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I dadi portachiavi della macchina attaccati allo specchietto continuavano a sobbalzare e a oscillare mentre la macchina guidata da Maurice prendeva quasi tutte le buche su quella strada, come se lo stesse facendo apposta. Si asciugò il suo scuro viso con un fazzoletto che aveva in tasca mentre frenava all'incrocio per far salire il partner, David.
"Sei in ritardo." disse David con tono seccato mentre saliva in macchina.
"Sono passato a fare benzina, la macchina era quasi a secco.".
Si avviarono verso la loro destinazione.
"Quindi dov'è?" chiese David.
"Non ho ben capito, mi pare si trovi vicino a quel pub con i LED rosa e blu fuori, hai presente?" rispose Maurice.
David annuì con la testa mentre prese il pacchetto di sigarette dalla tasca.
"Davvero fumi quella roba?" disse Maurice, notando il pacchetto di Res Apple dal quale David prese la sigaretta.
"A me piacciono, che hanno che non vanno?"
"C'è stato una specie di scandalo, non ricordo, mi pare i lavoratori di quella azienda fossero sottopagati o non so cosa. Magari mi sbaglio"
"E quindi non dovrei fumare delle sigarette solo perché il capo dell'azienda è uno stronzo?"
Maurice stette in silenzio un attimo.
"Hai ragione, dai dammene una."
David passò una sigaretta un po' storta a Maurice, lui se la accese e continuò a guidare.
Dopo qualche minuto si fermò, erano arrivati.
Scesero dalla macchina.
"Non dovremmo forse prendere una pistola?" chiese David, sistemandosi la camicia e la giacca che indossava.
"Sono dei delinquenti da strada alla fine, al massimo avranno un arco o qualcosa."
"Un arco?"
"Si, un arco. Era una battuta."
David guardò Maurice in disappunto.
"Cosa?" chiese Maurice.
"Ma che cazzo di battuta è? Non fa nemmeno ridere."
"Era per dire che essendo delinquenti avranno forse un arco, nel senso che hanno sassi e legnetti, che non sono preparati." rispose David.
"Muoviti Ricky dei poveri, entriamo." disse David mentre prese una pistola di nascosto.
Il portinaio aprì la porta ai due, che entrarono nel piccolo atrio di quel condominio. David si avvicinò all'ascensore.
"Possiamo usare le scale, è solo al primo piano." fece notare Maurice a David. David, seccato, lo seguì sulle scale.
Arrivarono davanti alla porta.
"In teoria non c'è nessuno, dunque in teoria possiamo entrare dentro e aspettarli dentro."
"Dunque in teoria vorresti scassinare la porta?" Chiese David a Maurice.
"No." rispose Maurice. Si mise a cercare qualcosa sotto il tappeto davanti alla porta, ma non trovò niente. Continuò a cercare in giro.
"Ma che stai facendo?" chiese David.
"Secondo te un gruppetto di ventenni si portano dietro le chiavi? Ovviamente le avranno lasciate qua da qualche parte.
Trovate!" disse Maurice mentre prese la piccola chiave che trovo nel vaso accanto alla porta di casa.
Entrarono.
Il piccolo appartamento non sembrava affatto un covo di drogati. Sulla destra c'era un piccolo corridoio che portava alle camere da letto e al bagno, mentre sulla sinistra c'era il salotto e la cucina. C'erano delle riviste sul tavolo in salotto, riviste di armi e penna usata per il sudoku.
C'era anche una collezione di manga sul mobile del salotto, accanto ad un bong che faceva da fermalibro.
La cucina non era affatto un disastro, stranamente. David lo notò e si avvicinò a questa.
"Dove vai?" chiese Maurice.
"A fare come se fossi a casa mia. Mi faccio un thè." rispose.
Maurice lo guardò strano, ma lasciò perdere e si sedette sul divanetto ricoperto da un telo arancione e blu con dietro una finestra che dava sul pub.
"Ma siamo seri?" esclamò David, attirando l'attenzione di Maurice.
"Hanno solo il thè al rabarbaro! Ma chi se la beve questa merda? È qualcosa di davvero disgustoso."
"Senti David non stare a lamentarti, non è nemmeno casa tua. Anzi, muoviti a fare quello che in teoria non dovresti fare e vieni qua. Tra poco ci mettiamo sugli stipiti della porta.".
David fece il thè mentre Maurice si mise in posizione, poi lo seguì e si mise accanto a lui.
Passò una mezz'ora quando la porta si aprì ed entrarono tre ragazzi, uno dei quali corse subito in bagno.
Maurice chiuse la porta dietro di loro.
Entrambi si girarono e rimasero impauriti a vedere i due.
"Chi siete?! Che ci fate voi qui in casa mia?!" chiese il biondo.
"Tranquillo, non siamo qui per fare male o robe simili. Non siamo neanche qui per volere nostro. Fosse stato per me, in questo momento sarei stato volentieri ad un fast food a mangiare, visto che sono le quasi le 20." disse Maurice.
"Un Big Mac" disse David, sognando ad occhi aperti e con un leggero sorriso alla bocca.
"Cosa?" disse Maurice.
Il biondo lo guardò stranito.
"Ho fame anch'io. Era per darti una mano ad enfatizzare il tuo discorso."
"Ma che cazzo di enfatizzazione sarebbe "Un Big Mac"?" chiese Maurice a David.
David stette in silenzio e abbasso lo sguardo.
"Torniamo a noi. Voi tre ragazzi avete fatto una cosa da cattivi. E a noi i cattivi non ci piacciono, giusto David?"
David alzò lo sguardo e fece di sì con la testa guardando i due che erano rimasti in salotto.
"Siamo stati mandati dal signor Hansell perché qualcuno non ha rispettato il suddetto." disse David con un tono intimidatorio.
Il ragazzo bruno diglutì.
"N-noi volevamo soltanto uscire dal giro. Io e J-john abbiamo realizzato che forse è meglio iniziare a fare qualcosa di un po' più serio che avere a che fare con la droga." rispose il bruno, spaventato.
"Ma certo, fino a questo punto va bene. Non va bene quando, per uscire dal giro, decidete di non rispondere più ai comandi del signor Hansell e iniziare a fare il cazzo che vi pare con la droga che dovevate vendere, senza neanche ripagarlo." rispose Maurice a tono.
"Te l'ha detto il tuo amichetto John?" chiese David al bruno.
"In realtà è stata un'idea di M-mike" disse il bruno, guardando il biondo.
"Cosa?!" esclamò il biondo, guardando prima il bruno, poi i due alla porta.
"Bene. Sai cosa succede a chi fa queste cose nel territorio del signor Hansell?" chiese Maurice in tono minaccioso.
"Gli viene confiscata la roba e i soldi. Vai a prendere tutto ciò che non ti spetta e portacelo."
Il biondo annuì e corse subito in camera, prese uno zaino e lo portò a Maurice.
Maurice guardò lo zaino in silenzio. Era pesante.
Strinse lo zaino con la sua mano destra e lo sbattè in faccia al biondo, facendolo cadere. Successivamente lo tartassò altre volte sul viso e sul petto mentre era a terra, con la sua forza bruta gli fece uscire anche del sangue dal naso che sporcò la camicia bianca che Maurice stava indossando.
"Succede anche questo, però." disse Maurice.
David guardò il bruno mentre Maurice si incamminò verso la porta.
"Ora che siete fuori dal giro vi conviene rimanerci. Buona fortuna con la vostra nuova vita." disse David mentre uscì dalla porta.
"Ah, una cosa" disse David, rientrando un attimo nell'appartamento.
"Il thè al rabarbaro è una merda. Non compratelo più. Prendete quello alla rosa e limone, è qualcosa di... Indescrivibile.".
Entrambi si incamminarono verso l'ascensore.
Entrarono, e prima che l'ascensore possa arrivare al piano terra Maurice lo fermò.
Si tolse la giacca e la camicia e rimase con la canotta, poi si rimise la giacca e mise la camicia nello zaino.
David lo guardò stranito.
"Quella macchia di sangue sulla camicia era un pugno in un occhio." disse Maurice.
"Perché invece un uomo con una giacca e sotto una canottiera bianca non lo è, giusto?" disse David in tono scherzoso.
"Stai zitto." disse Maurice, mentre fece ripartire l'ascensore.
Uscirono dall'edificio ed entrarono in macchina.
"Che colpo eh?" disse David. "E possiamo anche tenerci i soldi!".
Maurice stette in silenzio per un momento.
Poi guardò David.
"McDonald's?" chiese.
"McDonald's, cazzo." rispose David.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 10, 2019 ⏰

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