciò sul pavimento senza più nessun dolore; anche all'esterno il vento cessò improvvisamente. Imprecando in tutte le lingue del mondo, raggiunse il divano aprendo lo zaino. Frugando nervosamente, prese il telefono componendo il numero della moglie.
"Pronto?". La voce non appartenne a Francesca.
"Ehm, sì salve signora Valeria. Sono Giacomo. Dov'è Francesca?".
"In un posto sicuro, lontano dalle tue grinfie maledetto bastardo. Ringraziami che ho fermato mio marito, altrimenti saresti cibo per maiali".
"Ma... io... non... capisco. C-che è successo?".
"Lo sai benissimo, mezza calzetta! Ti consiglio di starci più lontano possibile. Ci vediamo in tribunale... click".
"In... che?? Pronto?? Prontoooo? Signora Valeria??? Troiaaaaaa!!!!". Lanciò il telefono contro il muro. "Porci! Porci!". Prese a calci la mobilia del salotto. "Ve la farò pagare!".
In un attimo l'argenteria e gli oggetti sulla libreria vennero distrutti, le graziose farfalle strappate via senza pietà. Con la casa sottosopra, Jack cadde in ginocchio nascondendo il volto tra le mani; chiudendo gli occhi rivide il volto truce della donna pallida, la sua risata parve rimbalzare ancora sulle pareti dell'appartamento.
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Una Strana Eredità - Terza Parte
HorrorScoperto il mistero che si cela dietro la villa, Giovanni dovrà combattere per se stesso e per tutti i suoi cari.