Parte 1

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                                                                            IL TRONO DI CARTA


Mi chiamo Daenerys Targaryen, ma questa sarà l'unica volta in cui dirò il mio vero nome.

Prima di questa storia ero una ladra e una fuggitiva. Per due anni non sono stata più di due settimane nello stesso posto: ero ricercata in tutto il Paese per una rapina in cui erano morti due ostaggi e il mio complice, l'amore della mia vita, Khal Drogo. Poi un giorno, il Professore mi ha trovata. Un nano dalla grandezza mentale straordinaria che mi ha offerto un rifugio e mi ha ridato un futuro. Sono ancora una ladra ma non fuggo più. Tutti i riflettori del mondo sono puntati su di me e i miei compagni mentre entriamo armati nella Zecca di Stato al centro di Approdo del Re.
Adesso sono la Madre dei draghi e questa è la mia storia.


*****

L incontro avvenne in un casolare abbandonato a Roccia del Drago, con
sei individui che si scrutavano con aria sospetta : una giovane donna bionda, un ragazzo con i capelli lunghi e neri e l'espressione malinconica , un uomo dal fisico massiccio e con una vistosa bruciatura sul viso, un affascinante uomo biondiccio, una donna con lunghissimi capelli rossi e un uomo di mezz'età con una barba grigia. Non si erano mai visti prima di allora, ma tutti conoscevano un'altra persona, il nano che li aveva portati lì con la promessa di un  piano criminale.
Lo seguirono in silenzio all'interno del casolare  fino ad arrivare in una stanza piccola che presentava una disposizione molto curiosa - sei banchi disposti in tre file da due e una lavagna attaccata alla parete di fronte - ricordava un'aula scolastica.

"Non sono mai andato bene a scuola. Credo che sia un po' tardi per ricominciare" ruppe il silenzio l'uomo più anziano del gruppo, con un sorriso ironico.
"Siamo venuti qui per ascoltare un fottuto nano?" aggiunse l'uomo sfregiato, in tono ben più irritato.
Prima che la perplessità potesse continuare, il nano che li aveva convocati li superò e raggiunse con passo sorprendentemente veloce la parete opposta. Solo ora, mentre il nano scriveva con il gesso, si resero conto di quanto la lavagna fosse vicina al pavimento, posizionata evidentemente per essere a sua misura.
"Non ascolterete un "fottuto"nano ,ma un professore. È così che mi chiamerete d'ora in poi" esordì finalmente, voltandosi verso di loro e indicando con una bacchetta la parola che aveva scritto, che era appunto il suo nuovo appellativo. "Sedetevi, sedetevi pure. Sapete di essere qui per una rapina ma non ho intenzione di mandarvi allo sbaraglio. Al contrario, bisogna che siate preparati e che abbiate sempre in mente un piano per risolvere qualsiasi ostacolo potreste incontrare. Quindi vi preparerò con delle lezioni e pretendo che ognuno di voi sia il primo della classe".
Tacque per un attimo, guardandoli prendere posto, incuriositi e improvvisamente docili. Solo quando non ottenne alcun tipo di obiezione, riprese a parlare.
"Allora prima di tutto inizierò esponendo due regole fondamentali.


Regola numero uno: non dovrà esserci nessuna relazione sentimentale tra voi.

Regola numero due: non dovrete conoscere l'identità l'uno degli altri. So che non vi siete presentati ancora e la cosa deve restare in questo modo. Utilizzerete dei nomi in codice piuttosto".

"Nomi in codice? Di che tipo?" chiese la bionda, seduta in prima fila. "Nomi di colore, di animale o di cos'altro?"
"Si potrebbe fare di città" intervenne la rossa, seduta immediatamente dietro di lei. "Io sarei Asshai, suona proprio bene "
Il professore, l'unico che per ora aveva un nome in codice, non trattenne una smorfia di disappunto.
"In verità pensavo a qualcosa di più particolare. Saranno nomi con cui non solo vi conoscerete tra voi, ma con cui anche gli ostaggi e tutto il mondo vi avranno in mente. Quindi, pensate a qualcosa di più spettacolare... Insomma Green Arrow  non avrebbe avuto lo stesso successo se si fosse chiamato Mereen, non vi pare?"
"Allora ci vogliono nomi da supereroi da fumetti oppure... Oppure da personaggi di videogiochi o di film " suggerì il ragazzo con i capelli neri, con un po' di titubanza.
La bionda, seduta accanto a lui, gli lanciò un'occhiata scettica. "Oh, abbiamo un vero nerd tra noi. Come ti chiamerai tu, Cloud?" Ma gli sorrideva in modo benevolo e sincero.
"Perfetto. Allora io sarò la Donna Rossa" commentò l'altra donna prontamente, facendo scuotere la lunga chioma rossa come per dare una spiegazione al nome scelto.
Passarono solo pochi istanti di silenzio prima che il prossimo nome in codice venne fuori, questa volta dalla fila in fondo e precisamente dalla bocca dell'uomo biondo.
"Il re leone... Ah no, la Disney me l'ha già rubato,purtroppo. Allora vada per lo Sterminatore di Re!"
Poi fu la volta della bionda.
"Ho sempre avuto una passione per i draghi" disse, sollevando una manica per rivelare tre piccoli draghi tatuati. "Chiamatemi la Madre dei draghi".
"Ma davvero? Se vuoi, io ho qui un bel drago infuocato da farti vedere!" commentò il biondo, chiaramente malizioso, provocando la rauca risata dello sfregiato e quella più contenuta dell'uomo con la barba.
La bionda si voltò per lanciargli un'occhiata di traverso ma non rispose.
"Beh, se lei non è interessata, puoi sempre mostrarlo a me" disse la rossa, voltandosi a sua volta, ma per fargli un occhiolino.
"Ooh, quando vuoi bellezza" rispose l'uomo prontamente, restituendo l'occhiolino.
Quando però la donna tornò a voltarsi verso la lavagna, si ritrovò il Professore vicino al suo piccolo banco che la fissava in modo contrariato.
"Voi due non iniziate affatto bene" disse, spostando lo sguardo tra la donna e l'uomo biondo che le era seduto dietro. "Donna Rossa, qual è la prima regola di cui ho appena parlato?"
"No relazioni sentimentali, e posso dire di essere pienamente d'accordo con lei, Professore. Sono fiera di dire che fin dalla nascita   non mi sono mai innamorata, non si preoccupi la visione del drago del signore Sterminatore di Re non influirebbe sulla mia emotività".
La risposta fece scaturire la risata del resto dei compagni, stavolta anche del ragazzo con i capelli scuri e la Madre dei draghi. Per quanto riguarda il nano, alzò gli occhi al cielo ma in qualche modo si sentì rassicurato da quella risposta. Era la classica femme fatale, evidentemente, con un corpo bollente ma l'anima arida.
"Allora, abbiamo la Donna Rossa, lo Sterminatore di Re e la Madre dei draghi... Chi manca?"
"Il Guardiano della notte!" rispose il ragazzo con i capelli scuri e il nome piacque abbastanza che tutti si astennero dal fare battutine stupide.
Non fu così per il nome successivo. L'uomo con la barba propose Il Cavaliere delle cipolle che fu accolto da risatine divertite.
"Che c'è? Le cipolle sono il mio cibo preferito, qual è il problema?" si difese l'uomo, alzando le spalle.
"Io dico che tutti i vostri nomi sono nomi del cazzo" disse lo sfregiato, facendo sentire finalmente anche la sua voce. Era seduto anche lui in fondo, proprio accanto allo Sterminatore di re. "Io non sono un cazzo di supereroe e non voglio esserlo. Sono il Mastino. Punto."
Se qualcuno ebbe qualche rimostranza da fare, non la fece presente ad alta voce. Da quelle poche battute che aveva detto, era chiaro che il Mastino non era un tipo con cui conveniva scherzare.
Approfittando del silenzio, il professore raggiunse l'altra estremità della stanza, il lato da cui erano entrati, dove, oltre la porta, si trovava un tavolino basso coperto da un velo.
"Bene, ora che abbiamo stabilito chi siamo, dobbiamo stabilire cosa dobbiamo fare. È chiaro che si tratta di una rapina, ma non si tratterà di una rapina qualsiasi. Infatti, il teatro del nostro spettacolo non sarà una banca. Punteremo più in alto. Non ci interessa un posto che contiene soldi, oh no, noi attaccheremo il posto dove si fabbricano i soldi".
Dopo quella introduzione accattivante, con un solo rapido gesto, sollevò il velo per mostrare una riproduzione in piccolo di uno degli edifici più famosi dei sette regni. Delle esclamazioni di sorpresa giunsero dalla banda, riconoscendo immediatamente la Zecca di Stato di Approdo del Re.
"Sì, avete capito benissimo. Il piano è rischioso ma maggiore è il rischio, maggiore sarà il risultato. Vediamo, chi di voi sa dirmi dove si trova il centro del potere?"
"La Fortezza Rossa, direi, è lì che risiede Re Robert".
"Risposta sbagliata, Guardiano della notte. Non sai ancora niente del mondo, evidentemente" disse il Professore con un sorriso indulgente, che tuttavia divenne ben presto quasi eccitato, mentre riprendeva il suo discorso. "Se chiedete ai più potenti del mondo dove risiede il potere, alcuni vi diranno che la conoscenza è potere o che il potere è il potere stesso. Ma la verità è un'altra... Il vero potere è unicamente nel denaro".
Infilò una mano all'interno dell'edificio riprodotto e quello che tirò fuori fece esultare tutta la banda. Anche quella era una riproduzione perfetta, di un simbolo ancora più conosciuto della Zecca.
Era il trono di spade.

Il Trono di CartaWhere stories live. Discover now