Renjun manteneva lo sguardo fisso, da sopra il comodino, osservando Jeno che finalmente si era addormentato, dopo ore in cui pianse senza mai fermarsi.Ogni anno che passava la sua frustrazione cresceva sempre di più, perché Jeno non riusciva più a essere quello di prima.
Passarono già alcuni anni, ma per Jeno, dopo la sua scomparsa, il tempo si era fermato.
- Jeno - pronunciò una voce, il quale proprietario si trovava dall'altra parte della porta.
Mark, suo amico da sempre, entrò nella camera, silenziosamente, avvicinandosi al letto del ragazzo. Vedendo che quest'ultimo era riuscito a prendere sonno, si sedette piano sul margine del letto e gli accarezzò i capelli.
- Come sta? Sta bene? - Chiese Haechan, entrando nella camera.
- Credo di si. Penso che tutte quelle ore di pianto lo hanno stancato. - Ipotizzò Mark, sospirando.
- Ma sono già passati tre anni. Non dovrebbe migliorare? - Chiese Haechan di nuovo, confuso.
- Tu saresti bene, se ti trovassi al suo posto?
Haechan pensò qualche secondo a una possibile risposta, ma finì con il muovere la testa, in un gesto di negazione.
- Che dovremo fare? - Chiese alla fine, visibilmente preoccupato.
- Non saprei, ma il suo stato mi preoccupa sempre di più. - Mark posò la sua mano su quella di Jeno e la strinse leggermente. Era vero, si stava preoccupando per il suo amico, che sembrava più morto che vivo e sembrava che la situazione andava peggiorando sempre di più. - Andiamo, é meglio lasciarlo dormire.
Haechan annuì e seguì Mark fuori dalla camera, lasciando Renjun dentro che continuava a fissare Jeno.
Prima, il suo viso era sempre splendente, con il suo sorriso incurabile, invece adesso che lo guardava, era sempre più spento. Non era più lo stesso Jeno che conosceva.
Questo Jeno sembrava cercare con tutte le sue forze di rimanere in vita. Ma solo questo.
- Devi andare avanti.-lo incitò a bassa voce, apoggiando una mano sulla sua fronte - Devi essere felice - gli sussurrò.
Il quel momento Jeno si girò sotto le coperte e agrottò la fronte, segno che, come le notti precedenti, stava facendo ancora un incubo. Mentre Renjun voleva con tutto se stesso sapere cosa gli tormentava così tanto la mente.
Tutto quello che che poteva sentire Renjun era la disperazione, perché non poteva fare niente, ma avrebbe voluto abbracciarlo e consolarlo, gli avrebbe voluto dire che non era solo, che lui era sempre con lui, nonostante lui non lo potesse vedere.
Gli spiriti a cui non era permesso passare all'altro mondo, perché c'era ancora qualcosa che le legava a questo di mondo, avevano delle abilità speciali, e una di queste era quella di potersi far vedere dalle persone quando volevano loro.
Pertanto, molti spiriti, che non si ricordavano quale era il loro scopo, che avevano dimenticato cosa avevano ancora da fare qui, usavano questo nuovo potere per spaventare gli umani.
Renjun pensò più volte di mostrarsi a Jeno, e lasciarli vedere che stava bene, che non sentiva più dolore adesso e che é stato felice quanto a vissuto, che ebbe parte di una vita bellissima vicino a lui. Ma purtroppo lo conosceva troppo bene, e sapeva che Jeno sarebbe impazzito se l'avesse visto, sapeva che gli avrebbe fatto ancora più male così facendo.
Pensò anche a Mark e Haechan, ma fu inutile.
Jeno si svegliò la sera, oggi aveva beccato il turno serale a lavoro e sarebbe duvuto andare via di casa da lì a poco.
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Yūrei - NoMin
FanfictionDopo la morte di Renjun, Jeno cade in un abisso di depressione dal momento della morte del proprio amore. Renjun che non può trovare la pace e non può passare all'altro mondo, finché Jeno non sarà capace di sorridere di nuovo, chiede aiuto a Na Jae...