Cos'è il femminismo è perché no, non odiamo gli uomini

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Da sempre il femminismo porta dietro di sé molti pregiudizi dovuti ad un'idea sbagliata di esso. Di fatti il primo ostacolo che un/una femminista (sì, per fortuna, esistono anche I femministi) si trova puntualmente ad affrontare è cercare di non essere liquidati con la solita frase " quindi credi che le donne siano migliori degli uomini! No, io sono per la parità dei sessi". Se questo è stato il vostro primo pensiero nel momento in cui avete letto il titolo di questo giornale online o semplicemente ogni qual volta vi siate imbattuti in una persona che si definisca femminista, intanto vi faccio i miei complimenti in quanto di solito le persone tendono a chiudere quasi categoricamente la conversazione e, nel frattempo, lasciate che vi rassicuri: il femminismo è quel movimento che lotta per la parità di genere. Proprio così, la parità. Pertanto esso condanna il sessismo in ogni sua forma. Niente uomini migliori delle donne, ma neanche donne migliori degli uomini.

Esistono però coloro che credono fermamente nella superiorità del genere femminile declassando gli uomini ad esseri umani guidati da istinti animali in grado di pensare solo al sesso. Esistono, ma non si chiamano "femministe", si chiamano "misandre". Signore e singori, ecco a voi la misandria! Ora andate e diffondete il verbo. 
Che cos'è, quindi, il femminismo?
Anzitutto è doveroso dire che il movimento femminista nasce intorno al 1913 ed è notoriamente suddiviso in quattro ondate. Tuttavia ideali femministi esistevano molto prima di quando di solito lo si fa risalire. Vi sono stati esempi, seppur sporadici, di personaggi che hanno sottolineato la condizione di inferiorità in cui si trovavano le donne e contestato il sistema patriarcale, tanto che in questi casi si parla di "protofemminismo", esempio celeberrimo è Jane Austen e le sue protagoniste.
La prima ondata di femminismo, vale a dire del 1913, vede scendere in piazza le Suffragette e l'obiettivo che si prefiggevano era ottenere il diritto al voto. La seconda ondata riguarda all'incirca il secondo dopoguerra e rivendicava la libertà per le donne di decidere per il proprio corpo uscendo dalla mera dicotomia santa - poco di buono. La terza ondata invece si colloca negli anni '90 e qui le donne iniziano a dimostrare come non necessariamente bisogna essere dipendenti dagli uomini e che sono in grado di fare anche cose che da sempre erano riservate agli uomini. Viene così a traballare la distinzione dei ruoli e, di conseguenza, l'uomo si sente demascolinizzato. Non sa più qual è il suo posto e quali sono le sue caratteristiche in quanto uomo, visto che quelle che fino a quel momento pensava fossero prettamente maschili, ora diventano parte anche del mondo femminile (un esempio sono le girl band, la maggior parte di questa ondata passa per il mondo della musica). La quarta ondata è quella in cui ci troviamo adesso. Avrete sicuramente sentito parlare della campagna lanciata da Emma Watson #HeForShe. Ebbene adesso il femminismo non parla unicamente alle donne, ma anche agli uomini essenzialmente per due motivi:

1) come si può pensare di raggiungere la parità tra i sessi se a lottare è solo uno dei due? È qualcosa che riguarda tutti. Ed inoltre se è un uomo a sostenere la causa femminista appare più credibile in quanto non si pensa che lo faccia per tornaconto personale come, purtroppo, succede per le donne.

2)La parità non l'abbiamo ancora raggiunta. Ciò significa che esistono ancora molte discriminazioni di genere, ed esse coinvolgono non solo il sesso femminile ma (udite udite!) anche quello maschile. Non è più una battaglia per le donne dalle donne, è una battaglia PER TUTTI DA TUTTI.

Cari uomini, cari ragazzi, benvenuti nel meraviglioso mondo del femminismo intersezionale !
Un luogo in cui un ragazzo può piangere liberamente senza sentirsi dire "non fare la femminuccia" e una donna può buttare giù santi come se non ci fosse un domani senza che qualcuno le chieda se ha "le sue cose" (a proposito, si chiamano mestruazioni! Un bel respiro e ditelo insieme a me: ME-STRUA-ZIO-NI) o che gli venga detto che forse forse è passato un po' troppo tempo dall'ultima volta in cui ha avuto un rapporto intimo e gli effetti iniziano a vedersi o ancora dove anche le donne possono rimorchiare e anche gli uomini essere rimorchiati. E sono solo alcuni degli stereotipi a cui siamo tutti soggetti e che hanno le loro conseguenze dannose (per chi è già pratico di termini femministi, ne è un esempio la mascolinità tossica a cui darò uno spazio apposito). Per cui ragazzi, prendete un cartello o uno striscione e scendete a manifestare al nostro fianco perché ABBIAMO BISOGNO ANCHE DI VOI, NON SIATE TIMIDI!
Probabilmente non vi sarà sfuggito il fatto che precedentemente io abbia usato la parola "intersezionale". Perché adesso il femminismo ha assunto l'aggettivo sopra citato? La risposta è presto data: rivendicare la parità non si limita più solo a quella fra i sessi, ma assume un significato più esteso. Il/ La femminista sostiene tutte le minoranze affinché acquisiscano maggiore libertà. Essere femminista significa non solo lottare per la parità di genere, ma anche supportare la comunità LGBTQ+, condannare il razzismo in ogni sua forma, passando anche per la body-shaming e la grassofobia.
Pensate ancora che il femminismo sia solo per donne con gonne lunghe fino ai piedi e occhiali da sole hippie coi nervi a fior di pelle?
Spero di essere stata esaustiva il più possibile in questa mia introduzione al femminismo. Se ancora vi è rimasto qualche dubbio mi scuso, con la promessa di fugarli negli articoli che seguiranno e che usciranno periodicamente (cercherò di pubblicarne due a settimana, uno a tema femminismo e uno a tema "cinema e dintorni").

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Nota bene
Probabilmente avrete già sentito parlare del ritorno sulla Rai del concorso Miss Italia (che tra l'altro sta venendo acclamato come se fosse un qualche diritto sociale acquistato o, dovremmo dire, riacquistato visto gli slogan che si portano dietro con fierezza del tipo "il merito di essere belle").
Se volete approfondire l'argomento vi esorto a leggere l'articolo in proposito di Giulia Blasi su Esquire.

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