Ho sempre pensato che il mondo fosse come un orologio. Le automobili, le persone, gli animali si muovono per un motivo o, per gli umani, per vivere. Ogni singolo giorno sappiamo cosa fare, cosa pensare e cosa essere. Per esempio i genitori accompagnano i propri figli a scuola,essi a loro volta passeranno la giornata ad imparare nuove cose le quali saranno poste in loro dagli insegnanti che svolgono il loro lavoro di insegnare e anche loro lavorano per mantenere una famiglia e così via.
Io credo di essere l'ingranaggio inutile dell'orologio. Esisto ma credo di vivere come un fantasma. Cammino ma è come se non toccassi suolo. La pioggia mi attraversa, ogni singola goccia mi penetra dentro e scende nel più profondo stato di me. Le lacrime sono l'unica cosa che scivola sulla mia pelle. È facile sotto la pioggia piangere ,non devi coprirti il volto per nascondere ciò che sento veramente.
Oggi è un giorno qualunque, un giorno come tanti dove ogni cosa svolge il proprio ruolo, io osservo lo scorrere del tempo seduto sulla panca nel parco. Le mie mani sono fredde come anche il mio cuore ,entrambi come il marmo.
I ricordi di un infanzia felice sono ormai dispersi e alcuni persino scomparsi dentro un corpo senza anima come il mio. Vorrei provare le stesse cose di un tempo ,ma, la vita cambia e cambiano anche i sentimenti. Come il sole scompare dopo l'arrivo delle nuvole anche il mio sorriso va via dal mio volto. E all'arrivo della prima goccia di pioggia i miei occhi si riempiono di dolore e le lacrime escono e sfiorano le miei guance senza neanche bagnarle. Ho pianto fin troppo da finirle quasi completamente.
D'un tratto mi accorgo che il mio blocco di disegno era fradicio così lo rimisi nella sacca, con la manica della giacca asciugo le poche lacrime dal viso e mi incammino verso un luogo chiamato comunemente casa.