Io vedo la gente e la vedo morta
E vedo me e mi vedo morta
E vedo il mondo e lo vedo spento e
Le infinite cose le vedo che scompaiono e mi chiedo
Perché mai tanto dolore, e piango lacrime sileziose
E vedo la gente è la vedo morta mi vedo morta e penso a cosa serva fare le cose, tanto mi vedo già sotto terra
E non é il pessimismo a parlare
È un sensazione, dato di fatto
Trascendente essa chiede
di entrare, e vale a dire
M'invade.
Io piango lacrime di quelle prive di senso, perchè
se il senso non esiste per quello che piango
non han senso neanche le lacrime che ne sono conseguenza
Allora perchè piango? _Mezzo, fine_
Io vedo la gente, vedo me, le cose e ci vedo morti
Immobili enti che fanno
E poi penso al fatto che allora per esser più imparziali possibili per definire dovremmo usare solo aggettivi.
Che sono i più democratici, e fanno diventare le cose democratiche.
E allora io vedo ci vedo tutti noi, immanenti, così concreti, così dannatamente consistenti che è triste il pensiero di non vederci più un giorno
E io non ci vedo, sapendo che ci siamo
E piango lacrime, e piango il silenzio
Presentimento
di mancata concretezza