«Sei particolarmente allegro stamattina Merlino, c'è qualche motivo particolare?»
«No, mi sono solo svegliato così» rispose Merlino alla curiosità della cuoca di corte. Oramai per lui fu come aver trovato una zia a cui confidare tutto, inoltre aveva stretto amicizia anche con il medico di corte, Gaius, che ogni tanto lo mandava a sbrigare alcune faccende per lui, tipo raccogliere erbe e cose del genere. Gaius entrò proprio in quel momento con una lista si elementi che gli sarebbero serviti per preparare un infuso per il mal di testa della regina.
«Ecco qua ragazzo, cerca di portarmi tutto il prima possibile.» E dicendo queste parole gli consegnò il foglio di carta, che Merlino ripiegò ordinatamente e mise nella tasca della sua casacca.
«Certo, appena trovo un attimo, ve le porterò tutte» cinguettò posando il pane sul vassoio della colazione e prendendolo con le mani. Uscì canticchiando una canzone allegra e sorridendo a tutti quanti.
«Niente lamentele come al solito, oggi. Che cosa strana» rimuginò Gaius grattandosi il mento. Quel ragazzo restava un mistero incomprensibile per lui.
«Lasciatelo perdere, è da stamattina che sprizza gioia da tutti i pori, speriamo che duri» disse la cuoca, tornando ad impastare il pane per il pranzo. Gaius fece come gli era stato suggerito, ed uscì dalla stanza alzando le spalle. Ah, se avessero saputo il motivo dell'allegria di Merlino... .
«Buongiorno sire.» Merlin entrò nella stanza reale sorridendo come un bambino e iniziando ad aprire le tende. Arthur stranamente non fece storie come al soliti, anzi. Si tolse le lenzuola dal corpo e si strofinò gli occhi.
«Avete preso una sbornia colossale ieri» lo informò. Intanto Arthur si era seduto sul letto e aveva iniziato ad osservare le mosse di Merlin attentamente. Era di spalle e stava raccogliendo i vestiti sporchi, gettandoli in una cesta con noncuranza, continuando a canticchiare. Sorrise ripensando alla sera prima, e in cuor suo sperò ardentemente che il suo servo fosse di così buon umore per il bacio che si erano scambiati.
«Merlino» lo chiamò facendogli segno di avvicinarsi. Merlin ubbidì perplesso, ma non si fece tante domande. Era certo che il re avesse dimenticato quello che era accaduto la notte prima, anche se sperava che così non fosse. Arthur si alzò e si pose proprio di fronte al suo servo, guardandolo con un affetto tale che a Merlin quasi mancò il fiato per l'emozione.
E poi, avanzò verso il tuo volto leggermente titubante, fece un respiro profondo e unì le loro labbra facendole diventare quasi un tutt'uno.
«Allora non avete dimenticato!» disse Merlin felice e sollevato, una volta che interruppero il bacio.
«Come avrei mai potuto dimenticare? Per me è stato uno dei momenti più belli della vita che ricordo» confessò Arthur accarezzandogli una guancia morbida. Gli occhi di Merlin si fecero lucidi per l'emozione .
«Credevo che vi sareste dimenticato...»
«E non mi avresti detto niente?» disse Arthur posandogli le mani sui fianchi dolcemente. Merlin non se ne preoccupò, perché sapeva che in quel gesto non c'erano altre finalità.
«E a che scopo? Sarei stato deriso, e probabilmente non mi avreste creduto.»
«A volte sei davvero un idiota Merlin» lo derise dolcemente Arthur. «Non avrei mai potuto dimenticarmi di te.»
«E voi siete un asino, perché avete avuto il coraggio di baciarmi solamente da ubriaco.» lo ribeccò Merlin dandogli un bacio a stampo. Gli occhi di Arthur si fecero seri improvvisamente, e strinse di poco la presa sui fianchi del suo servo.
«Avevo paura di spaventarti» confessò fissandolo intensamente. Merlin ricambiò lo sguardo serio, e gli prese una mano, baciandone delicatamente il dorso.
«Abbandonate queste sciocche paure Artù, ormai appartengono al nostro passato» lo rassicurò. Posò una mano sotto al suo mento e lo alzò. I loro occhi si incontrarono nuovamente. Arthir lo baciò ancora, ancora e ancora. Non sapeva se quello era amore, ma era sicuro che non si era mai sentito felice nella sua vita come in quel momento.Nelle settimane successive tutto cambiò nella vita di Merlin. Appena ne aveva l'occasione, Arthur lo prendeva, qualunque cosa stesse facendo, e si appartavano. Passavano il tempo che avevano baciandosi o parlando di cose stupide e comuni. Arthur raccontava a Merlin della sua giornata e viceversa, si consolavano e si davano consigli l'un l'altro. Non erano riusciti ancora a confidarsi del tutto tra di loro, non avevano parlato del loro passato e di loro stessi approfonditamente, ancora spaventati dalla prospettiva di essere delusi. Sembrava tutto così perfetto adesso perché rovinarlo?
Un giorno particolarmente freddo Merlin stava sistemando i vestiti puliti del principe nell'armadio, quando si sentì afferrare i fianchi dolcemente. Riconobbe subito l'odore del re e per questo non si mosse, anzi, continuò a mettere in ordine.
«Come è stata la vostra giornata?» domandò ad Arthur mentre quest'ultimo affondava la testa dei capelli dei suoi capelli. Inspirò, e poi appoggiò la testa sulla sua spalla. Si stupiva di come lui, che per tempo aveva odiato quelle romanticherie, si trovasse adesso a farle a niente di meno che un servo.
«Probabilmente la più brutta dell'anno» biascicò. Merlin si girò, e Arthur colse l'occasione per baciarlo.
«Come mai?»
«Fonti attendibili dicono che la Regina Annis ha radunato un esercito abbastanza grande da permetterle di marciare su Camelot, e noi non abbiamo le forze materiali per respingerla. Inoltre il consiglio preme sul fatto che io debba avere un erede, nel caso mi succedesse qualcosa» spiegò a voce bassa e rassegnata. Merlin gli strinse i bicipiti per infondergli un po' di coraggio.
«Non abbattetevi sire, sono sicuro che riuscirete a respingere l'invasione. Per quanto riguarda l'erede invece, dovete ammettere che il consiglio non vi sta chiedendo niente di irragionevole» tentò di rassicurarlo.
«Oh, dolce Merlin, se solo avessi una briciola del tuo ottimismo e della tua convinzione probabilmente a quest'ora starei marciando sui territori della Regina Annis» disse Arthur accarezzandogli un fianco, gli baciò la guancia e andò a gettarsi sul letto.
«Che ne dite se vi preparassi un bagno?» suggerì Merlin finendo di rassettare. Il re mugugnò una risposta affermativa e si tolse il mantello gettandolo sul pavimento.
Il bagno fu pronto in una mezz'oretta durante la quale Arthur osservò Merlin andare avanti e indietro per prendere l'acqua calda, e notò il suo corpo ricoprirsi di sudore, che puntualmente il servo asciugava con la manica della casacca ormai piuttosto sudicia.
«Che ne dici di lavarti con me?» propose Arthur una volta a mollo nella vasca. Merlin arrossì violentemente e girò il volto.
«Non credo che c'entriamo entrambi Artù» cercò di rifiutare facendosi aria con la mano.
«Sai che invece ci entriamo benissimo. Sai che non ti toccherei mai contro la tua volontà vero?» disse Arthur diventando serio all'improvviso. Merlin annuì sicuro. Il vero motivo per il quale non voleva fare il bagno con il re era che si sentiva a disagio con il suo corpo; aveva paura che ad Arthur non sarebbe piaciuto quello che avrebbe visto. Comunque, non voleva che Artù credesse che lui avesse ancora paura, perciò, nonostante l'imbarazzo, iniziò a togliersi il fazzoletto che portava al collo.
«Non è che vi potreste girare?» chiese con voce sottile. Arthur ridacchiò per il pudore del suo servo, ma lo accontentò. Purtroppo non riuscì a resistere alla tentazione e girò leggermente il collo. Subito gli arrivò un fazzoletto in faccia.
«La prossima volta sarà una scarpa, asino» scherzò Merlin. Arthur ridacchiò, non dando peso alle parole di Merlin, sapendo perfettamente che non avevano l'intenzione di offenderlo.
«Sai Merlin, se fossi un po' meno attraente, data la tua sfacciataggine, finiresti sicuramente alla gogna» lo rimproverò bonariamente. Merlin alzò gli occhi al cielo, poi, il più velocemente possibile si infilò nella vasca, facendo cadere alcune gocce di acqua a terra. Poggiò la testa sul bordo e osservò gli occhi del re analizzarlo minuziosamente.
«Vieni qui» sussurrò quest'ultimo facendogli segno. Merlin, in men che non si dica, si ritrovò con la schiena poggiata sul petto duro di Arthur, in una posizione piacevole e rassicurante. Il re prese ad accarezzargli il cuoio capelluto.
«Ti piacerebbe parlarmi della tua famiglia?» domandò all'improvviso Artù trovando il coraggio nell'avere Merlin così vicino. D'altra parte il servo si aspettava quella domanda da un po', e, anche se non gli piaceva parlare di sé, voleva che Arthur conoscesse tutto di lui.
«Mia madre si chiama Hunith ed è meravigliosa. Nelle possibilità che avevamo, non mi ha mai fatto mancare niente. Mi ha istruito lei, sai. Nonostante tornasse dai campi stanca la sera tardi, mi rivolgeva sempre un sorriso luminoso, e mi insegnava l'alfabeto alla luce di una sola candela. Mio padre, invece, è morto quando non ero ancora nato. Solo in seguito mia madre mi ha svelato che le circostanze della sua morte sono misteriose, lei sospetta che avesse qualcosa a che fare con la magia» bisbigliò Merlin disegnando cerchi immaginari nell'acqua calda. Arthur lo ascoltò interessato e paziente, continuando ad accarezzargli i capelli dolcemente. Fu così felice del fatto che Merlin avesse deciso di confidarsi con lui.
«Anche mia madre è morta a causa della magia. Fu allora che mio padre decise di bandirla, e ha continuato a condannarla fino alla sua morte» confessò Arthur.
«Io non credo che condannare la magia sia una cosa giusta; l'ho sempre visto come un'arma: dipende tutto da chi la brandisce; se è buono allora farà del bene, se non lo è farà del male» disse il servo girandosi verso Arthur, quest'ultimo lo baciò, stupendosi della fiducia e della gentilezza che Merlin aveva nei confronti di qualsiasi cosa, anche di quelle che a rigor di logica avrebbe dovuto odiare. L'acqua ormai si era raffreddata, ma entrambi non avevano intenzione di spostarsi: non si sentivano al sicuro in nessuno luogo, tranne nelle braccia dell'altro.
«Sei bellissimo.» Fu l'unica cosa che Artù riuscì a dirgli in quel momento. Merlin arrossì a causa dello sguardo ammirato del suo re, credendo di non meritarlo.
«Spero che questo non aumenti ancora di più il vostro ego, ma anche voi lo siete» scherzò poggiando la guancia sulla clavicola dell'altro.
«No Merlin, ogni cosa che fai, che dici è bellissima. Tutto di te è bellissimo» chiarì. Poi gli baciò la tempia e iniziò ad accarezzargli la spina dorsale. Merlin avvertì dei brividi a quel movimento, ma cercò di non dargli conto.
«Dov'è tua madre adesso?»
«È al villaggio dove abitavo. Stava male, per questo ho preso il suo posto qui a corte» spiegò chiudendo gli occhi. Pensava sempre a lei, aveva paura che fosse peggiorata e che lui non lo sapesse.
«Puoi andare dal lei se vuoi» sussurrò Arthur. Non aveva mai desiderato niente, così come ora desiderava di rendere Merlin felice.
«Ritornerò» promise. E fu in quel momento che Arthur si accorse che qualcosa in lui era cambiata.
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Honor and Dignity ‖ Merthur.
FanfictionArthur è Re di Camelot, Merlin è il suo valletto personale pieno di forza d'animo e dal cuore gentile che, grazie ad un'innata capacità di perdonare, riesce a scalfire la corazza piena di freddezza del suo signore.