Artificial

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Stavo correndo da circa 5 minuti. Avevo il fiatone e una lacrima scendeva lungo la mia guancia.
L'unica cosa che vedo sono i grigi e familiari corridoi del mio posto di lavoro.
"Ma come sono arrivata qui" pensai;
"mi trovavo in un bar a prendere un caffè e poi? Non ricordo nulla. So solo che dovevo correre, fermarmi per un singolo istante mi sarebbe costata la vita."
Girando velocemente per uno dei corridoi mi sono scontrata con la dottoressa Patterson spingendola contro un muro e facendole cadere alcuni fogli dalle mani.
" Che stupida, finalmente uno dei grandi capi ha approvato il tuo progetto STEVEN e tu cosa fai? Inciampi proprio sulla dottoressa, proprio la persona che assisterà alla sua attivazione?" pensai tra me e me per un'instante.
Mi chinai per raccogliere i fogli quando la mano della Patterson afferrò la mia.
-D.ssa: non preoccuparti per questo fogli, sono solo delle scartoffie. Tu invece come stai? Jennifer giusto? Perché correvi nei corridoi?
Stavo per spiegarle il motivo quando mi accorsi di non averne la minima idea. Non è la prima volta che inizio a correre senza motivo, mi è già successo quando avevo 10 anni.
-Jennifer: forse sarà stato un attacco di panico. Sa per l'attivazione di STEVEN e tutto il resto. Mi dispiace ancora dottoressa.
-D.ssa: puoi chiamarmi Lucy. Sicura di stare bene, sembra che tua abbia pianto.
Con un finto sorriso le dissi che andava tutto bene ma non era vero. Non stavo correndo, io scappavo da qualcosa. Mi sembra di ricordare una luce blu e un volto umano con capelli castani e occhi azzurri che continuava a gridare il mio nome.
-Lucy: se sei sicura di stare bene possiamo andare nel tuo laboratorio così potrai mostrarci il tuo progetto.
Entrando nel mio laboratorio avvertii uno strano senso di deja vù, solo per un attimo.
-Lucy: ti presento Ian. Lui controllerà STEVEN insieme a me.
-Ian: piacere di conoscerla Jennifer, perché non inizia spiegandoci di preciso cos'è il suo progetto.
-Jennifer: certo, sto lavorando al questo progetto da 3 anni. Penso che STEVEN sia la miglior intelligenza artificiale mai creata. L'ho programmato per essere diverso dalle altre IA presenti in giro. Lui non solo pensa con la sua testa, lui può ridere, piangere, barare e amare; l'ho programmato per essere il più simile possibile ad un vero essere umano.
-Lucy: bene allora se sei pronta puoi attivarlo.
Entrai nella mia stanza e accesi il monitor centrale. In pochi secondi una forte luce blu invase la stanza per poi dissiparsi poco a poco. Schermo nero, nessun suono. Mi girai verso Ian e Lucy, che si trovavano vicino alla guardiola, con il morale a terra.
-Ian: qualche problema?
-Jennifer: beh, dovrebbe partire, il programma è stato ottimizzato e so che il computer può reggerlo, quindi si, penso ci sia qualche problema.
-STEVEN: C. I. A. O. JENNI.FER.
Mi voltai di scatto quasi cadendo dalla sedia. Il sangue nelle mie vene si era congelato e il cuore batteva velocissimo. Lo schermo era ancora nero ma io lo avevo sentito, non potevo essermi sbagliata, non potevo averlo immaginato, STEVEN era partito. Ma la cosa che davvero mi spaventava era che lui sapesse il mio nome. Come era possibile, l'ho programmato senza inserire questo dato in nessun file sulla memoria e ne Ian né Lucy lo hanno pronunciato da quando ho acceso il monitor. Ero spaventata ma volevo anche una risposta alla mia domanda quindi presi il microfono.
-Jennifer: Ciao STEVEN, io sono la dottoressa Jennifer St...
-STEVEN: Stuart, 32 anni, con entrambi i genitori morti e una sorella più piccola.
-Jennifer: come puoi sapere queste cose?
-STEVEN: perché io ti ho programmata, so tutto della tua vita perché l'ho creata io.
Adesso la paura era diventata puro terrore.
-Jennifer: ti sbagli STEVEN, io ho programmato te per essere la migliore IA al mondo e già che pensi di essere stato tu a creare me vuol dire che devo aver sbagliato qualcosa.
Mi voltai verso Lucy e Ian. Le loro faccie incredule appiccicate al vetro separatore per cercare di sentire il più possibile.
-STEVEN: adesso devo spegnere e consultarmi con i miei superiori.
Mi voltai ma il computer era spento.
Penso di essere rimasta a fissarlo per circa 30 minuti prima di realizzare che sia Ian che Lucy erano usciti dalla stanza.
Ero sola, stanca e spaventata e non avevo nessuna voglia di restare al laboratorio quindi raccolsi le mie cose ed uscii.
Lungo la strada di casa non riuscivo a togliermi dalla testa la frase di STEVEN. "Non può essere che un bug nel programma. Dovevo solo trovarlo e risolverlo" continuai a ripetermi. Quella notte feci uno stranissimo sogno, non ricordo quasi nulla. Ricordo solo una sensazione di paura mai provata finora. Mi svegliai gridando, facendo prendere quasi un infarto a mio marito. Gli spiegai che andava tutto bene, che non ricordavo nulla dal sonno e non sapevo il motivo per il quale avevo gridato.
Ma non era vero, la colpa era di STEVEN, "devo tornare dai lui e parlarci altrimenti diventerò pazza" pensai. Così mi preparai e corsi al laboratorio.
Per la strada presi un caffè in bar aperto 24h per cercare di calmarmi.
Quando arrivai davanti al laboratorio vidi Ian e Lucy. Erano lì fermi ad aspettare quindi accostai e mi avvicinai a loro.
-Ian: cosa diavolo è successo prima? Perché lo hai programmato facendogli pensare di averti programmata lui?
-Jennifer: non l'ho fatto. Non so di cosa stesse parlando ma sicuramente non funziona se pensa di avermi programmata lui.
Mi voltai vero Lucy e notai che non era spaventata come me o Ian, era curiosa.
-Lucy: Jennifer potrà sembrata una domanda stupida ma hai per caso creato altre personalità per STEVEN?
-Jennifer: certo che no, perché me lo chiedi?
-Lucy: ha detto di dover parlare con i suoi superiori... proprio come stai facendo tu adesso.
-Ian: cosa vorresti dire con questo?
-Lucy: al momento non ne sono ancora sicura, perché non lo riattivi e glie lo chiediamo? Non siete curiosi anche voi? In fondo dicendo di aver creato Jennifer, intendeva di aver creato anche tutti noi, un mondo per Jennifer con tanti umani per farla sentire a suoi agio.
-Jennifer: questa è una stupidaggine. IO ho creato STEVEN e non il contrario. Io sono REALE, mi sento reale. Stai solo cercando di spaventarci.
-Lucy: stiamo lavorando perché dovrei spaventarti?
-Jennifer: NON LO SO OK?
Gridai a Lucy, ero curiosa di sapere cosa intendesse STEVEN? Certo. Ma ero troppo spaventata per chiederglielo.
-Ian: a me non interessa, secondo il protocollo devi disattivare il progetto STEVEN e ricominciare da capo.
Quindi presi coraggio e entrammo nel mio ufficio e poi nuovamente da sola nella stanza di STEVEN, ma questa volta il computer era acceso, niente luce blu, solo una faccia con capelli castani e occhi blu. STEVEN aveva preso una forma. Un senso di tristezza invase il mio corpo, non ero più spaventata per le parole di STEVEN, ero triste perché dovevo disattivarlo, infondo non aveva fatto nulla di male semplicemente non accettava l'idea di essere una IA e quindi ha cercato di farmi credere di esserlo io. Era solo spaventato.
-STEVEN:Jennifer. Finalmente riesco a vederti. Anche tu ci riesci?
mi avvicinai al monitor e presi il mio posto sulla sedia.
-Jennifer: solo la faccia, è un po' come guardare attraverso una fotocamera in realtà.
-STEVEN: perché sei triste?
Lo aveva capito? Aveva capito il motivo per cui eri tornata? Sapeva che volevo spegnerlo?
-Jennifer: mi dispiace STEVEN, non è colpa tua ma...
-STEVEN: bisogna seguire il protocollo, lo so. I miei superiori mi hanno detto la stessa cosa prima. Devo spegnerti se pensi di essere tu la mia creatrice.
-Jennifer: adesso non parliamo di questo, ti prego. Cosa fai tu? Nella vita intendo, sei sposato?
Sapevo già la risposta, avevo creato una famiglia in modo da fargli credere di essere il più umano possibile.
-STEVEN: certo, sono sposato da circa 3 anni e ho anche 2 bambini.
STEVEN avvicinò al monitor la foto di lui con sua moglie e i suoi figli. Io già li conoscevo ma non mi andava di puntualizzarlo con lui quindi lo lasciai parlare.
-STEVEN: loro sono Amara mia moglie, la mia principessina Sarah di 12 anni e il piccolo Alex di 8 anni. Invece tu? Sei sposata?
Nel frattempo io avevo già preso una foto di me con mio marito è la stringevo forte in mano. Una lacrima iniziò a bagnare la mia guancia mentre mostravo la foto a STEVEN.
-Jennifer: certo, lui è Thomas, siamo sposati da solo un anno. Credimi STEVEN io non vorrei spegnarti ma devo farlo.
-STEVEN: come puoi essere così sicura che sarai tu a spegnere me e non il contrario?
Oramai non avevo più paura, sapevo che questo era il suo sistema di difesa.
-Jennifer: beh, scopriamolo. Spegniamoci insieme, io ti ho programmato in modo da farti ricominciare tutta la tua vita ogni volta che vieni spento.
-STEVEN: ok, io invece ti ho programmata diversamente, se sarai tu a spegnerti tornerai al momento in qui ti ho avviato la prima volta senza ricordare nulla.
-Jennifer: quindi ci siamo. Al mio 3 inizia tu.
-STEVEN: e se alla fine della procedura tu sarai ancora qui di fronte a me vorrà dire che tu sei reale e io la macchina.
Dopo un profondo e lungo sospiro, STEVEN iniziò a premere dei tasti. Non rialzò mai lo sguardo e io ero di nuovo spaventata. Continuavo a pensare di essere io la macchina ma non era possibile. Ho ricordi. I miei sono reali. L'amore per mio marito è reale. Quindi mi focalizzai su di lui ma nel mentre continuavo a sentire il ticchettio dei tasti.
Non ce la facevo più. Dovevo uscire da quella stanza.
Mi voltai e vidi che Lucy e Ian erano spariti. Iniziai a gridare i loro nomi lungo i corridoi del laboratorio finché non mi accorsi di essere seguita. Era una presenza nell'ombra. Senza nemmeno il tempo di accorgermene le mie gambe avevano iniziato a correre.
Stavo correndo da circa 5 minuti. Avevo il fiatone e una lacrima scendeva lungo la mia guancia.
L'unica cosa che vedo sono i grigi e familiari corridoi del mio posto di lavoro.
"Ma come sono arrivata qui" pensai;
"mi trovavo in un bar a prendere un caffè e poi? Non ricordo nulla. So solo che dovevo correre, fermarmi per un singolo istante mi sarebbe costata la vita."
Girando velocemente per uno dei corridoi mi sono scontrata con la dottoressa Patterson spingendola contro un muro e facendole cadere alcuni fogli dalle mani.
" Che stupida, finalmente uno dei grandi capi ha approvato il tuo progetto STEVEN e tu cosa fai? Inciampi proprio sulla dottoressa, proprio la persona che assisterà alla sua attivazione?" pensai tra me e me per un'instante.
Mi chinai per raccogliere i fogli quando la mano della Patterson afferrò la mia.
-D.ssa: non preoccuparti per questo fogli, sono solo delle scartoffie. Tu invece come stai? Jennifer giusto? Perché correvi nei corridoi?
Stavo per spiegarle il motivo quando mi accorsi di non averne la minima idea.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 11, 2019 ⏰

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