暗い部屋で一人で
Alone in a dark roomInizio a guardarmi attorno per scorgere in qualche modo delle tracce del misterioso ragazzo; decido addirittura di alzarmi in piedi per avere una migliore visione del locale. Le altre persone presenti nel bar non sembrano essersi accorte della presenza del giovane e ciò mi fa dubitare di ciò che ho visto. "Non me lo sono sognata, ne sono sicura! Era proprio qui!"
Dopo aver fatto un profondo respiro nel tentativo di calmarmi, ritorno seduta sulla sedia e, guardando l'ora dallo schermo del PC, decido di spegnerlo per poi rimetterlo nello zaino e uscire dal bar. Mentre cammino per le strade vuote, la mia mente ritorna al curioso individuo di prima. Il suo sguardo incantatore non sembra avere intenzione di lasciare il mio cervello e credo che neanche io voglia eliminare quegli occhi dalla mia memoria.
Sapendo di avere ancora del tempo a disposizione prima dell'arrivo del bus, mi dirigo verso un piccolo parchetto non molto frequentato, soprattutto adesso che è l'ora di pranzo. Mi accomodo sulla prima panchina che trovo e chiudo gli occhi, rilassandomi fisicamente ma, soprattutto, mentalmente. "Probabilmente quel ragazzo stava indossando delle lenti per gli occhi , quelle tonalità di colore sono pressochè impossibili da avere in natura. Poi la sua pelle... Io sono pallida, ma lui sicuramente mi batte." ragiono mentalmente.
Cullata dal leggero suono del vento che soffia tra le foglie e dal canto dei fringuelli mi rilasso completamente, abbandonando tutti i pensieri e le preoccupazioni. Purtroppo la mia oasi di pace viene interrotta dallo squillo del mio cellulare. In quel preciso momento mi maledico mentalmente per non averlo messo in modalità silenziosa e perciò mi tocca rispondere, a meno che io voglia passare il restante quarto d'ora a essere cullata da una suoneria stridula e fastidiosa.
Prendendo il cellulare in questione dalla tasca leggo il nome del contatto in sovrimpressione e decido di rispondere: si tratta di mia madre. Come al solito mi illustra i lavori domestici che dovrò svolgere durante la loro assenza e mi raccomanda di tornare a casa il più in fretta possibile. Terminata la chiamata, guardo l'ora sul cellulare un'ultima volta prima di risistemarlo nella tasca dei jeans e alzarmi in piedi per dirigermi alla stazione.
Il bus giunge pochi minuti dopo il mio arrivo e rimango alquanto sorpresa e felice vedendo che esso è praticamente vuoto. Sedutami sul mezzo di trasporto, inizio ad osservare il paesaggio che mi si presenta fuori dalla finestra: una normalissima città. Sospiro. "Non vedo l'ora di tornarmene a casa e chiudermi in camera...".
Arrivata alla mia fermata, prendo lo zaino appoggiato a terra e me lo appoggio sulle spalle per poi scendere dal bus e incamminarmi verso casa. Nel mentre mi concentro sulla melodia che fuoriesce dai miei auricolari: 'Natural' degli Imagine Dragons.
You gotta be so cold
To make it in this world
Devi essere così freddo
Per sopravvivere in questo mondoAlzando lo sguardo noto di essere arrivata a destinazione senza essermene accorta. Entrata in casa, dopo aver aperto la porta, lancio letteralmente lo zaino sul divano, sistemandomi a tavola e mangiando ciò che mia madre ha lasciato sul tavolo in bella vista. Appena finito inizio ad effettuare le faccende assegnatemi in modo che la sera io non abbia più niente da fare. Inizio col spolverare i mobile del soggiorno, per poi lavare velocemente i piatti rimanenti nel lavandino. Verso le 15:30 finisco e, riprendendo lo zaino, corro in camera.
Questo luogo è il mio "posto felice": è una stanza abbastanza grande con il soffitto e le pareti interamente nere; queste ultime hanno attaccate in cima delle lucine, tipo quelle che si appendono sull'albero di Natale, che sprigionano della luce color rosso; di fronte all'entrata c'è una libreria di colore grigio su cui sono appoggiati diversi volumi di manga che ho già letto e riletto; accanto è posizionata una scrivania in legno chiaro con tre cassetti sul lato destro; di fronte c'è il mio letto, esso è un letto singolo con le lenzuola e il cuscino neri, alcuni peluche sparsi al di sopra e altri caduti a terra e un manga appoggiato sul morbido cuscino.
Mi stendo sulla morbida superficie appena descritta, spostando peluche per farmi spazio, e chiudo gli occhi incrociando le mani dietro la testa. Dalle mie labbra esce un sospiro. "Chissà come sarebbe il mondo se mi risvegliassi senza trovare nessuno?" penso tra me e me. Subito dopo un leggero sorriso si fa strada sul mio viso. "Sarebbe bellissimo!"
«Tu dici, eh?»
Sorpresa, e soprattutto spaventata, spalanco gli occhi e mi alzo a sedere iniziando a scrutare la stanza attorno a me, cercando la persona da cui proviene quella voce. Il mio sguardo passa su ogni angolo della camera, ogni ombra, ogni spazio vuoto; ma niente. Non trovando nessuno, inizio a pensare di essermelo immaginata, ma una parte di me rimane allarmata."Sto impazzendo..."
Facendo un respiro profondo torno a chiudere gli occhi nel tentativo di calmarmi, tuttavia il mio corpo continua a tremare leggermente e il cuore a battere all'impazzata.L'agitazione prende del tutto il sopravvento nel momento in cui sento il materasso abbassarsi di poco, come se qualcuno ci si fosse seduto sopra. "Rilassati, non c'è nessuno accanto a te." dico mentalmente cercando di convincermi. "È tutto opera della tua immaginazione: nessuno sarebbe in grado di essere qui prima del tuo arrivo." Il mio cuore, però, inizia a battere più velocemente di prima nel momento in cui una risata riecheggia nella stanza. Oramai la ragione è del tutto sparita e al suo posto compare e prende possesso del mio corpo il panico: quella voce, così vicina al mio orecchio, mi fa raggelare il sangue nelle vene.
Senza pensarci nemmeno un secondo, mi alzo in fretta dal letto e, senza guardarmi dietro, inizio a correre il più rapidamente possibile verso la porta di casa. Con il cuore che batte a mille e le gambe che tremano come foglie in una giornata di freddo, rivaluto per la prima volta la mia vita. "Non voglio morire qui!" Proprio quando credo di essere riuscita a raggiungere la mia via di fuga, qualcosa mi prende dal braccio e mi spinge a terra. Istintivamente chiudo gli occhi e mi raggomitolo portando le gambe al petto e circondandole con le braccia, un meccanismo di difesa che utilizzavo da piccola per proteggermi dai presunti mostri che si trovavano nella mia stanza di notte. L'unica differenza è che ora c'è davvero. E mi ha preso.
"Non c'è nessuno che possa salvarmi. Se voglio sopravvivere devo proteggermi da sola." Dopo aver fatto un profondo respiro nel tentativo di calmare il mio corpo tremolante e impaurito, decido di attaccare l'intruso. Posso sentire i suoi passi avvicinarsi nella mia direzione e, dal suono che fanno, capisco che non è un ragazzo molto grande, perciò potrei avere una possibilità nel batterlo. In poco raccolgo tutto il mio coraggio e, con un movimento rapido, mi alzo e cerco di tirare un pugno allo zigomo sinistro dello sconosciuto, ma esso riesce a afferrare il mio braccio e con forza mostruosa mi blocca a terra a petto in giù. Con gli arti bloccati, la bocca tappata e gli occhi che non riescono a guardare in direzione del malvivente, inizio a tremare ancora più di prima. Fino a quando quello stesso individuo parla nuovamente: «Woah, calma. Non ho nessuna intenzione di farti del male.»
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ᴀʟᴏɴᴇ, ɴᴏᴡ
FantasyYoru è una giovane ragazza italiana, con una particolarità: essere asociale. È arrivata ad odiare completamente ogni forma di vita umana, persino i propri genitori, e il suo unico desiderio è vivere sulla Terra completamente da sola. Cosa accadrà qu...