L'ammissione?

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Quando mi ripresi ero in un letto, in infermeria.
Di fianco a me c'era un altro letto sul quale riposava un ragazzino dai capelli neri e crespi, li riconobbi... era il ragazzo del quadernino.

 era il ragazzo del quadernino

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-Anche tu qua?- gli chiesi.
-Oh mi ricordo di te- disse timido -Il ragazzo che mi ha restituito il quaderno. Grazie ancora, mi chiamo Izuku Midoriya.
-Sono Mattia.
-Ah, siete stati baciati da una vecchia!-  Denki scoppiò a ridere.
-Recovery girl- spiegò Izuku -Ha un quirk curativo ma ci ha consigliato di stare ancora un po' a letto.
-Scemo- Jirou tirò uno schiaffo a Denki facendolo smettere di ridere -Ti ha salvato, ringrazia.
-Ehm, grazie...
-Oh sei sveglio- il ragazzo dai capelli rossi appuntiti entrò in camera -Mi chiamo Kirishima Eijirō.
Dopo un breve giro di presentazioni ottenemmo il permesso di tornare a casa.

Il test scritto fu più facile e dopo circa una settimana arrivarono gli esiti.
Ero teso ma abbastanza sicuro di me, infatti passai senza problemi con uno dei tre punteggi più alti dell'istituto.
Oltre ad aver preso il punteggio massimo agli scritti, me l'ero cavata bene anche nella pratica e dovevo addirittura aver ricevuto punti extra per aver salvato i tre ragazzi.

Il primo giorno di scuola arrivò velocemente.
Fui uno dei primi ad arrivare in classe, riconobbi molte facce già viste: Denki, Jirou, l'uomo falco, la ragazza rana, Kirishima, il tappo con i capelli a palle e più tardi ci raggiunse anche Izuku.
Non vidi da nessuna parte il ragazzo con i capelli viola e le occhiaie.
Nella classe si distingueva un ragazzo biondo con i capelli disordinati che teneva i piedi sul banco e rispondeva in modo grezzo ad un ragazzo alto e occhialuto che cercava di fargli seguire le regole.

Nella classe si distingueva un ragazzo biondo con i capelli disordinati che teneva i piedi sul banco e rispondeva in modo grezzo ad un ragazzo alto e occhialuto che cercava di fargli seguire le regole

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Poco dopo entrò mio zio in classe.
Mi aspettavo un'entrata trionfale o almeno... dignitosa.
Invece rotolò dentro la classe all'interno di un sacco a pelo.
-Chi è?- chiese Izuku a bassa voce -Non ho mai sentito parlare di lui, è così trasandato.
A sentire queste parole su mio zio mi strozzai con la saliva e scoppiai a ridere diventando rosso per l'imbarazzo.
-Zitto, non si ride in classe- il ragazzo occhialuto si alzò in piedi indicandomi e agitando continuamente le braccia, mi calmai.
Mio zio ci diede le uniformi scolastiche e ci portò nel campo di educazione fisica, dove ci diede delle prove da superare, minacciandoci di espellere l'ultimo in classifica.
La prima prova fu una corsa, riuscii ad avere un punteggio mediocre senza usare il quirk.
La seconda fu una prova di forza, bisognava piegare un attrezzo metallico, non ebbi minimamente problemi grazie al quirk e raggiunsi il massimo possibile.
I saltelli laterali furono più problematici ma il lancio del peso alzò molto la media.
Izuku invece sembrava molto in difficoltà e mio zio non semplificò le cose, cancellando il quirk anche a lui che quindi raggiunse un risultato pessimo, ma al secondo tentativo, dopo una ramanzina dell'insegnante, fu formidabile e superò il punteggio del bulletto biondo, posizionandosi terzo, appena dopo me e una ragazzina che controllava la gravità che ovviamente ottennemo il massimo grazie ai nostri quirk.
Le restanti prove furono veloci e non mi distinsi particolarmente.
Alla fine nessuno venne espulso, era solo un modo per spronarci e vennero pubblicati i risultati.
Il mio nome era il quarto in classifica, ero stato superato da Bakugou Katsuki, il bullo che aveva ottenuto il terzo posto e da altro due ragazzi che non conoscevo.
Il secondo posto era Shouto Todoroki, un ragazzo con i capelli mezzi rossi e mezzo bianchi, sembrava controllare il ghiaccio con una mano e il fuoco con l'altra.
La prima classificata era Momo Yaoyorozu, la vidi in disparte, era una ragazza bellissima con una cosa di cavallo.
Entrambi erano stati raccomandati da dei professionisti, ammisi che provai parecchia invidia.
Feci un pezzo di strada con Kaminari, Jirou e Kirishima, poi tornai a casa.

Il secondo giorno fu più tranquillo, la mattina ci fu lezione d'inglese, poi la pausa pranzo.
Mi sedetti da solo ma poco dopo Denki e gli altri mi raggiunsero.
Persino Izuku, il secchione di nome Iida e una ragazza di nome Ochako si unirono a noi.
Dopopranzo entrò in classe All Might, fu scenografico come al solito, sembrava essere costantemente in cerca di attenzioni, Izuku per qualche motivo lo sembrava idolatrare.
Ci vennero consegnate delle tute da eroe.
La mia era abbastanza semplice, era formata da piccole lastre d'acciaio soprattutto sulle zone più delicate.
Avevo una cintura con delle tasche piene di piccole palline palline metalliche.
Ogni parte era composta di una particolare lega metallica, leggera ma resistente.
La prova, che necessitava delle nostre tute, consisteva in un lavoro a coppie, dove due persone dovevano interpretare i cattivi in possesso di un'arma nucleare e le altre due erano gli eroi mandati a catturarli.
Essendo dispari, una squadra fu composta da tre membri, la mia.
I miei compagni di squadra erano Momo, la ragazza bellissima prima classificata e Mineta, il piccoletto con le palle in testa che fissava in modo inquietante la ragazza.
Il primo scontro vide Izuku e Ochako contro Iida e Bakugou.
Fu uno scontro sensazionale e ricco di diversi colpi di scena, il nerd e la ragazza vinsero per un colpo di fortuna.
Lo scontro suvcesdivo vide la mia squadra contro quella di Todoroki, il raccomandato mezzo fuoco e mezzo ghiaccio e un altro ragazzo enorme, Mezo Shoji.
Mezo è un ragazzo alto e muscoloso, con capelli grigio chiaro che puntano in avanti e gli coprono la maggior parte del viso, inoltre ha sei braccia tutte attaccate l'una all'altra da una membrana di pelle.
 Il Quirk di Mezo permette alle punte dei suoi tentacoli di replicare parti del suo corpo.
Riunii la squadra per comprendere meglio i loro quirk, Momo poteva creare gli oggetti di cui conosceva la composizione, una cosa molto buona, mentre Mineta lanciava palle appiccicose dai capelli.
-Ehi tu- il piccoletto mi chiamò in disparte -È TUTTA COLPA TUA SE NON POSSO STARE DA SOLO CON QUELLA BELLISSIMA RAGAZZA.
-Senti, versione taroccata di un Puffo- iniziai a perdere la pazienza -Se ci fai perdere per queste cavolate, ti appendo al soffitto, così rimarrai attaccato con il tuo inutile quirk.
Era giunto il nostro momento, eravamo i buoni e avevamo due avversari temibili, il professore ci diede il via.

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