Quel mondo...?

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Come uscire da lì?
Come tornare a casa?
Come diavolo ero finita lì?
Troppe domande a cui non avrei ricevuto risposta iniziarono a ronzarmi sempre più insistentemente in testa.
Tutto quello era semplicemente assurdo, non avrei mai pensato potesse esistere un luogo come quello e che, per giunta, ho raggiunto incoscientemente e dal quale non sapevo come uscire.
"Cosa sta succedendo? Chi è quel demente che è entrato?"
Udita quella voce presi un colpo.
Mi guardai intorno allarmata ma non vidi nessuno.
Dalle condizioni che presentava la scuola, era abbastanza impossibile che qualcuno fosse all'interno.
Cioè, insomma, io ero lì, ma non pensavo che qualcuno potesse sopravvivere con quell'odore ripugnante nelle narici per più di due minuti all'interno della scuola.
Il mio respiro non si fermava, sentivo il cuore battere all'impazzata.
Avevo paura.
Tanta paura.
Di cosa fosse quel luogo, di come fossi arrivata lì e della voce che aveva appena parlato.
Stavo sudando freddo. Non pensavo di aver mai provato una paura più grande prima di allora.
Paura dei ragni?
Paura del buio?
Paura di... essere abbandonata...in...un..luogo sconosciuto? Quella si.
Una...una...voce che...che...ha parlato allarmata...come...come se ci fosse...un intruso?
I miei respiri si facevano sempre più corti, il mio cuore non smetteva di battere freneticamente, avevo gli occhi spalancati, in attesa che comparisse qualcuno a prendermi e portarmi chissà in quale posto di quel luogo senza lasciarmi più tornare indietro.
Non sapevo cosa sarebbe potuto succedere.
Chiusi gli occhi il più forte possibile e mi accovacciai a terra, nella speranza che non mi trovassero nonostante fossi in mezzo a una distesa d'erba incolta poco distante dalla scuola abbandonata.
Passò almeno un minuto o non so quanto tempo e ancora non mi riuscivo a calmare e ragionare a mente fredda.
Quando sentii, sentii come se qualcuno mi stesse accarezzato la spalla come per rassicurarmi, come per dirmi che sarebbe andato tutto bene, come farebbe una figura amica in un momento di bisogno, ma in quel luogo ero sola.
Penso mi abbia accarezzato per almeno due o tre volte, così decisi di aprire gli occhi per vedere chi fosse.
Ma in quel momento riuscii a udire di nuovo quelle ventinove voci dei miei compagni che, sentito il campanello, si erano esaltati per l'inizio dell'intervallo. Quasi inutile dire che mi ritrovai di nuovo al mio posto in classe.
Ero tornata.
Con gli occhi spalancati mi guardai in giro incredula però mi accorsi di un particolare.
Il cuore non batteva più così forte. E riuscivo a ragionare meglio, la lucidità pareva essere di nuovo dalla mia parte.
Ma ero tornata in un mezzo stato di trance dato che non avevo ben capito come fossi riuscita a tornare e se quel tocco che avevo sentito fosse davvero successo o se me lo ero solo immaginato.

Terg mi chiese cosa avessi perché mi ero addormentata all'improvviso e il prof stava per beccarmi, risposi decisa che mi fossi solo riposata un attimo perché la sera prima mi ero addormentata tardi (non che veda l'orologio prima di dormire).
Per il resto la giornata non aveva davvero nulla di diverso dalle altre. Potevo pensarci e ripensarci all'infinito ma ancora nulla, non riuscivo a spiegarmi il perché di quel luogo ma soprattutto come ci fossi finita lì e perché proprio io e perché solo io.
Scesi dal bus e mi avviai a casa, più veloce che potei, tirai dritto evitando di parlare con una ragazza che per un pezzo faceva la mia stessa strada. Non dico di essere così asociale, solo non abbiamo troppo in comune se non la zona e la scuola, e non penso ciò possa legarti più di tanto a una persona...
Con musica sparata nelle orecchie arrivai a casa e venni accolta da mio padre che mi aveva lasciato il pranzo, dato che scuola finisce abbastanza tardi rispetto al normale orario di pranzo, non dico mi dispiaccia non pranzare a mezzogiorno, potrei mangiare benissimo alle tre come se niente fosse, non mi da problemi, poi la puntualità non è il mio forte, quindi figuriamoci mangiare in orario.
Finiti i vari compiti e cose da fare mi stesi sul letto e ripensai meglio alla mattina.

Più ci pensavo più non capivo. Se non so come tornare in quel luogo come posso pensare a cosa fare una volta lì?
Poi se davvero c'è qualcuno magari è stato meglio che io me ne sia andata in relativamente poco tempo.
Sarebbe davvero comodo poter avere qualche miserabile spiegazione, ma invece nulla. Niente di niente, solo domande che continuavano ad accumularsi senza mai trovare risposte.
Vorrei fosse tutto più facile.
Vorrei tante cose ma nulla.
La vita è davvero ingiusta a volte, no?
Vorresti riempirti di oggetti inutili che ti procurano una fievole soddisfazione momentanea per poi sbarazzartene qualche anno dopo, quando ormai ai tuoi occhi avranno perso il loro fascino che li rendeva tanto speciali.
Come siamo materialisti.
Personalmente tendo a collezionare di tutto, ogni futile cazzata per me è importante.
No allora, non dico che se uso un tovagliolo lo tengo come tesoro di guerra, ma dico che se, ad esempio, ricevo un regalo da qualcuno lo conservo fin quando quella persona è importante per me.
In fondo, penso che se qualcuno ti regala qualcosa è perché tiene un minimo a te, anzi, tiene a te talmente tanto che vuole dimostrartelo. Può essere una qualsiasi piccola cosa come una pallina presa ai distributori a 1€, oppure un regalo scelto nei minimi dettagli apposta per quella persona.
Ma si ritorna al materialismo.
Siamo fatti così dopotutto.
Se non abbiamo con noi una persona a noi cara, tendiamo a voler lasciare qualcosa a quella persona o a voler qualcosa che ci leggi a quella persona, o che, perlomeno, ci ricordi quella persona.
Ora esistono i messaggi e chi più ne ha più ne metta, ma penso che i piccoli pensierini, anche non solo in occasioni come Natale o compleanno, significano molto.
Non ho mai tenuto molto alle persone, tendo a non fidarmi di nessuno.
Penso che tanto prima o poi tutti verremo dimenticati, possiamo solo sperare di venir collegati alla nostra anima gemella (per così dire) entro la nostra morte, ahaha.
Mhh... il filo rosso del destino... non so quanto possa crederci a una favoleggia del genere, ma cazzo, se fosse vero, vi prego fatemi vedere sto filo che mi sono rotta i coglioni di questa solitudine.
Non mi dispiace molto, ma quando ci pensi intensamente ti senti realmente solo.
Si può dire che i propri genitori abbiano riconosciuto il filo rosso a cui erano collegati, ma purtroppo errare è umano e molto spesso, soprattutto ultimamente, le persone sbagliano in questo, e anche tanto.
Ma in fondo se nasciamo una ragione ci sarà, e penso che questa ragione sia strettamente collegata alla persona del filo rosso legato a noi.
Sarebbe proprio bello, davvero bello poter incontrare questa persona, ma purtroppo il mondo è troppo vasto e la vita troppo breve per poterlo esplorare come si deve.

Interrompo i pensieri e mi riprendo, mi alzo dal letto e continuo la giornata come sempre, saluto mio fratello tornato da calcio e ceno con la mia famiglia.
Famiglia, mh.
Cosa definisci famiglia? Legami di sangue? Parentela?
Non dico di disconoscere la mia famiglia perché non me la sento di definirla tale, dico solo che la propria famiglia si possa considerare quella in cui la persona del filo rosso fa parte.
In fondo, prima o poi dai genitori bisogna separasi, chi prima, chi dopo.
In fondo la vita gira a fortuna e la ruota non può sempre girare dalla tua parte.

Chiusi gli occhi e immaginai.
La musica mi spinge sempre a immaginare di tutto.
Le coperte calde mi arrivavano fino a metà volto e si potevano scorgere  solo occhi e frangia, immersi nel buio della stanza.
Se non avessi ascoltando musica si sarebbe udito un silenzio tombale, ma è a questo che serve la musica.
A furia di immaginare e fare pensieri random e veloci, iniziai a vedersi creare una specie di figura nella mia mente, scorsi un'ombra, pareva una persona e stava... mi stava chiamando?
"Cosa sta succedendo? Chi è quel demente che è entrato?"
La sentii chiara e tonda nelle mie orecchie, era come se il volume della musica si fosse abbassato per farmela ascoltare.
Fu un mezzo secondo, mi sentii sfiorare il volto e spalancai gli occhi.
Iniziai a  sentire il cuore battere all'imapzzata dallo spavento.
Cosa diavolo era?
Non riuscii a calmarmi, come diavolo faccio a dormire ora?
Vidi l'orologio, 3:20 che cazzo.
La scuola domani sarà proprio nella da affrontare, non vedo l'ora date le occhiaie che mi ritrovo. Pensai e come se nulla fosse, senza che me ne resi conto ero già nel mondo dei sogni a dimenticarmi il sogno che quella notte feci.

In qualche modo il tempo passò come se niente fosse.
Di settimana in settimana, vedevo i giorni scivolarmi dalle mani e ancora nulla.
Non ero riuscita a tornare in quel luogo.

"Fu davvero difficile, non hai veramente idea! Nonostante le prove che facevo il segnare era disturbato, quei bastardi sono proprio bravi con certa tecnologia" si lamenta il nerd.
"Pff, che nerd incapace che sei!" Lo punzecchio ridacchiando.
"Ma vaffanculo, senza di me non ce l'avresti mai fatta, eheh" ridacchia elogiandosi.
In realtà  l'uno senza l'altro non ce l'avrebbe fatta.
Nessuno da solo può farcela.
Si tratta di fortuna, e quella ci ha assistito molte volte, ma non puoi affidarti solo a quella.
Mi soffermo a guardare la desolazione attorno a noi, in quel periodo non potei sentire quell'odoraccio per colpa dei bastardi della FCA, ma non so con che grazia divina non mi scoprirono. Una falla nel loro sistema perfetto ne va della loro fama e prestigio.

Passò del tempo, tempo che ormai non controllavo più.
Un'altra di quelle normali giornate stava giungendo al termine, l'intervallo suonò e andai in bagno. Nulla di strano, era come sempre, afferrai la maniglia per uscire quando mi ritrovai immersa in una puzza di muffa che da ormai tre mesi o più non sentivo, suonava quasi nostalgico.
Il silenzio era tornato a regnare ed ero senza fiato come la prima volta.
Rimasi in uno stato di trance per qualche minuto, tempo di rendermi conto che dopo mesi, come la prima volta, in un momento random mi ritrovai in quel luogo immersa in quell odore insopportabile e, soprattutto, da sola.
Non mi persi d'animo, finalmente dopo mesi potevo davvero saperne di più su quel luogo, dovevo sfruttare ogni momento buono per poter esplorare quel luogo, ma soprattutto dovevo capire da dove provenisse quella voce che sentì mesi prima.
Ero decisa che quella volta, quella volta avrei finalmente scoperto di più su quel posto e avrei incontrato quella voce, fosse costato un biglietto per sola andata per quel posto.

N.A.
Dopo esattamente un anno ho avuto il coraggio di continuare questa storia.
Sinceramente ci tengo particolarmente, ma il problema qui penso sia la visibilità e la qualità delle storie.
Penso ormai vengano lette più ff che storie con una trama decente e strutturata.
Un vero peccato.
Al di là di ciò, avrei voluto fare un capitolo più lunghetto, ma penso mi impegnerò di più nel prossimo a sputar parole, discorsi, descrizioni e pensieri.

Voi se foste al posto della protagonista, che fareste?

Spero a qualcuno piaccia questa storia, mi spiace sia effettivamente difficile da seguire dato che a caso ci sono delle correnti di pensiero, ma a parer mio nelle storie mancano loro per rendere più reali.
Chi non pensa come un dannato e si fa seghe mentali ogni giorno?
Boh io faccio peggio della protagonista, ma ammetto che i collegamenti strani siano la parte migliore ahah

Al di là di chiacchiere inutili, spero vi sia piaciuto questo continuo e spero di non mischiare vari tipi di narrazione, spero di restare abbastanza lineare e coerente,
Autrice :D

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 13, 2020 ⏰

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