In un locale,
a pensare a niente,
circondata da nessuno che chiamo amici,
che chiamiamo amici,
io e il mio ragazzo,
che accompagna le mie giornate,
gli permetto io di farlo,
il motivo l'ho perso mesi fa,
e non trovo risposta
che mi chiarisca perché gli consenta di continuare a starmi accanto.
Ho smesso di amarlo mesi fa,
forse ho smesso di amarlo anche prima,
ma mi serviva tempo per capirlo.
I secondi,
I minuti,
Le ore,
I giorni,
I mesi,
Gli anni,
Due, oggi festeggiamo il secondo,
ma sono annoiata,
la mia anima cerca di uscire da me,
la sento che mi parla da dietro,
dice "Fuggi", dice "alzati da questo tavolo, senza dire una parola,
non dare spiegazioni",
ma non ci riesco,
i miei gomiti appoggiati al tavolo
e come incollati ad esso,
la mano destra chiusa a pugno
sotto il mio mento si stringe,
sempre più forte.
Vorrei urlare,
così forte che tutti mi possano sentire,
così che tutti si girino e mi guardano,
e pensare che io sia pazza.
Fallo...fallo...fallo...FAllo...FALLo...
...FALLO!!!
No...chiudo gli occhi, respiro gonfiando petto e diaframma...e butto fuori.
Tutto si quieta nella mia testa,
Mi accorgo di esserci anch'io
in mezzo a quella gente,
che i miei nessuno,
i miei...amici
sono lì a guardarmi,
Di fronte a me,
a destra Alfredo che mi tocca,
che mi chiama
e mi dice di rispondere,
vogliono sapere
cosa penso della politica,
di Michele e Anna
che non stanno più insieme,
e molte cose noiose.
"Si, sono sveglia, scusate, sono sovrappensiero", cerco di giustificarmi,
capisco che devo rimandare la sceneggiata.
Anna propone un brindisi.
"Ad Alfredo ed Giulia", dice,
scandendo bene i nostri nomi, facendo partire gli applausi da parte degli altri e di alcuni ai tavoli vicini.
"Fatevi i cazzi vostri", pensa la voce che viene da dietro di me...
... sempre la mia.