Capitolo 1.

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"Stupidità:
Il termine "stupidità" ha due accezioni distinte: una vede una condizione d'incapacità o insensibilità, indotta da meraviglia, sorpresa; l'altra una condizione duratura, come dire un handicap.

Quindi, riassumento il tutto, possiamo semplicemente dire che la stupidità ha due enti: la prima è la stupidità dettata dalla natura, quella che purtroppo il mondo ci vuole imporre e la seconda è la stupidità umana e quindi quella voluta.

D'altronde noi umani usiamo solo il 20% del nostro cervello e un elevato tasso di persone ne usa anche soltanto il 10%, nonostante si potrebbe spingere oltre.

Ora, era mai possibile che tutte quelle persone che usano solo il 10% del loro cervello ce le avevo tutte io intorno, dovendomi ogni giorno confrontare con individui tonti e irrazionali?."

Così avevo iniziato la mia nuova teoria, una teoria un po' vaga, ma con i suoi perchè.

Dovevo infatti mettere in chiaro, a tutti quelli che mi circondavano, che non volevo assolutamente avere alcun tipo relazione con qualcuno, perchè quel "qualcuno" lo avevo ormai già perso.

E devo dire che era l'unico "qualcuno" che mi avesse davvero reso la vita così bella da viverla.

"Andrea!" Sentii urlare da sotto.

Eccoci, sempre nel momento meno opportuno.

"Dimmi mamma!" Risposi svogliata, come era solito fare.

"Scendi c'è la cena" disse mia madre con quella voce insopportabile.

"Si arrivo subito!"

Chiariamo che quell'"arrivo subito" era più un "arrivo tra venti minuti, non mi rompere". Tanto comunque, se fossi scesa in quel preciso momento, non avrei visto nemmeno la tavola apparecchiata, mia madre e i suoi problemi con il tempo. Come quando la mattina mi sveglia dicendomi che sono le 6:30 e poi guardo l'orario e sono a malapena le 6:00.

Quanto odio quando fa cosí, ma ormai ci sono abituata e come dire, vado al passo con lei: se mi chiamava al momento, sapevo di certo che mi dovevo presentare da lei solo venti minuti dopo. Cose che s'imparano da una convivenza esaustiva con i propri genitori.

Ora che ci pensavo ero sicura che i miei non avrebbero mai voluto avere una figlia come me, ero dissobbediente, facevo sempre casini e ah, mi avevano definitivamente espulso oggi stesso da scuola.

Mia madre dice sempre "perchè non smetti di fare queste stupide bricconate ogni santissimo giorno e magari ti decidi a crescere!", ma lei non sa niente di me e tanto meno delle "bricconate" che combino a scuola, e se solo sapesse..

Dopo vari pensieri che mi frullavano per la testa decisi di scendere a cenare.

Una volta arrivata in cucina trovai mia madre che mi guardava come se avessi appena fatto uno dei mie tanti casini, cioé come mi guarda praticamente sempre.

"Cosa c'è?" le chiesi disturbata dal suo atteggiamento.

"Mi speghi perchè sei sempre così disobbediente, ti avevo chiesto di scendere venti minuti fa e io e tuo padre abbiamo già finito di cenare!" Sbraitò,
Guarda un po', qualcuno gli ha aggiustato l'orologio!

"Mi spieghi perchè sei sempre così vulnerabile? Non ci tengo a cenare con voi che siete consantemente incazzata per ogni cosa che faccio!" le ribatto contro quasi con la voglia di ritornarmene in camera.

"Essere espulsi da una scuola ti sembra una roba da nulla? Andrea davvero, non ce la faccio più con te. Tu non ti rendi conto di che cosa sei diventata!" disse con un tono disgustato, come se non mi volesse come figlia, e subito dopo, come era solita la sua scenetta super teatrale, uscí dalla cucina sbattendosi la porta dietro.

I wanna scream || Harry Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora